A San Marino ora anche i politici (Ap, Psrs) pare che si stiano rassegnando a prendere atto che la malavita organizzata si è infiltrata in Repubblica, ad esempio per investire qui i suoi capitali.
Invano da oltre un decennio comuni persone di comune buon senso hanno tentato di denunciare coi comuni mezzi di comunicazione (articoli, istanze d’arengo, proposte di referendum), che dietro la distruzione del territorio, non ci poteva non essere la mala. Connivente la politica. Politica connivente attraverso la commissione urbanistica prima e la la commissione per le politiche territoriali poi.
Guai però a parlare fino a ieri – i procedimenti in tribunale sono ancora aperti – di sottobosco politico affaristico. Sottobosco nato e prosperato sull’humus di 548 società anonime, oltre 300 immobiliari, 120 fondazioni, migliaia di società per azioni e
società a responsabilità limitata con azioni e quote intestate a fiduciarie anche di paesi offshore.
C’è stato un momento in cui si è sperato che il legame politica-speculazione edilizia si potesse stroncare, togliendo i politici dalla commissione urbanistica.
Il Consiglio (governo straordinario) deliberò in tal senso il 22/09/04, su iniziativa della Micologica (Istanza d’Arengo del 04/04/2004).
Ma il secondo governo post giugno 2006 (Psd-Ap-Su-Ddc) si limitò a trasformare la commissione urbanistica in commissione per le politiche territoriali. Insomma cambiò il nome alla commissione, senza cambiarne di fatto la impostazione. Insomma la commissione rimase in mano ai politici. Addirittura si arrivò al paradosso di confermarvi, addirittura, gran parte dei rappresentanti politici. Di modo che non ci fosse soluzione di continuità fra l’una e l’altra.
E la continuità, nel favorire la speculazione edilizia con capitali di dubbia provenienza, c’è stata eccome! Lo dimostra quanto sta emergendo in questi giorni a Rimini.
Accadde oggi, pillola di storia sammarinese