RASSEGNA STAMPA – Dubbi dalle opposizioni sulle reali volontà di tutti e viene evocato il 2006 del mancato accordo con l’Italia
Inevitabilmente tiene banco nel comma comunicazioni l’Accordo di associazione all’Ue e gli ultimi risvolti dello “stallo all’italiana”
“A fronte degli sbandierati proclami – esordisce Enrico Carattoni dai banchi di Rf – siamo venuti a sapere da una testata andorrana di qualche resistenza di alcuni Paesi rispetto alla posizione di San Marino. Mi sembra di vedere un film che questo Paese ha già visto: quello del 2006. Rischiamo di vivere un altro ventennio con conseguenze apocalittiche. Io mi auguro che questo sia di impulso per mettere più condivisione con le forze di opposizione”. Anche Rete teme ingerenze di un gruppo di interesse che voglia tornare ad un modello di opacità, e chiede garanzie politiche chiare che si intenda proseguire nel percorso di integrazione europea. Replica Lorenzo Bugli, Dc: “Si sta iniziando a guardare nel tecnico alcune cose. Ma non c’è l’ombra di qualcuno che vuole frenare per piani opachi. E’ impossibile pensare questa cosa”. Per Luca Boschi di Libera “E’ stata la Commissione che ci ha chiesto di vigilare sul nostro sistema finanziario. C’è la massima garanzia per i Paesi terzi sul funzionamento dei vari sistemi bancari, incluso quello di San Marino. Questo assicura un grado di garanzia elevato. Sono problemi risolvibili, e auspichiamo che nel semestre polacco si arrivi alla firma definitiva dell’accordo”. Nicola Renzi di Rf tende la mano: “Avremo da lavorare, la volontà dovrà essere quella di raggiungere l’obiettivo. Io credo che qui ci siano delle forze politiche come Libera e il PSD che su alcuni temi, come la vigilanza del sistema finanziario, siano più propense ad aprire un discorso serio. Con la Commissione europea e con l’Italia. Così come credo che il Segretario Beccari possa avere questa stessa disponibilità. In marzo faremo un altro dibattito, noi ci approcceremo ad esso con la stessa lealtà”. Matteo Rossi del Psd richiama l’Odg approvatoin commissione esteri (vedi pagina 3) “Questo ci consente di approcciare il tema dei temi, sulla base del quale si è costruita questa legislatura. Credo che l’obiettivo sia vicino”. Il Segretario Luca Beccari è lapidario: “Chiariamoci molto bene: il 2006 è una cosa, il 2024 è tutt’altra. Nel 2006 San Marino ha deciso di non intraprendere un percorso di rafforzamento dei rapporti con l’Italia, perché si è rifiutato di accettare un articolo sul recepimento degli istituti rilevanti dell’acquis comunitario”. Emanuele Santi di Rete però ricorda: “Negli ambienti politici erano mesi che si parlava di problemi nell’accordo e che questo problema fosse proprio l’Italia. Forse non tutti in Italia la pensano come Mattarella e qualche obiezione è stata sollevata. Il fatto che questo elemento venga fuori adesso, ci crea un po’ di dubbi. Noi ci siamo posti in maniera collaborativa. Lei Segretario ha parlato di un percorso di adeguamento. E’ quello che chiediamo noi. Mettiamo sul tavolo le opzioni. Mettiamole sul tavolo per andare in Europa”.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo