Anche la Confederazione democratica lavoratori sammarinese è presente alla 111ª Conferenza dell’Organizzazione internazionale del lavoro a Ginevra (Svizzera).
La 111ª Conferenza dell’Organizzazione internazionale del lavoro, che si sta svolgendo nella sede Onu di Ginevra (Svizzera), ha ultimato la sua prima settimana di lavori: a questo importante evento internazionale ha partecipato in rappresentanza della Confederazione democratica lavoratori sammarinese e, in qualità di vice delegato, il vice segretario generale Gianluigi Giardinieri.
“La settimana appena trascorsa è stata densa di appuntamenti e dibattiti – interviene il vice segretario della Cdls, Gianluigi Giardinieri – sono stati molteplici gli interventi di spessore da parte di esponenti dei governi ma anche dei rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori. In Commissione Finanze ho seguito con grande attenzione l’acceso dibattito, che si è svolto in più sessioni, per discutere di un emendamento presentato da alcuni Paesi, in particolare africani e di religione islamica con l’appoggio di Russia e Bielorussia, che aveva la finalità di limitare e subordinare alle norme e leggi vigenti nei singoli Stati la concessione di risorse ed aiuti ai soggetti più vulnerabili e discriminati del mondo del lavoro tra i quali disabili e Lgbt. Si è visto concretamente quante differenze e diverse sensibilità ancora esistono tra i vari Paesi riguardo al rispetto ed alla tutela di tutte le diversità e delle componenti più vulnerabili del mondo del lavoro: c’è indubbiamente tanto da fare per superare queste divergenze. Alla fine è stato necessario un voto palese dei rappresentanti dei governi per bocciare, grazie a un solo voto, questo discutibile emendamento”.
Nel pomeriggio di venerdì è intervenuta in assemblea plenaria Esther Lynch, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati. Puntualizza Giardinieri: “L’intervento del segretario generale della Ces ha toccato vari aspetti che la Cdls condivide pienamente: la contrattazione collettiva è il fulcro indispensabile sia per salari equi che per un lavoro dignitoso, così come gli standard di vita dignitosi possono essere assicurati solamente attraverso un dialogo sociale adeguato ed autentico, il rispetto delle Convenzioni Oil/Oit e una sempre più diffusa contrattazione collettiva. Un messaggio molto chiaro e forte è stato inviato da Esther Lynch anche all’Unione europea e ai Paesi che dovranno adottare misure positive, come ad esempio indirizzare la spesa dell’Ue e dei governi dove c’è il lavoro dignitoso: ecco perché la Ces chiede che i pagamenti da parte del bilancio europeo o dei governi nazionali siano consentiti solo se le attività che vengono finanziate rispettano l’intera gamma dei diritti sindacali”.
“È stato molto apprezzato da parte dell’assemblea – precisa il vice segretario generale della Confederazione democratica lavoratori sammarinese – il passaggio dell’intervento della leader della Ces nel quale viene chiesto un cambiamento delle norme e delle pratiche in materia di appalti pubblici dei Paesi Ue in modo che i contratti vadano solo alle imprese che riconoscono il diritto dei loro lavoratori a una equa retribuzione e alla contrattazione collettiva. Gli appalti pubblici rappresentano il 14% del prodotto interno lordo dell’Ue, ma la metà delle gare d’appalto in Europa viene assegnata semplicemente sulla base di un criterio ‘economicamente più vantaggioso’: questo sta guidando una corsa verso il basso. Per il segretario generale della Ces, non può e non deve essere così, si può avere una positiva concorrenza guidata dagli investimenti e dall’innovazione e non una battaglia al ribasso con bassi salari e cattive condizioni di lavoro. Infine, un forte appello da parte di Esther Lynch, che rappresenta oltre 54 milioni di lavoratori e i loro sindacati europei: chiediamo che le conclusioni di questo Ilc del 2023 includano l’impegno che il raggiungimento dell’agenda dell’Ilo per il lavoro dignitoso diventi un criterio universale per la concessione di qualsiasi sostegno finanziario e che nessuna azienda che rifiuti il diritto dei propri lavoratori di organizzarsi o neghi il loro diritto alle tutele sindacali ed alla contrattazione collettiva si aggiudichi un appalto pubblico dell’Ue o dei Paesi appartenenti”.
Sottolinea ancora Giardinieri: “Ritengo necessario anche richiamare alcuni passaggi del discorso di apertura della 111ª Conferenza Ilo fatto da Gilbert F. Houngbo, direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro: i benefici derivati dalla quarta rivoluzione industriale, che promette una trasformazione radicale dei metodi di produzione, gli sconvolgimenti demografici e la necessità imperativa di decarbonizzare l’economia, costituiscono giustamente opportunità per un futuro migliore per tutti noi. Allo stesso tempo, continuano a esistere disuguaglianze profonde: è assurdo sottolineare che attualmente 4 miliardi di nostri concittadini sono privi di protezione sociale e 214 milioni di lavoratori hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà. Come spiegare che le donne guadagnano ancora, in media, il 20 per cento in meno all’ora rispetto ai loro colleghi maschi? Ha sottolineato il direttore generale dell’Ilo: non possiamo stare a guardare la recrudescenza del lavoro minorile e del lavoro forzato e non possiamo rimanere passivi di fronte ai rischi di discriminazione, in qualsiasi forma, o ai rischi di esclusione, violenza e molestie”.
La Conferenza Oit proseguirà fino al 16 giugno con ulteriori eventi e approfondimenti: il 14 e il 15 giugno si terrà il “World of Work summit – Social Justice for All”, un importante summit a livello globale che vedrà la presenza di esponenti e capi di governo di numerosi Paesi che si confronteranno sulla necessità di giustizia sociale per tutti.
Giardinieri conclude: “Mutuando le parole del direttore generale dell’Oit, concordo che l’auspicio di tutti noi è che questa 111ª Conferenza Oit venga considerata come un’opportunità per costruire un mondo più equo e più stabile, con transizioni giuste, apprendistati di qualità che sostengano le competenze e il potenziale occupazionale dei giovani, una protezione del lavoro inclusiva ed efficace e, soprattutto, un lavoro più dignitoso”.