San Marino. Antonio Fabbri, l’editoriale

San Marino. Antonio Fabbri, l’editoriale

Le scelte politiche di Civico10 e del vertice di Ssd, hanno dato in mano agli autoritari e arroganti oppositori la possibilità di mettere le mani sulla giustizia, sul tribunale e sul “conto Mazzini”.

Scelte scellerate senza spina dorsale in favore di una restaurazione, rinnegata ma favorita con ogni mezzo a causa, evidentemente, di una insipienza politica o di una convenienza o di una connivenza.

Antonio Fabbri

Hanno un bel dire, adesso, Ciacci e compagnia, assieme ai vertici di Ssd, che i giudici bisogna nominarli e i processi bisogna farli! O lo dicono perché tanto sanno che non avverrà, o lo dicono perché sono sprovveduti. Nell’uno e nell’altro caso, difficile dire che futuro politico possano garantire.
Hanno un bel dire che il “Mazzini deve andare avanti”! Hanno dato mano Libera all’ostruzionismo sulla giustizia, alla denigrazione dei giudici, all’insulto personale e alla relativa propaganda anti-tribunale, affidata a una serie di rinviati a giudizio non proprio disinteressati e a un partito che con il conto Mazzini ha visto inquisita buona parte dei suoi uomini di punta oltre al venire a galla del sistema di corruttela, voto di scambio, viaggi elettorali del quale era parte.

Che cosa pretendevano gli strateghi di C10 e Ssd? Che sarebbe andato tutto liscio dopo la loro geniale mossa di fare sciogliere il Consiglio Grande e Generale? Credevano che l’amore universale avrebbe fatto tornare l’estate in un autunno della ragione ormai inoltrato? Le motivazioni per cui si vantano di aver staccato la spina sono foglie di fico di una incapacità politica traviata dall’umore e dalla paura delle critiche sentite nei bar. Le stesse che li vedono avere il terrore di fare una lista da soli, con l’accondiscendenza, e per qualcuno l’interesse, dei dignitari di Ssd che corre loro in soccorso, svendendo la propria identità a chi prima li ha trascinati in un vortice dissennato tra la riesumazione del vecchio e lo sdoganamento del nuovo odio, strettamente legato alla restaurazione. Una lista in cui portano dentro anche chi, elettoralmente, prima li fagociterà e poi si sbarazzerà di chi non serve più. Allora non servono a niente i richiami che fanno alla nomina dei giudici che non arriverà, tra l’altro lanciati attraverso comunicati ambigui e prese di posizione che stridono con lo scendere a patti sui principi fondamentali. Una resa incondizionata che ha piegato le istituzioni ai disegni dei mistificatori e dei prepotenti. E dalla geniale strategia del loro amore universale hanno fatto nascere Libera.

Sì, tana Libera tutti… compresi i mazziniani.

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