San Marino. Commissione Finanze, seduta odierna pomeridiana 20 novembre. Agenzia Dire

San Marino. Commissione Finanze, seduta odierna pomeridiana 20 novembre. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE
PERMANENTE FINANZE, BILANCIO

E PROGRAMMAZIONE; ARTIGIANATO,
INDUSTRIA, COMMERCIO; TURISMO, SERVIZI, TRASPORTI E TELECOMUNICAZIONI,

LAVORO E COOPERAZIONE

MERCOLEDI’ 20 NOVEMBRE-
POMERIGGIO

            Alle 16.50
va di scena lo strappo dell’opposizione con l’abbandono dell’Aula di tutti i
commissari. “Abbandoniamo la seduta- ha annunciato per primo Pier Marino
Mularoni, Upr- non avendo trovato il minimo confronto con una maggioranza che
resta ferma su tutte le sue posizioni. Siamo a una sceneggiata e non intendiamo
più parteciparvi”.

            L’uscita
dei cinque commissari di minoranza presenti oggi (assente solo quello di Rete,
ma in accordo con gli altri colleghi dell’opposizione) giunge dopo la
bocciatura della maggioranza di una serie di emendamenti
aggiuntivi
proposti dall’Upr volti a introdurre e istituire la Commissione tributaria, un
organismo tecnico che possa esercitare giurisdizione in materia di imposta
generale sui redditi. Il commissario Pier Marino Mularoni, Upr, presenta i 22
emendamenti, che vanno dall’articolo 119 bis all’articolo 119 duovicies,
che mirano in sostanza a proporre l’istituzione di una commissione tecnica con
giurisdizione speciale cui fare riferimento, al posto della giurisdizione
ordinaria, per non sovraccaricare l’autorità giudiziaria sui ricorsi dei
contribuenti.

            I commissari di minoranza fanno
quadrato attorno agli emendamenti dell’Upr, sollevando il dubbio di
incostituzionalità delle procedure previste dal provvedimento e sulla mancanza
di garanzie per i contribuenti.  Per la
maggioranza intervengono Luca Beccari, Pdcs, e Valeria Ciavatta, Ap, per
sottolineare,dal loro punto di vista, le contraddizioni dell’impianto proposto
dalla minoranza. Il segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici,
conferma l’orientamento contrario del governo: “Ho le stesse riserve di
incostituzionalità che l’opposizione identifica nella nostra proposta”. I
commissari procedono a votare il primo degli emendamenti, respingendolo: la sua
bocciatura vale per tutti i seguenti relativi al funzionamento della
commissione tributaria. 

Il muro contro
muro procede all’articolo 120, Procedura semplificata di ricorso.
Rossano Fabbri, Ps, presenta un emendamento per abrogare l’intero articolo che
rinvia a un successivo decreto delegato la disciplina di procedura semplificata
per i ricorsi. Per Fabbri questa è materia su cui deve legiferare il Consiglio
grande e generale, non il governo. L’orientamento del governo e della
maggioranza resta contrario all’emendamento, di qui gli interventi dei
commissari di minoranza per annunciare l’abbandono dell’Aula.

Una volta uscita
l’opposizione, i commissari di maggioranza proseguono speditamente con l’esame
dell’articolato.

Seguirà una nota
sulla conclusione dei lavori.

Di seguito un sunto
delle dichiarazioni dei commissari di minoranza prima dell’uscita dall’Aula. 

Pier Marino Mularoni, Upr: “Andate avanti, parleremo nel Paese, è legittimo che noi

abbandoniamo una seduta, non avendo trovato il
minimo confronto con una maggioranza che resta ferma su tutte le sue posizioni
e usa argomentazioni per bocciare emendamenti e le stesse per approvare i suoi
articoli. Siamo a una sceneggiata e non intendiamo più parteciparvi”.

Paolo Crescentini, Ps: “Ci sentiamo presi in giro da questo modo di impostare il lavoro,
l’articolo 120 rappresenta lo stesso modo di far politica alla sammarinese,
tramite decreto delegato.

E’ l’ennesimo provvedimento che da una parte dà,
dall’altra toglie, è una commissione dell’inciucio. Il ruolo del Consiglio
grande e generale è sminuito. E’ un modo di fare che non ci appartiene, abbiamo
cercato di portare un contributo al testo, siamo stati accusati invece di fare
strumentalizzazione, ma non è il nostro obiettivo. Se il ruolo dell’opposizione
si deve limitare a un semplice botta e risposta, tanto vale togliere disturbo e
lasciare alla maggioranza e al governo di portare in porto la legge. Noi
spiegheremo al Paese come sono andate le cose, a breve discuteremo il
provvedimento in Consiglio grande generale e faremo sentire tutto il nostro
disappunto per una riforma tributaria che non risponde alle reali esigenze del
Paese”.

Andrea Zafferani, C10:  “Le motivazioni portate dal
collega Fabbri, sul fatto che questo tipo di norme dovrebbe essere riservata
alla legge, e la risposta del segretario, con cui spiega che il  delegato sarà fatto al tavolo, riflettono la
logica della riforma che non compie scelte necessarie, ma fa interventi
minimali di miglioramento di un sistema impresentabile. E’ una riforma che non
affronta con coraggio le sfide, ma le rimanda alla contrattazione del tavolo di
inciucio tributario, creato per la volontà della maggioranza di scansare un
problema politico forte, ovvero la totale contrarietà delle forze sociali. I
sindacati sono stati quietati dalla rassicurazione che saranno al tavolo delle
scelte che verranno. La riforma contiene poche scelte per non scontentare le
parti sociali e l’assicurazione che saranno protagoniste per una nuova legge e
la modifica delle scelte fondamentali, come l’accertamento, perché tutto si
rinvia a decreto. Noi in Aula abbiamo cercato di contrastare questa legge,
proponendo una serie di scelte, da ultimo la commissione tributaria, per far sì
che la legge fosse una vera riforma già da oggi, in grado di affrontare tutti i
problemi.

Al di là dell’accoglimento di qualche emendamento
molto di dettaglio, c’è stata chiusura 
su tutta la linea, arriverà la logica di demandare al tavolo
dell’inciucio tributario le scelte che dovrebbero essere in Aula. Noi abbiamo
cercato di fare la nostra parte, vedendo come si è sviluppata una parte
importante della legge, diciamo che è blindata. La maggioranza si prenda tutte
le sue responsabilità. Non c’è volontà di fare una vera riforma per il futuro,
ancora una volta il Consiglio viene trattato in maniera non consona al suo
ruolo”.

Tony Margiotta, Su: “E’ una maggioranza non seria per come ha portato avanti una riforma
di questo tipo. Serviva un segnale importante da parte della maggioranza e del
governo, per condividerla con tutte le forze politiche che rappresentano
un’intera comunità. L’opposizione rappresenta oltre il 49% del Paese, è un dato
importante ed è necessario e responsabile poter condividere riforme come
questa. Invece non c’è stata nessun tipo di apertura, la riforma era blindata,
come dimostrano le votazioni, 9 a 5 o 9 a 6. Era necessario discutere e
condividere al meglio. In Aula le condizioni per discutere non ci sono più. Al
Paese diremo le modalità con cui è stata portata avanti la riforma e la
blindatura in Commissione. In Consiglio grande e generale faremo la nostro
battaglia”.

Stefano Macina, Psd: “Faccio parte dei gruppi di maggioranza e confermo che, nei lavori
svolti fino adesso, quando un confronto e un accoglimento delle proposte
dell’opposizione erano possibili, sono stati fatti. E’ fuori dubbio che se
degli emendamenti come questi sui meccanismi di ricorso cambiano l’impostazione
della proposta di legge, diventa difficile cambiare tutta l’impalcatura del
sistema di accertamenti in Commissione.

Rispetto alla proposta in prima lettura della
passata legislatura, sugli accertamenti qui non ci sono elementi di novità
dell’ultimo momento. Eppure allora non ci sono state uscite di scena
dell’opposizione e barricate. L’approccio dell’ultimo momento rispetto alle
proposte fatte però mi sembra una motivazione estremamente debole. Per quanto
riguarda questo provvedimento di legge, per la maggioranza è essenziale che
strumenti di accertamento funzionino. I dubbi che ci sono oggi sono questioni
che saranno prioritarie una volta approvata legge”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le
Finanze:
“Dispiace che l’opposizione, nella sua
eterogeneità, dice che vuole un’altra legge. Non è così, c’è invece
un’opposizione che, non avendo la capacità politica in grado di produrre
proposte che possano essere integrate, abbandona l’Aula”.

Maria Luisa Berti, Ns, presidente: “Chiedo che, prima di uscire, i commissari di minoranza comunichino
se intendono nominare un loro relatore per il provvedimento”.

Rossano Fabbri, Ps:  “Il teatrino del segretario
degli ultimi mesi è facilmente riassumibile nella discussione dell’ultimo
emendamento. Fa finta di non sentire e risponde di altro. Abbiamo eccepito che
la procedura semplificata venisse introdotta per decreto, perché per noi è la
legge che ha priorità. E lui ti risponde ‘quant’è bella la procedura’. Lei non
ha risposto per tutta la seduta e continua a non rispondere. Il nostro compito
finisce qua. Vi assumete la responsabilità esclusiva di questo provvedimento,
che può mettere in crisi una struttura fondamentale di questo Paese. Speriamo
che il segretario ci possa rassicurare nel dibattito consiliare.

 Al
presidente rivolgo due parole. Per due volte ieri ha chiesto scusa
all’opposizione per una convocazione e procedure al limite del regolamento
consiliare. La legge tributaria è importante, ma non ci è stato possibile
partecipare, relegati a un ruolo marginale e sostituiti da altri interlocutori,
forse per paura della piazza. Questa mancanza di riguardo verso l’opposizione
parte da lontano.

Per la stesura della relazione di minoranza
nominiamo il commissario Andrea Zafferani.

Rispondo a Macina: nella precedente legislatura
la commissione, opposizione e maggioranza, ha avuto modo di confrontarsi in
Aula e quella riforma, seppure contrastata, è nata in Aula. Questa invece è
stata una riforma blindata, senza possibilità di dialogo, ad eccezione per
alcuni accorgimenti non incidenti”.

San Marino, 20
novembre 2013/02

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