La Repubblica di San Marino è in fibrillazione per il ritardo con cui un dipendente pubblico ha versato alle Casse dello Stato 2800 euro.
Al contempo i ritardatari della monofase vengono lasciati in pace benché, di euro, ne debbano versare allo Stato per l’equivalente di 5.300 per ogni sammarinese.
Al contempo nessun impegno per certe banche a ridare indietro l’equivalente per ogni sammarinese di 5.000 euro, da 500 che erano per la sola Banca del Titano.
Tutto fa brodo purché non vengano fuori i nomi dei 100/150 mascalzoni che si sono spartiti 800/1100 milioni e che non vedono l’ora che passi la buriana per ripartire con la vendita delle licenze bancarie, le residenze (una 600 mila euro!) e roba del genere.
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