San Marino. Celebrato l’80esimo anniversario della CSdL

San Marino. Celebrato l’80esimo anniversario della CSdL

Si è celebrata mercoledì 5 luglio al Teatro Titano, con una platea piena di ospiti, lavoratori e cittadini, la prima iniziativa dell’80° anniversario della CSdL, la cui data fondativa risale al 3 settembre 1943.

Ne dà notizia la CSDL, aggiungendo: “Protagonisti i Segretari Generali dal 1984 ad oggi: Stefano Macina (1984-1992), Pio Chiaruzzi (1992-1994), Giovanni Ghiotti (1994-2010), Giuliano Tamagnini (2010-2021), e l’attuale Segretario Enzo Merlini. Il dibattito è stato coordinato da Sara Bucci, giornalista di San Marino RTV.

Stefano Macina ha esordito ricordando l’inizio della sua militanza, con l’adesione alla CSdL nel 1977, in cui si è rapportato con l’allora Segretario Mario Nanni e il Segretario Generale Aggiunto Andrea Bacciocchi, grandi protagonisti della storia della Confederazione del Lavoro. La sua prima esperienza nel sindacato è stata la partecipazione ad un corso di formazione della CGIL ad Ariccia durata un mese e mezzo. “Allora l’obiettivo della contrattazione era consolidare il potere d’acquisto delle retribuzioni; prima i contratti erano solo aziendali, poi si sono raggiunti i contratti collettivi settoriali ed infine quelli nazionali.”

L’azione del sindacato andava molto al di là dell’attività contrattuale, ha ricordato Stefano Macina. “Abbiamo costituito la Titancoop, le prime cooperative per la formazione degli asili nido, le cooperative abitative. Il sindacato ha perfino promosso la prima radio libera sammarinese, che trasmetteva da Montelicciano, per realizzare una informazione pluralista e democratica.

Obiettivo della CSdL e del sindacato era conquistare altri diritti oltre a quelli strettamente connessi al lavoro in fabbrica o in ufficio. Peraltro in quegli anni era molto aumentato il numero delle donne lavoratrici, per le quali si rendevano necessari nuovi servizi e diritti per la tutela della famiglia”. Stefano Macina si è poi soffermato sulle ragioni della grande conflittualità con l’ANIS nel rinnovo contrattuale del 1989, con più di 100 ore di sciopero. “Quella conflittualità nasceva dal fatto che avevamo inserito nelle richieste contrattuali anche molte rivendicazioni di carattere sociale. Poi grazie al ruolo di alcune aziende, si è arrivati ad una soluzione. Da quella vicenda se ne è usciti con la consapevolezza che era necessario creare nuovi modelli di relazioni industriali, che si sono concretizzati nei periodi successivi.”

Pio Chiaruzzi ha ricordato come il suo periodo alla Segreteria generale sia stato caratterizzato da una serie di successi. “Nel 1992 è stato rinnovato il contratto dell’industria senza neanche un’ora di sciopero. Si era realizzato il primo protocollo di relazioni sociali e industriali con l’ANIS, che prevedeva procedure di confronto che hanno portato alla positiva conclusione del contratto. Nel ’93 abbiamo organizzato un convegno insieme alla stessa Associazione Industriali, sui cambiamenti dell’economia in rapporto all’Unione Europea.

Iscritto alla CSdL, sono entrato in CSU in qualità di primo funzionario unitario: ho seguito il settore internazionale, la politica delle riforme, le politiche sociali, il percorso per la realizzazione delle mense e delle cooperative di abitazione e la costituzione della Titancoop, di cui sono stato presidente dal 1976 al 1985.”

Pio Chiaruzzi, impiegato all’Astra di Montegiardino (azienda di abbigliamento) prima dell’approdo al sindacato, ha evidenziato come proprio nel settore tessile all’inizio degli anni ’70 fu siglato il primo contratto di settore, che rappresentava un passo in avanti rispetto ai contratti aziendali fino ad allora esistenti. Seguì il contratto del comparto metalmeccanico. I contratti di settore crearono le premesse per giungere, nel 1978, alla sottoscrizione del primo contratto collettivo nazionale dell’industria.

Giovanni Ghiotti ha anch’esso brevemente ricordato la vertenza contrattuale del 1989, in cui i dirigenti sindacali subirono anche minacce e intimidazioni. Il sindacato si prefiggeva di essere un agente sociale e un interlocutore per la politica. “Abbiamo dato seguito a quella che era stata un’intuizione di Mario Nanni, di puntare sulle politiche sociali e dei servizi ai lavoratori e ai cittadini. Con la nascita della CSU e la costituzione del Fondo Servizi Sociali il sindacato ha compiuto un salto di qualità; aveva consolidato la propria visione generale sui temi della democrazia, del fisco, dei diritti sociali e dei servizi, mentre altri volevano mantenerlo isolato e impegnato solo sulle problematiche della fabbrica. Dagli anni ’70 in poi si è realizzata pienamente l’autonomia, a partire dalle norme sulla incompatibilità tra cariche sindacali e politiche.”

“Uno degli obiettivi del mio mandato – ha sottolineato Giovanni Ghiotti – è stata la ricerca dell’unità organica del sindacato, per realizzare una organizzazione unitaria e pluralista. Ma la politica ha avuto grandi responsabilità nel contrastare questo progetto, perché un sindacato unito e forte fa paura. A mio avviso questo anniversario dovrebbe servire a collegare passato e presente, promuovendo una piattaforma progettuale di azioni e obiettivi per il futuro.” Grande preoccupazione Ghiotti ha quindi espresso per il debito pubblico, per il quale tutta la collettività è costretta a pagare anche una grande mole di interessi; risorse che vengono sottratte alla sanità, alla scuola, ai servizi per i cittadini. “È assurdo che abbiamo contratto debito con soggetti stranieri quando potevamo utilizzare le risorse presenti nelle banche sammarinesi.”

Giuliano Tamagnini ha svolto il suo mandato di Segretario Generale in una congiuntura estremamente problematica: prima la crisi finanziaria iniziata nel 2008, poi la crisi sammarinese causata dai dissesti bancari, ed infine la pandemia da covid. “Nel mio mandato di contratti ne sono stati firmati pochi”, ha esordito. “Tra il 2007 e il 2010 la Confederazione ha realizzato un progetto economico per San Marino con la collaborazione di prestigiosi docenti universitari, che pone al centro il settore manifatturiero e l’economia reale, mentre il ruolo dell’economia finanziaria e dei servizi doveva essere di supporto. Siamo stati presi in giro perché allora si inseguiva ancora la chimera della piazza finanziaria, quando invece con le crisi bancarie, che hanno prodotto un miliardo e mezzo di debito, la stessa attività finanziaria è diventata una palla al piede per il paese. San Marino ha retto alla crisi grazie proprio al settore industriale e manifatturiero, che è riuscito a stare in piedi da solo. Questo progetto è stato una voce nel deserto; alcuni si sono complimentati per il buon lavoro svolto, ma la politica non l’ha tenuto in nessuna considerazione. Ancora oggi vediamo che si sta spingendo verso la speculazione (il riferimento è al DES, rientrato dalla finestra nel progetto di assestamento di bilancio), piuttosto che investire sull’economia reale.”

Tamagnini ha quindi ricordato la riforma fiscale del 2013, che doveva essere la base per il rilancio del paese, che non ha realizzato l’obiettivo dell’equità fiscale; infatti l’evasione ed elusione fiscale sono tuttora molto diffuse. “Un fatto epocale è stata la legge sulla rappresentatività del 2016, che ha sancito quali soggetti possono trattare e firmare i contratti, in base alla maggiore rappresentatività nel proprio settore, e consolidato il carattere erga omnes dei contratti, una conquista basata sulla solidarietà che ha pochi eguali al mondo.”

L’attuale Segretario Generale Enzo Merlini ha esordito evidenziando i cambiamenti nella partecipazione dei lavoratori alla vita del sindacato. “Prima di iniziare nel ’95 la mia esperienza a tempo pieno nel sindacato, andavo dai dirigenti della Federazione Industria, allora gli stessi Giovanni Ghiotti e Giuliano Tamagnini, per farmi aggiornare su quanto succedeva. All’epoca, infatti, il rapporto con i lavoratori era diretto, ora in larga parte è stato sostituito dagli strumenti di comunicazione. C’era una tale fiducia nel sindacato che, ad esempio, prima si scioperava e poi i Consigli di Fabbrica ne spiegavano le motivazioni.

Sarebbe necessario ripristinare questo rapporto diretto con i lavoratori con costanza, ma le vertenze sono talmente tante, che assorbono gran parte delle energie dei dirigenti e funzionari; inoltre, non è secondario il fatto che le disponibilità economiche, che prima erano divise tra due organizzazioni, ora sono ripartite tra tre sigle sindacali, essendosi aggiunta la USL. Per dare l’idea di quanto sia difficile e impegnativa l’attività quotidiana del sindacato, per fare il referendum per il contratto industria abbiamo impiegato quattro mesi e mezzo.

Rileggendo il libro su Mario Nanni, ho riscoperto un filo conduttore che la CSdL ha mantenuto. Fin dalla fine degli anni ’70 ricorrono i suo appelli a tutelare l’economia reale dal pericolo che venisse soppiantata da quella fittizia e finanziaria. Questo appello è valido ancora oggi, tanto più a fronte dell’enorme debito pubblico che grava sulla testa di tutti i cittadini, e che non vogliamo ricada sulle nuove generazioni. Il nostro impegno è quello di non disperdere i valori trasmessi da dirigenti di elevatissimo spessore umano e morale. Di questi tempi non è affatto facile, ma faremo del nostro meglio.”

Prima del dibattito è avvenuta la consegna, da parte della Presidente della Fondazione XXV Marzo Olga Carattoni, dell’archivio della CSdL per il periodo 1943-1980 digitalizzato dalla stessa Fondazione. Laura Rossi, membro del Comitato Scientifico, ha compiuto un ampio escursus sulla storia della CSdL e del sindacato sammarinese, fin dalla fine dell’800″.

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