San Marino. Politica, anche il centro “si muove”. Motus apre a Repubblica futura

San Marino. Politica, anche il centro “si muove”. Motus apre a Repubblica futura

Ormai che a San Marino sia partita la corsa per le prossime elezioni politiche è un dato di fatto.

Ad oggi su questo versante è molto attiva l’area di sinistra o centro sinistra: Noi Sammarinesi, i consiglieri socialisti (ma non il partito) ed il Mis hanno lanciato l’aggregazione per un progetto liberal-socialista; Partito socialista (senza consiglieri), Psd (con il ritorno di Pedini e del suo Movimento democratico) ed Elego stanno invece lavorando alla reunion socialista; Libera dal canto suo ha appena lanciato il “progetto riformista” chiamando a raccolta i simpatizzanti di quell’area.

Pochi giorni fa anche dall’area di centro è arrivato un sussulto: Domani Motus Liberi ha annunciato di puntare alla “aggregazione di quell’area di centro che, pur non dimenticando la tradizione, possa guardare senza paura a un futuro innovativo, libero e democratico”.

Dopo aver incontrato le altre forze politiche ma anche quelle sociali ed economiche, il partito di Fabio Righi ha maturato “la convinzione della necessità di rafforzare un’area di centro liberale e democratica che possa al meglio rappresentare i valori fondamentali della responsabilità, dell’eguaglianza, della libertà, della giustizia, della solidarietà, della sussidiarietà, del bene comune, del senso dello Stato che il partito rappresenta”.
Tutto ciò “nella convinzione di poter trovare su queste basi l’interesse di tante forze, donne e uomini che sentano forte l’esigenza di ridare spazio e voce alla speranza di perseguire il sogno di un cambiamento sano e reale, da riscontrarsi nei fatti ancor prima che nelle parole, della vita politica della Repubblica”.

Motus non fa nomi, ma in Consiglio le principali forze di centro sono soltanto altre due: Democrazia cristiana e Repubblica Futura.

E con gli alleati di governo i rapporti sono decisamente logori. Negli anni sono stati bloccati o boicottati diversi progetti promossi dal Segretario all’Industria Righi e dal suo partito: dal San Marino 2030 all’accordo con Amazon Web Services, dalla nuova legge sulle società all’investimento milionario nel settore energetico del Fondo Aquila Capital.

D’altra parte Motus è stato critico sul progetto del Des promosso dai Segretari di Stato democristiani.

Un clima da separati in casa in pratica. Ma la forza di Mirko Dolcini non sembra intenzionata ancora ad uscire dalla maggioranza. Anzi, ha sempre respinto con forza tale ipotesi, limitandosi a fare polemica o a rispondere alle polemiche. Tale posizione è però sempre più scomoda, visto che alimenta la perdita di credibilità all’interno della maggioranza.

Anche per questo un asse Motus-Rf potrebbe raccogliere gli elettori dell’area di centro destra delusi dall’atteggiamento o dai leader della Dc. Inoltre andrebbe ad erodere consensi dal contenitore Liberal-socialista di Gian Nicola Berti, che non riscuote simpatie da entrambe le forze politiche.

Se guardiamo ai risultati del 2019, questo nuovo soggetto “peserebbe” 10 consiglieri, tutt’altro che poco in ottica delle alleanze post voto previste dalla nuova legge elettorale.

 

Mentre tutti i soggetti ruotano con frenesia cercando un’orbita favorevole, la Democrazia cristiana resta immobile al centro dell’universo politico sammarinese godendosi lo spettacolo e illuminando con i suoi caldi raggi governativi prima l’una poi l’altra forza satellite.

Impensabile ad oggi immaginare Gian Carlo Venturini e compagni non indispensabili per formare un nuovo governo. Anzi, c’è chi, come il Segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini, auspica che la Dc raggiunga il 51% dei consensi da sola “perché – scrive sulla propria pagina Facebook – governare con i gruppi e gruppetti che non costruiranno mai nulla e mai hanno costruito, risulta esser un esercizio quasi inutile per gli interessi del Paese”.

 

Riflessioni provocatorie ma che delineano il clima da ultimo giorno di scuola che si inizia a respirare in Consiglio.

 

Davide Giardi

 

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