San Marino. Clessidra Atomica: Rf chiede chiarimenti sull’importante opera scomparsa

San Marino. Clessidra Atomica: Rf chiede chiarimenti sull’importante opera scomparsa

La Clessidra Atomica di San Marino è al centro di un’interpellanza firmata da Repubblica Futura.

Rf si rivolge al Governo chiedendo chiarimenti in merito sull’opera realizzata dagli architetti Geppi e Bodega e installata alla Cava dei Balestrieri.

Repubblica Futura chiede chiarimenti in merito

Il Congresso di Stato con delibera n.9 del 29 luglio 1997, deliberava la realizzazione e la installazione di una clessidra atomica atta a seguire costantemente il numero delle bombe atomiche disinnescate a seguito degli accordi internazionali sul disarmo: SALT1; SALT2 ecc.

L’opera è stata realizzata dalla ditta sammarinese ROBOPAC Srl e alcuni mesi dopo inaugurata in pompa magna.

L’idea della clessidra atomica nasce nell’ambito dell’attività di: “CENTRO PER IL DISARMO” Organizzazione non governativa riconosciuta dall’ONU, con sede a Roma e presieduta dal Sen. Luigi ANDERLINI.

Il Progetto è opera degli Architetti: Giulio Geppi e Paolo Bodega. La clessidra viene installata in Via Eugippo al di sopra della Cava dei Balestrieri. Per molti anni la clessidra è stata ammirata da milioni di turisti che, incuriositi, si soffermavano a guardare i numeratori a decrescere ad ogni operazione che veniva effettuata. Una vera gioia per tutti i Pacifisti e NO-Atomica.

Poi la clessidra scompare, sembra nell’anno 2005, e l’editoria italiana, in un libro dedicato a San Marino e dal titolo curioso: “I Luoghi Misteriosi di San Marino”
inserisce la storia della clessidra come uno dei 40 segreti di San Marino, almeno quelli classificati dagli autori, ma che saranno sicuramente molti di più.

A quella inaugurazione avrebbe dovuto seguire un Convegno scientifico internazionale, poi non realizzato – così pare.

Il problema delle guerre, del proliferare dei Paesi in possesso di armi nucleari, le tensioni crescenti e le giornaliere minacce di spingere i famosi pulsanti rossi, rendono molto attuale quella scelta pacifista di allora che sembra dimenticata.

Si interpella il Governo per:

– sapere chi ha deciso e con quale strumento è stata autorizzata la rimozione; chi ha preso in custodia il prezioso strumento unico al mondo, in quale luogo si trova e in quale stato di conservazione;

– valutare l’opportunità di restituire a quel luogo uno strumento di Pace, di dimostrazione della volontà dell’Umanità di non voler cadere nel baratro dell’atomica e della scomparsa del nostro pianeta. San Marino potrebbe lanciare questo “grido di dolore” e invitare tutti i Paesi del mondo a sedersi ad un tavolo di Pace e ricostruire lo spirito di collaborazione creato nella “Conferenza di Helsinki” del 1975 nella quale si ricordano la partecipazione attiva della Repubblica e gli importantissimi risultati raggiunti;

– prestare particolare attenzione agli eventi e adottare sistemi di raccolta dati e archiviazione per “nulla dimenticare”. La memoria è la vita di un Paese soprattutto quando piccolo.

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