Salvataggio Credito Sammarinese

Salvataggio Credito Sammarinese

Il tentativo del Segretario Mussoni di puntellare la grave situazione sammarinese grazie alle sue discutibili conoscenze è finito com’era giusto che finisse: nella commedia. Così il governo è costretto a mostrare sempre più il suo vero volto. E lo fa indebitando i cittadini per 40 milioni di euro da redistribuire tra i banchieri di casa nostra. In questo il governo è stato aiutato dai soliti ignoti dell’opposizione, che pur di aspirare a qualche privilegio inconfessabile, o pur di far valere abili strategie si sono resi corresponsabili di questa scellerata decisione.
Il risultato di cui oggi il governo si vanta con grande arroganza è quello di “aver salvato il sistema”. Peccato che non dica che in quello che accaduto ci siano state gravi responsabilità proprio da parte del sistema che si è voluto salvare, inclusi Banca Centrale e lo stesso governo, che hanno messo in liquidazione il Credito Sammarinese secondo una logica non detta che vede come necessaria la riduzione del sistema bancario con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo.
La politica dell’occulto ci induce ad una amara riflessione: in questa vicenda a rimetterci più di ogni altro saranno proprio quei dipendenti bancari che hanno lottato contro la direzione per attuare la direttiva antiriciclaggio, operando le dovute segnalazioni agli organi di controllo competenti. Ci auguriamo che il governo, Banca Centrale ed il sistema nella sua interezza, non mostrando nei confronti dei dipendenti del Credito Sammarinese nessun tipo di solidarietà, si rendano conto che il messaggio indiretto che stanno dando è che chi segnala le operazioni sospette rimane senza lavoro.
Tutto questo potrebbe seguire una logica che indirettamente il governo sta attuando per sostenere il bilancio dello stato ed il sistema bancario, la cui liquidità in questo momento è sostenuta dal fondo pensioni. Il sistema è garantito dal bilancio dello stato, il bilancio dello stato viene sostenuto dalla tassa razzista sui lavoratori frontalieri, dal taglio delle indennità, dalla addizionale IGR, dalla tassa sui servizi e dallo stop agli investimenti.
Chi paga, insomma? Sempre e solo i cittadini semplici, i lavoratori onesti, mentre nessun intervento viene fatto sulle grandi rendite degli speculatori e su chi ha infangato la reputazione e il nome di San Marino.
Sinistra Unita

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