Roberto Galullo, sulla riforma Foschi detta dell’equo processo

Roberto Galullo, sulla riforma Foschi detta dell’equo processo

San Marino paradiso penale: indagati superstar, magistrati nell’angolo e giornalisti imbavagliati .San Marino – che di passi avanti dice di farne e che sta scoprendo con la velocità di una tartaruga zoppa di aver avuto verosimilmente in casa, nelle banche, nella politica e tra i professionisti molti amici della mafia, proprio come in Italia – ha avuto a Rimini il coraggio di interrogarsi su una legge liberticida: la n.93 del 17 giugno 2008.
Merito degli organizzatori (Vedosentoparlo, Ragionevoli dubbi, Anpi, Gruppo San Marino, Sos Impresa, Don Chisciotte Rsm) che il 3 giugno hanno organizzato un convegno dal titolo “Economia criminale”. Bontà loro, lo hanno chiamato – con grande sorpresa ed enorme piacere – proprio come il mio libro in edicola con il Sole-24 Ore (a proposito, nonostante le difficoltà di distribuzione lo trovate fino al 20 giugno). Non sapevo di avere un fan club a Rimini. Ora lo so e mi spavento.
Ma merito soprattutto dei sammarinesi – a partire dall’ex Segretario di Stato alla Giustizia, Ivan Foschi, che di quella legge, ahilui, è il padre e dai tanti politici dell’opposizione presenti – che hanno reagito con padronanza e sapienza alle mie motivate provocazioni, facendo una sana autocritica. E pensate quanto mi sarei appassionato se a quell’incontro avessero partecipato anche gli attuali Governanti sammarinesi e la classe dirigente di quel Paese. Un uccellino, che volava per la sala, fischiettava però che dal Monte Titano fosse partito un aut-aut: “mai al convegno se c’è Galullo – Raus”. Politici democratici che erano stati contattati per presenziare si sarebbero negati con una serie incredibili di scuse. Tipo: “sono fuori”; “no grazie, quel giorno sono al mare”; “ah, l’avessi saputo prima”; “ho il latte sul fuoco”; “ho il bambino che piange”. E il segno inequivocabile che qualcosa non andava era che il bardo ufficiale delle storture politico-amministrative sammarinesi non si aggirava per la sala. E dire che si sarebbe visto. Evidentemente non ho avuto la stessa fortuna che ha avuto La7.
Ma no, non ci credo. Volete voi che una Paese che ha partorito una legge come quella che ora descriverò, allevi tra le sue file persone così anti-democratiche? No, non ci credo, non è possibile. Sono certo che le ragioni addotte fossero vere, che se l’attuale classe dirigente sammarinese non era presente, era perché forse un improvviso attacco alle vie digerenti li aveva costretti a rinunciare. Capita. Però vi anticipo che dovrei essere a San Marino a metà luglio: a qualcuno va di incontrarmi? Giuro che non mordo e che mi accontento di poco: parlare e scambiare opinioni. Senza avere la pretesa di aver ragione.

BERLUSCONI E LA POLITICA A SCUOLA A SAN MARINO:

Se Sua Onniprestanza Psico-Muscolare leggesse la legge sammarinese sulla procedura penale e sul segreto istruttorio (appunto la 93/2008) trasferirebbe Palazzo Chigi e Montecitorio sul Titano per promulgarne una fotocopia. Ma se al suo posto ci fosse un esponente del centro-sinistra sarebbe la stessa identica cosa: è il sogno della politica quello di avere una magistratura mummificata e un giornalismo imbavagliato.
Indagato superprotetto. Bene, la legge sammarinese prevede, nel diritto alla difesa, che l’indagato “ha il diritto di esaminare ed estrarre copia di tutti gli atti del fascicolo processuale, ivi compresa la registrazione della notizia di reato”. Non solo: il giudice inquirente deve fare in modo che possa partecipare o essere rappresentato nel corso delle attività istruttorie.
Tradotto con un esempio: se sequestro un bimbo a San Marino e per questo sono indagato, non solo devo essere avvisato, ma magari posso anche dare un’occhiata alle ricerche! Geniale no? E su questo aspetto, onorevolmente, Foschi ha preso atto che questo tipo di storture vanno evitate ma la legge era nata in un clima ipergarantista bipartisan che forse oggi bisognerebbe rivedere con saggezza.
Nessun segreto. San Marino è l’unico Paese al mondo in cui le indagini preliminari non hanno alcun segreto per l’indagato. E come se non bastasse entro 30 giorni (dicasi e ripetasi: 30 giorni) il giudice deve dare personalmente comunicazione all’indagato degli elementi di fatto e di diritto del reato per il quale si sta indagando. Ora: ve l’immaginate una comunicazione del genere, con una tempistica del genere, per un reato, che so, di riciclaggio che richiede tempi di studio e indagini lunghissimi?
Ma non è finita! La notifica è a pena di nullità non se l’indagato non la riceve, ma se l’ufficio non lo invia!! Dunque, basta una lettera imbucata e se poi l’indagato non la riceve, peccato.

PROCESSI SUPER RAPIDI

La legge in questione riserva perle a ogni articolo. Vogliamo parlare della rapidità dei processi, che tanto sta a cuore anche ai nostri politici (applicabile per gli altri, ovvio)?
Prescrizione brevissima. Bene. Il processo deve essere indetto in tempi rapidissimi. Burocraticamente e freddamente la legge dice: “…entro il termine perentorio che è stabilito in un terzo del tempo occorrente per la prescrizione del reato più grave”.
Visto che in genere le pene sono bassissime a San Marino, è verosimile che un reato di riciclaggio (frequente ahinoi) cada a San Marino in prescrizione in un anno, un anno e mezzo. Non male no?
Magistrati sul filo del rasoio. E attenzione perchè se il magistrato penalista ritarda, paga con la propria responsabilità civile. Giusto, giustissimo, a mio giudizio, ma se vi fosse equilibrio temporale. Sapete qual è il paradosso di questo sistema? Che tra due reati (uno “bagatellare” e facile da perseguire) e uno complesso (che so, il riciclaggio, difficilissimo da perseguire) il magistrato inconsapevolmente o meno, potrebbe essere tentato di seguire il fascicolo meno complesso da istruire mentre quello complesso può avviarsi…alla prescrizione!
Pubblicità dei processi: magistrati e giornalisti al collasso. I magistrati, che a San Marino già vivono tra mille difficoltà, hanno l’obbligo di non divulgare alcun tipo di notizia fino alla pubblicazione del processo. Bene. Condivisibile (per alcuni aspetti) ma…Ma visto che praticamente a San Marino ogni processo è coperto da segreto istruttorio, la stampa non può neppure dare notizia parziale o per riassunto delle notizie di reato! Altro che intercettazioni di cui si parla in Italia! A San Marino un giornalista deve aspettare il termine del processo per scrivere! Evviva, proprio ciò che vogliono i politici italiani.
L’ho sempre pensato: San Marino è troppo avanti!
r.galullo@ilsole24ore.com

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