San Marino Card (smac): utilizzo indebito, a giudizio

San Marino Card (smac): utilizzo indebito, a giudizio

L’informazione di San Marino

Paga con la Smac trovata in un portafogli smarrito, a giudizio

E’ il primo caso di utilizzo indebito della San Marino Card come mezzo di pagamento che arriva in tribunale. Imputato un 54enne di Novafeltria.

Antonio Fabbri

E’ la prima volta che l’articolo relativo all’uso indebito di mezzi di pagamento, introdotto con la legge 102 del 2013, viene applicato relativamente.

Il caso è relativamente semplice anche perché è stata resa confessione utile e spontanea, tuttavia la vicenda attesta come anche il sistema di tracciabilità dei pagamenti effettuati tramite Smac, funzioni e sia anche uno strumento di sicurezza della carta. I fatti, che saranno discussa davanti al giudice Roberto Battaglino dopodomani, vedono imputato un 54enne di Novafeltria . L’uomo aveva trovato il portafogli smarrito da un sammarinese in territorio italiano. Aveva preso la tessera Smac Card del sammarinese e aveva operato sette transazioni di acquisto, pagando complessivi 267,21 euro. Una cifra di per sé non esorbitante, ma tanto è bastato perché venisse contestato l’articolo 204 bis del codice penale sammarinese che punisce  l’uso indebito di strumenti di pagamento e recita: “ Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, senza esserne titolare, utilizza strumenti di pagamento, è punito con la prigionia e con la multa a giorni di secondo grado”.

Il caso, si diceva, è il primo di questo tipo applicato all’utilizzo della Smac come mezzo di pagamento. Un altro episodio si era verificato nel 2014, ma era sotanzialmente diverso. In quella vicenda venne in un primo momento contestata la truffa, accusa poi mutata in dibattimento in furto aggravato dal mezzo fraudolento. In quell’occasione una barista italiana aveva utilizzato la propria Smac, approfittando del fatto che svolgeva le funzioni di cassa, strisciando gli acquisti fatti da alcuni clienti, avventori del bar dove lavorava, ricaricando la propria carta. A cavallo tra il dicembre 2011 e il gennaio 2012, era riuscita a ricaricare un centinaio di euro sulla propria carta. Venne condannata, a maggio 2014, a 3 mesi con pena sospesa.

Il caso che entrerà in aula giovedì è stostanzialmente diverso, pur riguardando comunque l’utilizzo indebito della SanMarinoCard, questa volta come mezzo di pagamento usato indebitamente da un terzo, non titolare della carta.

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