San Marino. Caso Banca Cis, parla l’avvocato Pagliai: “Non sono i correntisti che possono perseguire chi è fuggito col malloppo”

San Marino. Caso Banca Cis, parla l’avvocato Pagliai: “Non sono i correntisti che possono perseguire chi è fuggito col malloppo”

Ex Cis: “Non sono i correntisti che possono perseguire chi è fuggito col malloppo”. Parla l’avvocato Pagliai: “Ora attendiamo la Cedu, ma siamo aperti al dialogo”

DAVID ODDONE – È notizia di questi giorni che il Comitato correntisti sammarinesi ha presentato ricorso a Strasburgo presso la Corte Europea dei diritti dell’uomo. Per capire di che cosa si tratta e fare chiarezza, abbiamo intervistato l’avvocato Stefano Pagliai del foro di Firenze, il quale rappresenta legalmente i correntisti. (…)

Voi contestate chiaramente la legge che ha permesso la conversione in titoli. Alla Corte di Strasburgo però non è possibile andare solo dopo avere esperito ogni grado interno di giudizio? “La conversione è avvenuta in forza di un provvedimento di Legge. L’ordinamento sammarinese, come del resto quello italiano, prevede dei casi di ricorso diretto al Collegio Garante – l’unico che può esprimersi sulla legittimità di un provvedimento legislativo – ma che non sono riservati ai singoli cittadini. In questi casi la giurisprudenza della Corte si è a più riprese espressa nel permettere l’accesso al giudizio senza necessità di dover adire le vie di ricorso interne che, per i singoli, non sono immediatamente accessibili”.

Non crede che se lo Stato sammarinese ha preso una decisione del genere, lo ha fatto per garantire la tenuta del sistema e dunque tutelare gli stessi cittadini e correntisti? “Io comprendo che ovviamente c’è il tema di garantire la tenuta delle finanze pubbliche ma, insisto, a questi cittadini – sammarinesi ma anche italiani – ‘è stato lo Stato’ – scusi il gioco di parole – a promettere e garantire certe cose. Trovare un nuovo equilibrio, previa attivazione dei canali di dialogo, era possibile ma si è preferito un intervento unilaterale e attuato in ‘zona Cesarini’. I 3 anni di attesa del piano di risoluzione oggi sono diventati 13! Questa più che una modifica è un tradimento delle garanzie fornite e sempre confermate dal 2019 al giugno 2022”.

In tutto questo marasma, la sensazione è che al solito i cosiddetti “pirati della finanza”, coloro che hanno creato i dissesti e che poi sono i veri colpevoli, la facciano sempre franca. Chi invece paga sono cittadini, ma anche gli stessi governi che a questi problemi devono trovare una risoluzione. Che ne pensa? “Ha perfettamente ragione e la ringrazio della domanda per chiarire un punto. I più arrabbiati – per usare un eufemismo – con i responsabili del dissesto di Banca Cis sono proprio gli ex correntisti. Sono loro che stanno pagando i danni più rilevanti di quanto avvenuto. Questo, però, non può significare che possano e debbano essere i correntisti ad individuare o perseguire chi è ‘fuggito col malloppo’, se mi passa quest’espressione. Di questo devono occuparsi le istituzioni competenti, Magistratura e Banca Centrale in primis. Torno al punto di partenza: lo Stato aveva garantito il rimborso in base a certi criteri e garanzie ai risparmiatori innocenti che non possono essere certo essere ritenuti colpevoli di aver depositato i propri risparmi presso un Istituto che, fino al 2019, era regolarmente autorizzato alla raccolta e alla gestione”. (…)

Articolo tratto da La Serenissima

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