Patrizia Cupo, Corriere Romagna – San Marino: Ieri è stata ascoltata in aula al processo che vede imputato un ex medico dell’ospedale di Stato: slitta la sentenza / «Non fui visitata, rischiai di morire» / Parla la donna invalida per una trombosi dovuta a una storta a una caviglia
«Il medico non m’ha visitato: ho rischiato di morire». La trombosi dopo la storta alla caviglia: ascoltata in aula, la 31enne sammarinese, rimasta invalida dopo il piccolo infortunio domestico, ha accusato l’ortopedico a processo per lesioni colpose di aver sottovalutato il quadro clinico. Attesa per ieri la sentenza, dopo l’udienza fiume di lunedì sera, ma le conclusioni sono state rinviate al 26 gennaio prossimo: presiede il processo, il giudice Alberto Buriani.
Il fatto risale al maggio del 2008. Ai primi del mese, la giovane donna è vittima di un piccolo infortunio domestico: si fa soccorrere e i medici di Cailungo le diagnosticano la distorsione della caviglia sinistra. Le prescrivono l’uso del tutore che le permetta di utilizzare la gamba per facilitarne la guarigione. Ma il recupero, per la donna, si fa difficile. E dopo una ventina di giorni, torna all’ospedale di Stato per farsi visitare. Lamenta un malessere generale, oltre che una lieve febbre – dice lei, ma la temperatura non le viene rilevata – attorno ai 37 gradi. Il medico – sotto processo e da tempo non più in servizio all’ospedale di Stato – decide di non ricoverarla e la dimette. Secondo la vittima, costituitasi parte civile nel procedimento penale contro l’ortopedico, quella visita non fu accurata. O meglio, non ci fu proprio.
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NB. Questo articolo è stato oggetto di una decisione di “Il Garante per la tutela della riservatezza dei dati personali” della Repubblica di San Marino in data 22 maggio 2017, prot.n.57/2017 Gar.
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