San Marino. Ass. Pro Bimbi soddisfatta per il nuovo protocollo scuola: “Nuovo approccio nel Covid nei minori”

San Marino. Ass. Pro Bimbi soddisfatta per il nuovo protocollo scuola: “Nuovo approccio nel Covid nei minori”

“Tempo fa abbiamo condiviso e apprezzato le dichiarazioni del Primario di Pediatria Dott.ssa Laura Viola, quando ha affermato che occorreva consentire ai bambini una vita normale, laddove l’andamento pandemico lo avesse permesso. Infatti dal punto di vista fisico l’impatto del Covid sulle fasce di età più giovani non desta particolari preoccupazioni, mentre dal lato emotivo e psicologico il disagio è sempre più evidente e grave, con boom di patologie di interesse neuropsichiatrico”.

Inizia così una riflessione in merito all’emergenza Covid e il rapporto con i minori (bambini e ragazzi) dell‘Associazione Pro Bimbi di San Marino. 

“Diversi medici e pediatri hanno chiesto un cambio di direzione nell’approccio Covid nei bambini, in primis il Prof Gian Vincenzo Zuccotti, preside di medicina alla Statale e responsabile pediatria del Sacco e del Buzzi di Milano, che ha suggerito di tenere a casa solo il bambino sintomatico e di tornare alla normalità pre-pandemia, dicendo che “non serve tamponare o mettere in quarantena tutta la classe o più classi, come già sta capitando in molte scuole. Se si agisce con ritrovata normalità si evita di far ripartire la DAD, incubo per gli alunni, ma anche per i genitori, costretti a rimanere a casa con mille problemi di lavoro e per l’economia del Paese“. Quest’ultima realtà infatti, sta mettendo in ginocchio anche il sistema scuola per la mancanza di personale, assente per quarantene e ormai esaurito anche nelle graduatorie e si rischia di dover chiudere classi per questo motivo.

Era abbastanza prevedibile che succedesse quello che sta accadendo nelle scuole – spiega Zuccotti – ma le scuole non sono un amplificatore dell’infezione e lo avevamo già dimostrato in uno studio dell’anno scorso: facendo uno screening degli studenti con il pungidito per la ricerca degli anticorpi, nel gruppo di chi era negativo e poi è diventato positivo nel follow up, non trovavamo differenza fra coloro che erano in Dad e coloro che erano a scuola, perché la scuola semplicemente riflette quello che accade nella società. In questo momento il virus sta circolando in maniera elevatissima, ed è inevitabile che in maniera elevatissima circoli nella scuola“.

Oggi dunque siamo in questa situazione, descrive Zuccotti: “Il Coronavirus Sars-CoV-2 sta circolando tantissimo. I bimbi fortunatamente questa infezione la fanno perlopiù in maniera paucisintomatica o asintomatica. Magari c’è qualcuno che diventa sintomatico o finisce ricoverato, ma come succedeva anche con l’influenza. Se a questo si aggiunge che ormai abbiamo una popolazione largamente plurivaccinata, soprattutto nei gruppi più fragili, e che stiamo utilizzando tanto i test antigenici per cercare di sorvegliare i bambini, pur sapendo che sono poco utili a un vero tracciamento, mi sembra che in un quadro simile si possa tentare la via della normalizzazione“.

Fare i tamponi T0-T5 con gli antigenici serve veramente a poco – conclude – Io li eliminerei e riserverei i tamponi solo ai bambini sintomatici che sono gli unici che devono restare a casa come accadeva in epoca pre-Covid. Gli altri senza quarantene e senza tamponi frequentano le scuole“.

Nel dialogo e confronto che da sempre abbiamo sia con la Pediatria che con la Segreteria Istruzione, ci siamo trovati concordi fin da inizio anno scolastico nel chiederci se ancora avesse senso continuare a tracciare tutti i bambini di una classe, asintomatici, ogni volta che nel gruppo si fosse presentata una positività, sottolineando come inevitabilmente questo portasse a sprecare ingenti e costanti energie di persone e di risorse economiche, sottraendole ad altre attività o settori della sanità.

Considerando che sia a scuola che sui mezzi di trasporto vengono indossate le mascherine, riteniamo, in linea con i nuovi protocolli, più proficuo per tutti prevedere che chi è positivo o ha sintomi stia a casa e interrompere il tracciamento ai contatti asintomatici, lasciandoli continuare a frequentare in presenza, prescrivendo loro un periodo di automonitoraggio dei sintomi unito alle attuali regole di precauzione, come l’utilizzo della mascherina, il distanziamento e il ricambio di aria e riservando il tampone solo a chi dovesse presentare dei sintomi.

Sicuramente occorrerà un forte senso di responsabilità da parte delle famiglie e degli insegnanti e sarà necessario continuare a porre la giusta attenzione, mantenendo una sorveglianza attiva sull’andamento della pandemia, ma si eviterà di mandare in affanno il sistema di tracciamento/tamponi che potrebbe ritrovarsi ogni giorno con tante classi da testare per un pugno di positivi.

E, cosa importantissima, sono state eliminate le intollerabili differenze previste in base allo stato vaccinale dal precedente protocollo per gli studenti (e gli insegnanti) delle scuole superiori e CFP che non esitiamo a riaffermare come fortemente discriminatorie, sanzionatorie e ritorsive, ancor più perchè applicate in ambiente scolastico dove da anni si combattono le discriminazioni e si persegue l’inclusione in ogni ambito.

Non vogliamo essere polemici, ma ammettiamo la nostra personale ed umana delusione nel non aver assistito ad una presa di posizione da parte del corpo docente contro queste evidenti discriminazioni nei confronti dei loro studenti, sia in virtù della loro età (per decisioni magari prese dai genitori), ma ancora di più perché, in caso di positivo in classe, oltre a possibili ripetuti periodi di DAD, i ragazzi non vaccinati e negativi al tampone di controllo, avrebbero comunque anche dovuto rispettare un periodo di quarantena vera e rimanere quindi chiusi in casa per almeno 10 giorni. E questo aldilà di ogni evidenza scientifica che ormai ha dimostrato come il contagio e la diffusione avvenga anche tra vaccinati (anche in forza della loro rilevanza epidemiologica, dato che rappresentano l’85% della popolazione) e che fa inevitabilmente considerare queste misure come un atto di forza per spingere alla vaccinazione quei pochissimi ragazzi ancora non vaccinati intaccando anche l’ultimo diritto rimasto loro in questo periodo (istruzione), dopo aver impedito l’accesso ai luoghi di socialità, eventi e sport…specialmente per la fascia 16-18 anni che pare non venire mai considerata tra i minori.

Ribadiamo quindi il pieno apprezzamento per l’approvazione di questo ultimo protocollo, che elimina le discriminazioni prima esistenti e va nella direzione di un ritorno alla normalità pre-pandemia. Normalità a cui stanno tornando anche interi stati europei, come l’Inghilterra che ha annunciato la revoca del Green Pass vaccinale e persino l’obbligo di mascherina al chiuso. Elogiamo il Segretario all’Istruzione, il Direttore di Dipartimento e il Primario della PediatrIa per aver proposto e supportato queste linee fin da settembre nell’ottica di tutelare nel suo insieme il benessere psicofisico dei nostri bambini e ragazzi. Nel ringraziare anche tutti i servizi ISS che hanno elaborato, condiviso ed approvato tali protocolli ci auguriamo che questo sia un primo grande passo verso un graduale ritorno alla normalità per tutti”.

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