San Marino. Caso gendarme violento, l’Unione donne spinge per il licenziamento

San Marino. Caso gendarme violento, l’Unione donne spinge per il licenziamento

“Il gendarme violento va fermato!”.

Lo chiede a gran voce l’Unione donne sammarinesi dopo essere venuta a conoscenza della vicenda delle violenze fisiche, verbali e psicologiche subite da una donna sammarinese e dalla figlia minorenne da parte di un militare della Gendarmeria.

“Mai avremmo creduto che un pubblico ufficiale, pagato per difendere i cittadini, potesse macchiarsi di comportamenti così indegni del ruolo che ricopre – dichiara in una nota l’Uds -. Sulla base di prove inoppugnabili a carico del gendarme e che non lasciano alcun dubbio sulle violenze subite dalla donna e dalla bambina, sollecitiamo il giudice Morsiani e il Tribunale a emettere in tempi brevissimi una sentenza esemplare che possa mettere fine a questa terribile vicenda, consentendo alle vittime di poter riprendere al più presto una parvenza di vita normale”.

Sempre Uds, oltre a “valutare se costituirsi parte civile nel procedimento contro il militare”, chiede al comandante del Corpo della Gendarmeria di “provvedere, a sentenza emessa, al suo immediato licenziamento per giusta causa con l’aggravante del ruolo ricoperto dall’uomo”.

E ancora: “Non accetteremo né una sospensione dal servizio, tantomeno lo spostamento in altro ufficio pubblico, come troppe volte è successo in passato in questo Paese. Con piacere apprendiamo da un comunicato che il comandante Faraone andrà a fondo nella vicenda per chiarire eventuali omissioni da parte di subalterni o colleghi all’interno del Corpo. Crediamo che ci siano responsabilità gravissime da parte di coloro che, pur sapendo, hanno taciuto, insabbiato o sminuito la vicenda. Ci affidiamo all’indiscussa etica del comandante che, già in passato, ha dimostrato tolleranza zero nei confronti di chi non rispetta la divisa che indossa”.

L’Unione donne sammarinesi, sempre nello stesso comunicato, annuncia che “invierà una lettera ai Capitani Reggenti, alle segreterie di Stato per la Sanità e gli Esteri, all’Authority e alla Commissione Pari Opportunità, al Tribunale e alla Gendarmeria per sollecitare ogni azione a tutela delle vittime e una sentenza in tempi brevi, augurandosi che l’uomo in questione non sia più messo nella condizione di far del male alle vittime o altri”.

“Si avvicina il 25 novembre e proprio, per non rendere questa la solita celebrazione ‘di facciata’, chiederemo che contro la violenza sui più deboli la mano ferrea delle istituzioni non abbia tentennamenti”, chiosa l’Uds. 

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