Domenica 29 gennaio si è svolta l’Assemblea degli aderenti al Partito Socialista che ha ribadito l’esigenza di riorganizzare il partito “che non deve morire”.
Formalizzata la rottura con i due consiglieri eletti nel 2019 tra le fila del partito, Alessandro Mancini e Giacomo Simoncini e con il progetto politico liberal-riformista lanciato con Mis e Noi Sammarinesi: “Chi lavora da tempo nell’ombra – spiega il Partito in una nota – quindi per noi non è stata una sorpresa la conferenza stampa a cui hanno partecipato i nostri 2 Consiglieri, e con intento di dare vita a un nuovo soggetto politico, è stato opportunamente isolato dall’Assemblea degli Aderenti, che ha respinto l’idea di dare vita ad un contraddittorio raggruppamento liberal-democratico–socialista–riformista che, se possibile, aumenterebbe la confusione già esistente”.
L’assemblea degli aderenti al Partito Socialista ha approvato il nuovo Statuto, ha approvato i documenti assembleari e ha nominato la nuova Direzione, “di cui fanno parte vecchi e nuovi Compagni ed una numerosa rappresentanza femminile ed ha approvato il codice comportamentale che deve garantire la trasparenza, la serietà, e l’attendibilità di ogni aderente al Partito Socialista nella vita quotidiana e soprattutto se si rappresenta il Partito nelle istituzioni”. Una velata frecciata al consigliere Mancini e alla sua dichiarazione sul codice etico.
Nei prossimi giorni la Direzione si riunirà per nominare il Presidente, la Segreteria e ricoprire gli incarichi previsti dallo Statuto.
“A questo punto – tuona il garofano rosso – il Partito Socialista c’è di fatto e non solo sulla carta! Opererà nella trasparenza più assoluta, nel dialogo e nel confronto con tutti coloro i quali condividono i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale, nell’interesse della Repubblica di San Marino”.