Robot chirurgo da 3 milioni di euro, l’Iss avvia le pratiche per l’acquisto. Ma lascia l’ultima parola al Consiglio

Robot chirurgo da 3 milioni di euro, l’Iss avvia le pratiche per l’acquisto. Ma lascia l’ultima parola al Consiglio

Per primi sono stati i commissari di minoranza Zafferani e Zanotti a parlare di un interessamento dell’Iss alla chirurgia robotica nell’ultima Commissione consiliare IV di fine aprile.

Libera ne ha parlato pubblicamente qualche giorno dopo, sostenendo che “non si possono sostituire i professionisti con i robot”.

Dall’Iss o dalla Segreteria alla Sanità non è arrivato finora alcun commento ma l’argomento è al centro del dibattito ospedaliero e politico da diverse settimane.

LA RICHIESTA DEL PRIMARIO LANDOLFO

Tutto parte con la richiesta del Primario di Chirurgia Generale, Dott. Giovanni Landolfo, del 19 aprile, che mette nero su bianco al Comitato Esecutivo dell’Iss – composto da Francesco Bevere, Sergio Rabini e Marcello Forcellini – la richiesta di considerare l’opportunità di dotare le Sale Operatorie di tecnologia robotica ed, in particolare, di valutare l’acquisto di un robot multidisciplinare che possa essere impiegato nelle varie specialistiche chirurgiche quali ad esempio Chirurgia Generale, Urologia, Ginecologia, Chirurgia toracica e pediatrica, Chirurgia di parete, Colon rettale, Epatobiliopancreatica, Bariatrica.

Landolfo è forse uno dei medici più stimati all’interno dell’ospedale di San Marino, in cui opera con successo da molti anni. L’anno scorso si era parlato di sue dimissioni da primario, dimissioni poi respinte dal Comitato esecutivo di allora. Ma tanto era bastato per creare un fiume di polemiche e di lamentele da parte dei cittadini.

Così, alla luce della sua autorevolezza e della sua professionalità, il Comitato esecutivo ha dato seguito alla richiesta del dottore. In men che non si dica, il 22 aprile, si è riunito in seduta straordinaria ed ha autorizzato “l’avvio delle procedure volte all’emissione di una gara d’appalto per l’acquisto di un robot chirurgico che dovrà essere certificato per un utilizzo multidisciplinare” come richiesto da Landolfo.

Con una peculiarità: la delibera è stata firmata solo dal Dg Bevere e dal Direttore amministrativo Forcellini. Manca quindi la sigla del Direttore sanitario Rabini (vedi immagine sotto).

IL ROBOT

Il CE dell’Iss indica che il robot dovrà essere costituito dalle seguenti componenti: “consolle chirurgica dotata di centro di controllo del sistema; carrello paziente in grado di sostenere il braccio-strumento e il braccio video-camera; carrello visione contente l’unità centrale di elaborazione e attrezzatura video;  simulatore virtuale in grado di produrre esercitazioni specializzate per tutte le branche chirurgiche” già menzionate.

Si tratta della tipologia di robot nota come Da Vinci – dal genio italico del Rinascimento – che negli ultimi anni sta rivoluzionando la chirurgia ed è sempre più usato in Italia e nel mondo. È una sorta di evoluzione della chirurgia laparoscopica, ha quattro “braccia” che vengono inserite nel corpo tramite piccoli fori: uno porta la telecamera 3D ad alta definizione, gli altri servono per gli strumenti operatori e sono “mani” che possono ruotare di 360 gradi, guidate dal chirurgo in carne e ossa seduto alla console di comando.

 

Il CE, nella delibera che avvia l’iter per l’acquisto, elenca gli “innumerevoli vantaggi” della chirurgia realizzata con l’ausilio del robot chirurgico:

  • “ampliamento delle capacità dell’operatore. Il comando degli strumenti con semplici movimenti del polso consente al chirurgo di superare i limiti delle tecniche chirurgiche “open” e laparoscopiche adottando un approccio mini-invasivo a una vasta gamma di procedure complesse;
  • eliminazione dei tremori fisiologici delle mani del chirurgo grazie all’uso di bracci robotici collegati alla consolle di comando;
  • maggiore velocità nelle procedure, diminuzione dell’invasività degli interventi e aumento della precisione;
  • visualizzazione 3D in alta definizione inserita nella consolle del chirurgo;
  • migliore interfaccia utente, che assicura l’integrazione tra il sistema e le altre apparecchiature presenti in sala operatoria. La semplicità dell’interfaccia touch screen del monitor del carrello di visione consente al personale di accelerare la predisposizione della sala operatoria peri diversi interventi, con una riduzione dei tempi;
  • maggiore comfort del chirurgo durante l’operazione grazie all’ergonomia della consolle”.

Per questi motivi “l’utilizzo del robot chirurgico – scrive il CE – consente, quindi, di rispondere in maniera appropriata alle necessità di cura dell’utenza, migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, nonché ridurre la mobilità passiva per questa tipologia di prestazioni”.

IL COSTO

Tutta questa tecnologia ed innovazione ha un costo notevole: 3 milioni di euro. Una somma importante già di suo, che diventa ancor più significativa per una azienda con un pesante deficit come l’Iss.

Il CE ha così scelto di passare la palla al Consiglio Grande e Generale. “L’acquisto del robot chirurgico – concludono i vertici della sanità di San Marino nella delibera – verrà previsto nel Piano di investimenti 2022 in corso di adozione e sarà subordinato all’apposito stanziamento dello Stato da prevedersi nella Legge di Variazione di Bilancio 2022 non inferiore a € 3.000.000″.

Quindi se la maggioranza del Consiglio approverà lo stanziamento, il robot verrà acquistato tramite asta pubblica, altrimenti non se ne farà nulla.

Una scelta tattica per Bevere, che lascia ai politici le conseguenze negative di entrambe le scelte. Se l’acquisto si farà sarà il Consiglio ad accollarsi l’importate costo di fronte alla cittadinanza, se non si farà sarà il Consiglio ad aver dato uno “schiaffo” a Landolfo.

 

Davide Giardi

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