San Marino Oggi: Bacciocchi al contrattacco presenta
esposto contro collega e ricusa giudice /
“Pizzino” attributo ad un avvocato in cui vengono riportate dichiarazioni di un magistrato
Un “pizzino” che Livio Bacciocchi attribuisce all’avvocato Antonella Bonelli in cui c’è scritto: “Mi ha chiamato la Di Bona a cui è affidato il fascicolo. Ha detto che è pretestuosa, infondata, ecc…. e che l’archivia!”. Da qui parte un esposto penale che lunedì, l’avvocato Carlo Biagioli per conto di Bacciocchi ha depositato in tribunale oltre alla richiesta di ricusazione del giudice Laura di Bona.
A raccontare l’accaduto è lo stesso Bacciocchi che ieri ha convocato una conferenza stampa per presentare l’esposto che prende spunto dalla denuncia presentata la settimana prima proprio contro tre componenti dell’ordine degli avvocati e notai (il presidente Maria Selva e i membri Antonella Bonelli e Nazzareno Bugli) per “abuso d’autorità”.
“Il fascicolo – spiega Bacciocchi – era stato affidato l’8 ottobre, al commissario Antonella Volpinari, che però ha poi rinunciato al procedimento. Così il fascicolo è stato affidato l’11 ottobre al commissario della legge Laura di Bona. Si trattava – aggiunge Bacciocchi – di una denuncia oltremodo documentata, con centinaia e centinaia di documenti che comprovano a mio giudizio, come i tre membri dell’ordine, non fossero nelle condizioni di terzietà e imparzialità che devono mantenere e avere in virtù di quanto prevede la legge”. “Proprio l’11 ottobre – prosegue nel racconto Bacciocchi – che era giovedì, quindi giornata di udienza, l’avvocato Antonella Bonelli, dopo aver avuto un colloquio con il commissario di Bona, presumo, in qualche modo riferisce al fratello l’esito di questi incontri attraverso un bigliettino scritto di proprio pugno.
Il fatto è grave -alza un po’ la voce Bacciocchi-, tra l’altro -aggiunge- sempre l’11 ottobre, guarda caso nel comunicato stampa che Selva, Bonelli e Bugli hanno inviato, si utilizzano proprio i due stessi termini. Magari -mette le mani avanti- è solo una coincidenza”. (…)
