San Marino. Consiglio Grande e Generale. 13 marzo 2014. Agenzia Dire.

San Marino. Consiglio Grande e Generale. 13 marzo 2014. Agenzia Dire.

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 7-13 MARZO

GIOVEDI’ 13 MARZO

La
seduta riparte dall’esame delle istanze d’Arengo. Solo tre delle
dieci istanze discusse sono approvate dal Consiglio grande e
generale, tutte di competenza della segreteria di Stato al
Territorio. Viene inoltre accolto un ordine del giorno presentato
dalla maggioranza nel corso del dibattito sull’istanza n.5, che
impegna il congresso di Stato a disciplinare l’attività dei
familiari nelle imprese, anche sotto il profilo previdenziale.

La
prima istanza che viene affrontata, la numero
13,
riguarda l’equiparazione del valore del gettone di presenza percepito
dai consiglieri dipendenti pubblici o pensionati a quello percepito
dai consiglieri dipendenti privati o studenti. Viene respinta con 24
voti contrari, 21 favorevoli e due astenuti. Stessa sorte per la
numero
12, che richiedeva di dimezzare il numero
dei consiglieri e per la numero
16, in favore
della concessione della cittadinanza sammarinese a quelle donne che
l’avevano persa per aver contratto matrimonio con un forense, in base
alle normative non più in vigore. Bocciata anche l’istanza d’Arengo
numero
5, per far accedere alla gestione
separata anche il socio di un’azienda titolare di pensione ordinaria.
A riguardo però viene accolto a maggioranza un ordine del giorno
presentato da Pdcs-Ns, Ap e Psd che impegna l’esecutivo a
disciplinare l’attività dei familiari nell’impresa anche sotto il
profilo previdenziale.

Pollice
verso anche per l’istanza d’Arengo in materia di doping e
passaporto biologico. Viene respinta con 28 voti contrari e 21
favorevoli.
Viene invece accolta la n., 18, quella per
terminare il lavoro di messa in funzione dei servizi
igienici al parco di Falciano.

Bocciata
l’istanza n.
15 in favore della realizzazione di
un dosso artificiale nel tratto di Strada la Zanetta di Falciano, nel
rettilineo che dal plesso scolastico arriva alla chiesa.
Accolta
invece la numero 20, per l’installazione di rilevatori di velocità
e/o rallentatori del traffico nella zona del centro di Chiesanuova.
Così come la numero 26, affinché prima dell’abbattimento di
alberature secolari sia dato alla popolazione un preavviso scritto di
ameno una settimana da porsi nelle immediate vicinanze della pianta
da abbattere.

Respinta
infine l’ultima istanza, la
n. 27 in materia di
ammortizzatori sociali.

I
lavori procedono con la nomina all’unanimità del Comandante
superiore delle Milizie, Leonardo Maria Lonfernini (si è astenuto il
consigliere Giovanni Lonfernini, per motivi di parentela). Si
continua con i progetti di legge in prima lettura: il segretario di
Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, presenta il progetto di
legge “Norme che definiscono gli aventi diritto alle prestazioni
sanitarie e disposizioni per applicazione quota capitaria”. In
prima lettura anche la riforma dell’editoria, presentata dal
segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi, su cui si chiudono i
lavori.

Di seguito un riassunto dei lavori

Comma 3, Istanze d’Arengo

Istanza d’Arengo n.13 – Per
l’equiparazione del valore del gettone di presenza percepito dai
membri del Consiglio grande e generale dipendenti pubblici o
pensionati a quello percepito dai consiglieri dipendenti privati o
studenti e perché il dipendente pubblico che partecipi alle sedute
del Consiglio grande e generale non venga retribuito ma venga ad esso
riconosciuto il permesso speciale concesso ai consiglieri dipendenti
privati. Respinta (24 No, 21 Sì, 2 astenuti)

Gian Carlo Venturini, segretario di
Stato per gli Affari interni:
“Il Consiglio grande e generale
ha adottato un ordine del giorno, approvato nel maggio scorso, che lo
impegna all’elaborazione del regolamento consiliare entro il 30
giugno 2014, la tematica del gettone rientra in questo ambito. Il
gruppo di lavoro ha inserito tale problematica nella bozza del
provvedimento, si ritiene di dovere respingere l’istanza in quanto
superata”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Entro
il 30 giugno abbiamo la possibilità, nella revisione del regolamento
consiliare, di prendere in esame la questione, altrimenti c’è
l’appuntamento della finanziaria a fine anno. Il principio di equità
dei consiglieri richiesto dagli istanti è condivisibile, non è
assolutamente giusto però che la condizione di partenza sia l’uso di
permessi speciali non retribuiti o delle ferie. E più giusto e
logico possa esistere anche un permesso consiliare o istituzionale.
La mia proposta è molto semplice: il dipendente pubblico o privato
eletto in Consiglio deve partecipare ai lavori parlamentari
utilizzando permessi retribuiti se le sedute sono durante il normale
orario di lavoro, senza percepire gettoni. Se si intervenisse poi nel
regolamento sulla tempistica degli interventi, si riuscirebbe a
ridurre la durata delle sedute e a incidere sul costo”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Noto
molte cancellazioni degli interventi, eventualmente qualcuno ha
ritenuto di abbreviare la durata di dibattito su questo argomento.
C’è un effetto distorsivo proprio legato al prolungarsi della durata
delle sedute. Qui dentro ci sono funzionari di partito retribuiti, la
categoria A, quella privilegiata, poi c’è la categoria B, dei
dipendenti pubblici, che hanno giustamente un’indennità ristoratrice
del lavoro perduto, poi ci sono quelli di serie C, dipendenti del
settore privato che hanno un trattamento economico inferiore, ma
anche grossi problemi perché astenersi dal lavoro, crea problemi con
i datori di lavoro. Poi c’è la categoria C, dei liberi
professionisti, quella cui appartengo: una volta che si torna comuni
cittadini magari ha perso clienti, visto che ha potuto dedicargli
meno tempo. C’è un problema di diseguaglianza. A microfono aperto si
spende troppo tempo spero per istanze secondarie, perché non ci
rivolge ai presenti, ma a terzi. C’è un vulnus e un problema di
funzionamento, siamo passati dalla tutela della libertà all’abuso,
l’istanza è un elemento utile per dire che il regolamento consiliare
è necessario, ma è anche necessario ripensare al rispetto degli
interlocutori quando siamo qui dentro. Troppo spesso sento cose non
aderenti alla realtà, troppo spesso si parla quando non si ha nulla
da dire”.

Luca Santolini, C10: “Siamo
tutti consapevoli sulla necessità di concludere il parto gemellare
della riforma del regolamento consiliare, per razionalizzare le
tempistiche della discussione. Non sono d’accordo con il segretario
che dice che l’istanza è superata. La proposta del collega
Venturini, che ha già girato tra i gruppi, a mio avviso non è
corretta e non la condivido. In questo modo si crea in ogni caso una
differenza retributiva anche consistente per lo stipendio che ogni
consigliere ha fuori dall’Aula, mae qui dentro però si fa tutti lo
stesso lavoro. Lo spirito dell’odg era di risolvere una
discriminazione per una questione di principio e non di importi.
Voteremo l’istanza perché propone una vera parificazione di
trattamento tra chi partecipa ai lavori consiliari”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Il
problema non sono i venti, trenta euro in più, è semplicemente la
difficoltà enorme nell’ambito privato di poter andare a coprire il
posto di consiglieri, lasciando presenza lavorativa. Da oggi a domani
devo andare in Consiglio o in Commissione, è evidente che la
difficoltà non è tanto la mia, da dipendente privato, ma si
stravolge tutto il sistema dell’orario all’interno dell’azienda.
L’istanza c’entra il punto: mi va benissimo la parificazione.
L’accettazione dell’istanza è un rafforzativo dell’impegno preso dal
Consiglio”.

Oscar Mina, Pdcs: “Mi auguro
che il confronto sul regolamento consiliare finisca con una proposta
di un testo condiviso da tutti i partiti, non stiamo facendo nessun
altra attività se non quella di impegnarci per spirito di servizio
per il Paese. Auspico che ciascun partito abbia l’accortezza di
finire di esaminare la bozza di lavoro per arrivare a presentare
entro breve un progetto di legge condiviso da tutta l’Aula, poi gli
aggiustamenti si possono fare qui in Aula”.

Denise Bronzetti, Indipendente:
“L’argomento mi infervora. Rispondere al gioco che sostiene le
differenze di trattamento, non fa altro che assicurare lunga vita a
coloro che pensano che la politica sia soltanto per qualcuno una
politica a tempo pieno e retribuita e che può mettere il naso
quotidianamente nelle cose che si fanno. Mentre tutti gli altri che
non comprendono questo giochino viene impedito di fare politica. Tra
Consiglio e commissioni, incluse sedute notturne, a un dipendente
pubblico possono venire, se va bene, 500 euro, mentre i cittadini
pensano che riceviamo migliaia di euro. Altro mito da sfatare: la
durata del Consiglio non c’entra nulla con la retribuzione dei
consiglieri, la modalità di livellare la retribuzione del gettone
non è altro che una guerra di categorie che non c’entra nulla con i
tempi della politica. Il prolungarsi dei lavori sta creando problemi
a tutti, dipendenti del pubblico, del privato, liberi professionisti.
Se siamo i primi a darci addosso in questo modo non facciamo lavoro
utile a nessuno. A prescindere nessuno è contrario alle modalità di
retribuzione, possiamo arrivare all’equità, ma nessuno qui è stato
obbligato a candidarsi. Ognuno di noi in partenza sapeva cosa si
sarebbe trovato davanti. Infine, non tenere nel dovuto conto la
retribuzione dei consiglieri favorisce solo chi può permettersi di
non lavorare”.

Ivan Foschi, Su: “Quello
economico è solo uno dei problemi. Ce ne sono altri, legati al
potere di usufruire dei permessi di lavoro. Occorre andare verso una
condizione di pari trattamento. Non c’è solo poi l’attività
consiliare. L’attività politica è formata anche da altri momenti.
Questa istanza può essere accolta”.

Paride Andreoli, Ps: “C’è
un odg trasversale che va in questa direzione e il confronto è
aperto da molti anni. Nell’ambito del lavoro sul regolamento
consiliare alcuni punti sono stati demandati ai partiti. E’ il
momento di discuterne”.

Stefano Canti, Pdcs: “Il
provvedimento per la retribuzione risale al 20 maggio 1985. Occorre
intervenire. Il consigliere dipendente pubblico usufruisce di un
permesso speciale. Quello privato alla fine del mese si trova uno
stipendio diminuito. Se la necessità è parificare il trattamento,
non possiamo togliere il permesso retribuito ai consiglieri pubblici,
ma proporre un procedimento in cui lo Stato consente al consigliere
privato di non perderci”.

Gian Carlo Venturini, segretario di
Stato per gli Affari interni, replica
: “Il Consiglio è libero
di valutare le singole considerazioni sui vari provvedimenti”.

Roberto Ventirini, Pdcs, replica:
“La mia è una proposta, ma non si può dire che non sia equa. Ho
solo fatto presente la necessità del permesso consiliare”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs,
replica
: “E’ necessario aprire un dibattito su queste
problematiche. Ci sono due modalità di retribuzione, per il pubblico
impiego e per il settore privato. Le differenze danno adito a un
trattamento diverso. Mi auguro che entro giugno sia approvato il
nuovo regolamento consiliare. Credo nel principio di uguaglianza tra
tutti i consiglieri”.

Istanza d’Arengo n.16 – Per la
concessione d’ufficio – su istanza degli eredi naturali – della
cittadinanza sammarinese a quelle donne, e quindi agli eredi delle
stesse, che oggettivamente ed inequivocabilmente non sono state messe
in condizione di esercitare in vita la facoltà prevista dalla legge,
limitatamente a quelle fattispecie rientranti in un arco temporale di
anni cinque dalla promulgazione della stessa. Respinta (24 No, 21 Sì,
un astenuto).

Gian Carlo Venturini, segretario di
Stato per gli Affari interni
: “L’istanza riguarda la donna
che per effetto del matrimonio con uno straniero è stata privata
della cittadinanza sammarinese. Appare assurdo se non impossibile
dimostrare se la donna si sia avvalsa di quanto previsto da una legge
del 1984 per il reintegro.

Il problema è già stata affrontato e
risolto nel 1993 dal legislatore, che ha riaperto il termine,
disponendo che la donna privata di cittadina sammarinese sia iscritta
nei registri se fa richiesta entro 18 mesi dall’entrata in vigore.
L’accoglimento presupporrebbe un’ulteriore deroga per cui si
propone di respingere l’istanza”.

Lorella Stefanelli, Pdcs:
“Concordo con il riferimento del segretario di Stato sulle
difficoltà che creerebbe l’istanza una volta approvata. E’
impossibile dimostrare a molti anni di distanza perché la madre non
si sia avvalsa delle leggi che dal 1984 le permettevano di essere
reintegrata nella cittadinanza sammarinese. La finalità dell’istanza
è consentire ai discendenti maggiorenni di queste donne defunte di
avvalersi della possibilità di diventare cittadino sammarinesi dopo
10 anni di residenza effettiva. Merita dunque un approfondimento. Ma
come formulata non può essere accolta”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Se da
un lato è difficile accogliere l’istanza come è stata scritta,
tuttavia è limitativo da parte del segretario di Stato non dare una
valutazione di merito ed elencare solo gli interventi normativi. Sono
dispiaciuta che non si possano individuare soluzioni creative alla
questione. Esistono figli di già cittadina sammarinese. Si potrebbe
tenere in considerazione alcuni requisiti. Invito il governo a tenere
in considerazione questa richiesta meritevole, limitando attraverso
criteri precisi la possibilità di accedere a un eventuale istituto”.

Mimma Zavoli, C10: “Accolgo la
sollecitazione del consigliere Valeria Ciavatta, che è
condivisibile. Il tema è particolare e va approfondito al di là
della normativa. Si parla di donne che dopo decenni di lotta per
avere uguali diritti hanno perso quello alla cittadinanza. L’istanza
va accolta per riconoscere un diritto non compreso all’epoca. Si
chiude un cerchio”.

Denise Bronzetti, indip.: “Sui
diritti delle donne che sia sempre il gentil sesso a intervenire non
rende onore all’Aula. Si parla di norme diverse da quelle attuali
che 30 anni fa prevedevano una disparità di trattamento. L’istanza
può creare condizioni non chiare. Ma ci vorrebbe un impegno del
Consiglio grande e generale”.

Francesca Michelotti, Su: “C’’è
un trasversalismo virtuoso in questo dibattito. L’istanza presenta
qualche imprecisione e difficoltà di interpretazione. Tuttavia la
risposta del segretario di Stato è stata un po’ troppo laconica e
pilatesca. La richiesta è legittima, trincerarsi dietro le leggi non
è una buona risposta. E’ difficile riaprire i termini di una legge
abrogata, ma si parla di uguaglianza dei cittadini. L’origine della
rottura della catena parentale è di natura discriminatoria. Occorre
rimediare a questa ingiustizia. Voterò a favore”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Questa
istanza pone un insieme di problemi che va oltre le richieste. In
passato è stata riaperta due volte una finestra temporale per
mancanza di conoscenza e organizzazione. In questo caso si apre una
sfera molto particolare. La problematica sulla cittadinanza è ampia
ma così come posta l’istanza non può essere accolta. Va fatta una
verifica: se ci sono situazioni particolari le esamineremo. La
questione non si chiude con questo voto”.

Gian Carlo Venturini, segretario di
Stato per gli Affari interni, replica
: “Quando si tratta di
diritti servono approfondimenti sulle tematiche. Pur condividendo la
necessità di un confronto, confermo il non accoglimento
dell’istanza. Si può aprire un dialogo e trovare soluzioni più
idonee per attuare gli interventi sui diritti delle persone”.

Istanza d’Arengo n.12 – Per
l’adozione di una legge che dalla prossima tornata elettorale riduca
il numero dei membri del Consiglio grande e generale a 30. Respinta.

Gian Carlo Venturini, segretario di
Stato per gli Affari interni
: “In ottica di contenimento della
spesa una riforma dovrà tenere conto di questo aspetto. Si è sempre
privilegiato la collegialità e il confronto su questi temi. Una
riforma richiede il confronto e un’analisi approfondita. C’è un
odg approvato ieri sull’istanza del collegio estero che prevede la
costituzione di un tavolo per affrontare la questione. In quella sede
si potrebbe affrontare anche questa tematica. Esprimo parere negativo
sull’accoglimento”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Il
numero dei parlamentari sammarinesi è superiore alle condizioni
socio-economiche e politiche, e alla grandezza dl nostro Stato. e’
un numero molto superiore alla necessità, ma è difficile pensare
che in Consiglio si possa produrre una norma di maggioranza per
cambiare un aspetto istituzionale. Ci vuole condivisione per una
riforma del genere. In caso serve un passaggio referendario.
Analogamente per la nomina di un premier. La riforma sarebbe di
portata epocale. I cittadini fanno questa richiesta anche perché in
momenti di spending review si crede che ogni parlamentare ha chissà
quale stipendio. Ogni consigliere ha uno stipendio nettamente diverso
da qualsiasi parlamentare europeo, di media 600-700 euro al mese, dai
6.000 ai 10.000 euro annui. E i lavori sono sempre più impegnativi.
Mi piacerebbe il numero di parlamentari fosse minore ma non si può
farlo a colpi di maggioranza. Serve un progetto di legge chiaro e
condiviso”.

Franco Santi, C10: “L’istanza
è quasi una provocazione e affronta un tema molto importante. E’
aumentato il volume dei lavori e la loro complessità. Si apre la
necessità di migliorare lo stato delle cose e quella degli istanti è
una proposta da tenere in considerazione. In Lussemburgo per 500 mila
abitanti ci sono 60 parlamentari, ad Andorra per 68 mila abitanti 28
parlamentari, in Liechtenstein per 36 mila abitanti 27 parlamentari.
E’ ora di ragionare sulla questione, anche per rendere più
efficaci i lavori. Serve un’analisi approfondita a un tavolo
istituzionale di riforme per rendere più efficace l’attività
parlamentare. La richiesta va valutata positivamente”.

Denise Bronzetti, indip.: “Gli
istanti mettono tra le motivazioni della riduzione il momento di
complessità economica dello Stato. Il numero di parlamentari sarebbe
inadeguato a rispondere alle difficoltà del Paese. Così come la
spesa eccessiva. E’ difficile accettare con queste motivazioni la
riduzione, sorge il dubbio che sono sempre stati 60 i consiglieri,
anche quando la politica era meno complessa di quella attuale.
Professionalizzando la politica potrebbe avere senso un numero minore
d consiglieri, ma non per una semplice ragione di costi. C’è
disponibilità a discuterne, ma così l’istanza non è
accettabile”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Molti
interventi hanno parlato d’altro rispetto al tema dell’istanza.
Non c’è una motivazione istituzionale, ma di efficacia dei lavori.
Non abbiamo lo status giuridico di parlamentari. Si parla di un
organismo che già esisteva nel XII secolo. Siamo tutti in ansia da
prestazione da adeguamento a standard internazionali. E ci fa male.
Se mettiamo in discussione Reggenza e Consiglio cosa ci rimane? Così
demoliamo la nostra identità istituzionale. Chi va al governo
dovrebbe dimettersi da consigliere per confermare la separazione dei
poteri, ma riconosciamoci nelle nostre istituzioni”.

Elena Tonnini, Rete: “Sono
pienamente d’accordo che il Consiglio ci caratterizza come
Repubblica e ha una storia particolare. Non si tratta di
ridicolizzare l’istituzione, ma tempi ed esigenze sono mutati.
Limitare il numero non cambierebbe il Consiglio. Questo è un luogo
di rappresentanza. In Liechtenstein c’è un parlamentare ogni 1.440
abitanti, ad Andorra ogni 3.000 e in Lussemburgo ogni 8.450. Da noi
ogni 600. Un confronto sul ruolo della rappresentanza va fatto. Le
presenze consiliari sono a volte state utile per garantire una certa
autoreferenzialità. Non sono i numeri a garantire la qualità del
Consiglio. Siamo favorevoli all’istanza e ribadiamo l’importanza
di portare in Aula il nuovo regolamento consiliare”.

Francesca Michelotti, Su: “Il
tono dell’istanza è provocatorio, quasi seccato. Mi sembra molto
poca riflettuta, frutto anche del clima che si vive in questo
periodo. Mi disturbano le motivazioni esclusivamente economiche. Non
è la prima volta che San Marino soffre di un momento di povertà, ma
in Consiglio siamo sempre stati 60. Il Paese nasce da una democrazia
partecipata. Presenterò rinuncia al gettone per soddisfare gli
istanti. Occorre valutare bene cosa è importante e cosa non lo è.
Noi non abbiamo smarrito come Paese le libertà comunali. L’istanza
dice che non c’è fiducia in noi. Dobbiamo riconquistarla”.

Vladimiro Selva, Psd: “Questo
sentimento nel Paese c’è e non fa bene: la sfiducia nella politica
indebolisce. Serve uno sforzo per capire bene le ragioni e agire con
responsabilità rispetto al ruolo che abbiamo al Paese. Come Psd
voteremo no, augurandoci che questo risentimento scompaia”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Non so
se sia un’istanza presentata per provocazione o per mancanza di
rispetto per la storia del Paese. Trasuda di mancanza dei principi
che reggono una democrazia. Non mi stupirei che chi l’ha firmata
sostiene che vanno sempre fatti i referendum. Leggere che il problema
è il gettone di presenza è il sintomo di un malessere del Paese.
Forse la democrazia e i suoi valori si stanno perdendo. Però
dobbiamo fare uno sforzo maggiore nel rispetto delle istituzioni. Mi
stupisce che queste cose arrivino all’attenzione del Parlamento, la
storia del Paese non se lo merita”.

Istanza d’Arengo n.5 – Perché sia
riconosciuta la facoltà di accedere alla macrocategoria della
Gestione Separata, per un periodo massimo di anni cinque, anche al
socio titolare di pensione ordinaria che possieda quote o azioni in
misura non inferiore al 25% del capitale sociale di società di
diritto sammarinese e che svolga a favore dell’impresa stessa
attività lavorativa non avente natura di lavoro subordinato, senza
perdere il diritto acquisito all’erogazione della pensione stessa.

Respinta. Odg di Pdcs-Ns, Ap e Psd
approvato a maggioranza.

Francesco Mussoni, segretario di
Stato per la Sanità:
“L’istanza presenta una situazione
particolare che si è verificata negli ultimi anni, con la recente
riforma delle pensioni. L’attività dei soci delle imprese è
configurata come lavoro subordinato, attorno questo concetto ruota
l’opinione di chi considera l’attività dei soci come attività
subordinata. La legislazione vigente impedisce l’iscrizione alla
gestione separata. L’orientamento del governo è attualmente negativo
all’accoglimento dell’istanza, vista la normativa e i pareri degli
uffici preposti. Mi auguro in futuro ci siano spazi di valutazione,
ci sono settori in cui i pensionati potrebbero dare ancora un forte
contributo, ma che si trovano impediti a farlo. Credo si possa aprire
un dibattito anche di ordine generale, legato a una concezione più
liberale del lavoro. E’ chiaro in un momento di crisi l’argomento è
difficile perché ci sono molti disoccupati”.

Massimo Cenci, Ns: “Ritengo
giusto il riferimento del segretario. Credo infatti che, malgrado il
non accoglimento dell’istanza, l’argomento trattato non sia da
lasciar cadere con questa istanza, rientra in situazione di
solidarietà familiare, in cui si può dare una mano ai giovani, e va
comunque colta”.

Franco Santi, C10: “Così come
proposta l’istanza non può avere un giudizio positivo, ma può
essere l’occasione per ragionare a più ampio raggio sulla
regolamentazione e sul divieto di chi è in pensione di svolgere
attività lavorative, non vedo ostacolo ad approfondire l’analisi”.

Alessandro Cardelli, Pdcs:
“L’istanza prende in considerazione una problematica esistente
per il pensionato che vuole continuare a lavorare nell’impresa
familiare, istituto importante nella nostra Repubblica. Presenteremo
un ordine del giorno per affrontarla, tenendo conto anche della
necessità di favorire l’occupazione di chi è in età lavorativa. Do
lettura dell’odg: ‘Il Consiglio grande e generale, vista l’istanza
d’Arengo n.5, considerato che nella realtà sammarinese sono numerose
le realtà imprenditoriali, commerciali e artigianali in cui il
contributo dei familiari, affiancato a quello del titolare, determina
economie di mercato vitali per il sistema; (…) che attualmente,
l’attività dei congiunti nell’ambito di imprese a conduzione
familiare non trova regolamentazione nell’ordinamento sammarinese;
che resta indispensabile favorire l’occupazione e l’assunzione di
personale in età lavorativa; con l’obiettivo di contemperare le
diverse esigenze, individuando soluzioni adeguate sul piano
economico, occupazionale, previdenziale tali da considerare le realtà
imprenditoriali a gestione familiare, contrastare forme irregolari di
impiego e da evitare turbativa al buon andamento del mercato di
lavoro; impegna il congresso di Stato a disciplinare l’attività dei
familiari nell’impresa, prevedendo condizioni e vincoli che
soddisfino gli obiettivi di cui sopra; ad adottare anche nell’ambito
di interventi legislativi in materia di lavoro, già allo studio e di
quelli da adottare in maniera previdenziale, le soluzioni più idonee
alla disciplina delle diverse casistiche sotto il profilo
previdenziale, fiscale e di sicurezza e salute per gli interessati e
per l’utenza’
”.

Andrea Zafferani, C10: “L’ordine
del giorno è vago e rende possibile tutto, mi piacerebbe avere linee
politiche precise su cui confrontarsi, piuttosto che testi che
indicano tutto e il contrario di tutto. Occorre trovare delle
soluzioni, ma non consentendo di poter lavorare e di beneficiare
integralmente della pensione, non è nell’interesse collettivo”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Per
tutta una serie di dubbi, noi siamo per votare contrariamente
all’istanza d’Arengo, pur riconoscendo la necessitò di mettere mano
a questo tema. Il problema non è contingente ma riguarda una serie
di società. Nel momento in cui si va a mettere mano su questa
tematica, il discrimine è che colui che lavora, veda poi ridotta la
pensione. L’odg non indica una direzione precisa, è ormai una prassi
terminare dibattiti con odg generici, se c’è volontà di mettere
mano a questa cosa, il segretario potrà comunque farlo”.

Tony Margiotta, Su: “Non
possiamo condividere il ragionamento dell’istante, dove un socio in
stato di pensionamento possa trovarsi in stato di lavoro subordinato.
Siamo disposti a confrontarci su questo tema, ma deve essere chiaro
che chi lavora non può percepire una pensione”.

Guerrino Zanotti, Psd:
“L’accoglimento dell’istanza d’Arengo non viene sollecitata
dalle organizzazioni di categoria che non hanno mai richiesto
interventi in questo senso. Un altro discorso che va affrontato è
quello della regolamentazione delle attività dei familiari nelle
imprese familiari. L’ordine del giorno lo abbiamo sottoscritto e lo
voteremo, non faremo altrettanto con istanza”.

Luigi Mazza, Pdcs: “L’ordine
del giorno indica che si deve tornare alla solidarietà familiare, è
qualcosa che va regolamentato e può ricadere in ogni settore,
crediamo sia un principio di buon senso. Non possiamo cadere
nell’errore di essere troppo rigidi”.

Odg di Pdcs-Ns, Ap e Psd è stato
approvato a maggioranza.

Istanza d’Arengo n.7 – Per
l’introduzione di una moderna normativa antidoping, per
l’introduzione del cosiddetto passaporto biologico degli atleti e per
una adeguata e capillare campagna informativa per la tutela sanitaria
delle attività sportive. Respinta (28 No, 21 Sì).

Francesco Mussoni, segretario di
Stato per la Sanità
: “Come evidenziato la legge in merito è
del 1997. Il comitato antidoping ha pieni poteri ed è in discussione
l’aggiornamento della legge sullo sport. Occorre aderire agli
organismi mondiali. La normativa è in linea con i dettami
internazionali e si propone il respingimento dell’istanza. Ci sono
in essa aspetti positivi, come l’informazione continua, da mettere
in campo. Ci sono anche progetti già in atto come Occhio alla salute
e Medical wellness”.

Tony Margiotta, Su: “L’istanza
è molto importante per valorizzare lo sport e i principi e valori
che trasmette. Spesso vengono accantonati in nome della prestazione.
Prevale il risultato. Per raggiungere la vittoria si utilizzano anche
strad discutibili e distorte come il doping. Ogni strumento, come il
passaporto biologico, che controlla gli atleti dilettanti e
professionisti va preso in considerazione. Lo sport può creare una
cittadinanza di valori, crea rapporti verso gli altri”.

Franco Santi, C10: “L’istanza
pone in maniera puntuale una serie di richieste, prendendo in
considerazione una normativa lacunosa, proponendo l’adozione del
passaporto biologico. C’è attenzione e sensibilità al fenomeno a
livello professionale, ma forse non altrettanto sull’attività
amatoriale. Ci sono dei dati? Condivido la richiesta dell’istanza,
la risposta del segretario di Stato è superficiale”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Etica
e lealtà sono fondamentali nello sport. L’argomento doping è
quasi tabù a San Marino. E purtroppo tocca molto il livello
dilettantistico. Il passaporto biologico sarebbe un punto di
partenza. Qui, tolti alcuni casi, si vive di dilettantismo. La
motivazione con cui si chiede di non accogliere l’istanza mi sembra
superficiale e molto limitante. C’è un reparto antidoping al Cons
e il presidente è Claudio Muccioli, rinviato a giudizio. Una
sospensione sarebbe opportuna”.

William Giardi, Upr: “Viviamo
in una società fortemente condizionata dall’ottenimento della
prestazione. C’è tanto doping, non solo nello sport. C’è quello
sessuale, quello estetico, molti governi dopano i loro rendiconti. In
sé la richiesta è sostenibile, ma è limitativa. Così come lo è
la risposta del governo. Entrambe si limitano agli atleti
professionisti, mentre il doping è estremamente diffuso anche a
livello amatoriale. Si potrebbe formulare in tempi celeri una legge
che lo vieti a tutti i livelli. Il passaporto biologico rivela dati
in maniera indiretta sui farmaci che agiscono sui parametri ematici,
non l’utilizzo di anabolizzanti che credo sia il problema più
grosso a San Marino”.

Augusto Michelotti, Su: “Il
passaporto biologico andrebbe portato avanti come accessorio di ogni
atleta. Occorre intervenire contro chi ci si mette d’impegno per
vincere. Inoltre il doping porta malattie. Tutto quello che si può
fare va fatto, questa istanza va approvata per dare un segno che il
Consiglio è contro il doping”.

Paolo Crescentini, Ps:
“Condivido quanto detto dal consigliere Giardi. Specie per quanto
riguarda il dilettantismo e le palestre. Gli atleti sammarinesi sono
controllati prima di partecipare alle gare, ma ho più dubbi sullo
sport amatoriale. Va colpito chi si dopa ma anche chi fa dopare.
L’istanza si può anche accogliere, ma non aggiunge nulla. Qual è
inoltre la posizione del Cons sul passaporto biologico? Comunque il
doping non è solo nel ciclismo, è un fenomeno che riguarda tutti
gli sport. Marco Pantani è stato dato in pasto ai leoni e non è
stato compreso”.

Michele Muratori, Psd:
“L’istanza è molto attuale. C’è un vuoto normativo a San
Marino. In Italia è reato. Non è solo un problema di lealtà
sportiva, ma anche di salute pubblica, visto che lo usano anche i
dilettanti. La legge del 13 marzo 1997 ha istituito un comitato
antidoping, ma del tema se ne parla troppo poco. Il passaporto
biologico ha costi elevati. Serve anche una campagna informativa, a
partire dalle scuole. Come Psd confidiamo nel processo di
potenziamento delle normative”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Sono
membro del comitato antidoping. L’Istanza è condivisibile dove
chiede maggiore prevenzione e contrasto e segnala la necessità di
maggiore informazione. Ma non è corretta nel descrivere la
situazione organizzativa e legislativa a San Marino. Non siamo
all’anno zero, siamo più avanti di altri Stati, altro che vuoto
normativo. Il costo di un test sulle urine è di 250-280 euro, sul
sangue il doppio. Tutti i test su atleti sammarinesi sono risultati
negativi. Vanno sviluppati tre punti secondo il comitato: attuare
maggiore azione sui controlli, più informazione, aggiornamento del
passaporto biologico che è già in uso da diversi anni”.

Francesco Mussoni, segretario di
Stato per la Sanità, replica
: “Il dibattito è stato
costruttivo. Il nostro sistema è aggiornato sull’antidoping.
L’orientamento del governo non vuole sminuire la bontà
dell’istanza, ma dal punto di vista normativo il nostro sistema è
adeguato. Sulle campagne di informazione il suggerimento è da
accogliere”.

Paolo Crescentini, Ps, replica:
“A San Marino il problema del doping di fatto non esiste negli
atleti. È importante andare dove nessuno pensa, lì si annida il
male maggiore. Va coinvolta tutta la società e la famiglia, serve
una buona campagna di sensibilizzazione”.

Istanza n. 15. Per la realizzazione
di un dosso artificiale nel tratto di Strada la Zanetta (Falciano)
nel rettilineo che dal plesso scolastico arriva alla chiesa. Istanza
respinta a maggioranza.

Matteo Fiorini, segreteria di Stato
per il Territorio:
“La strada la Zanetta è classificata come
strada di scorrimento. Per tali strade il codice della strada prevede
di installare barre trasversali, ma non un dosso come richiesto
dall’istanza. Anche la giunta di Castello dà parere favorevole, solo
se è tecnicamente fattibile. Pur comprendendo il disagio dei
cittadini che lamentano l’alta velocità si ritiene di non accogliere
l’istanza in base quanto previsto dal decreto attuativo del codice
della strada. Saranno invece approfondite ipotesi alternative
previste dal codice della strada, tra cui la realizzazione di una
rotonda”.

Grazia Zafferani, Rete:
“Intervengo a favore dell’istanza che è nell’interesse dei
cittadini. La giunta di Castello ha votato a favore e anche
l’intervento del segretario mi fa capire che c’è un problema di
sicurezza a Falciano, ancor più preoccupante vista la vicinanza
delle scuole. Il dosso mi sembra la soluzione più adeguata. Forse,
in caso di zona residenziale e in prossimità di scuole, bisognerebbe
prevedere queste soluzioni a priori, chiedo più sensibilità quando
si parla di sicurezza dei cittadini”.

Augusto Michelotti, Su: “Ho il
dente avvelenato con i dossi. Personalmente ho rischiato la pelle per
un dosso, bisogna fare in modo che siano segnalati correttamente.
Sono in linea con il non approvare l’istanza, il dosso su quella
strada non è adatto, servono altre soluzioni, anche se una rotonda
per rallentare la circolazione mi pare eccessiva”.

Alessandro Mancini, Ps: “Purtroppo
come riferito dal segretario, la soluzione degli istanti non è
praticabile. Chiedo il segretario a intervenire quanto prima perché
il problema di sicurezza in quella zona è reale, su quella strada
bisogna fare un ragionamento”.

Andrea Belluzzi, Psd: “I nuovi
dossi non sono più applicabili, abbiamo come ambasciatore a
disposizione il presidente della Federazione internazionale
automobile che ha un progetto Road safe fondation che si occupa della
sicurezza stradale attraverso progetti innovativi. Le nostre strade
non sono sicure, non solo rispetto la vicinanza delle scuole, anche i
guard rail della superstrada non sono più adeguati, c’è necessità
di un progetto di nuova concezione di sicurezza delle nostre strade
che è da costruire e su cui come politica e come consiglieri
dovremmo ragionare. Bisognerebbe ripensare anche al codice della
sicurezza stradale che non è più adeguato per garantire sicurezza.
Poi ci sono gli arredi urbani, si possono costruire varianti per
rallentare la circolazione delle automobili”.

Stefano Canti, Pdcs: “Le
ragioni degli istanti sono condivisibili, l’installazione di un
dispositivo per la moderazione del traffico deve essere deliberata
dal gruppo per la sicurezza stradale previsto da apposito decreto.
Strada la Zanetta è un rettilineo che si presta al transito ad alta
velocità, per questo è già stato installato un dosso all’altezza
dell’innesto Ca’ Valentino, con il plesso scolastico si rende
indispensabile rivedere la viabilità della zona .Quest’Aula si è
già espressa accogliendo l’istanza per la costituzione di un
marciapiede, gli uffici possono valutare anche uno studio sulla
viabilità della strada. A nome del gruppo che rappresento ritengo
l’istanza non vada accolta per non vincolare future scelte degli
uffici preposti”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato
per il Territorio, replica
: “Specifico che la richiesta non è
accoglibile perché è in contrasto con il codice della strada. Il
problema della sicurezza è di competenza di un gruppo specifico,
vigileremo e faremo il massimo per prendere provvedimenti
conseguenti”.

Istanza d’Arengo n.18 – Perché
venga terminato il lavoro di messa in funzione dei servizi igienici
presso il nuovo parco di Falciano. Accolta.

Matteo Fiorini, segretario di Stato
per il Territorio
: “Tale opera è iniziata a marzo 2011.
Occorre completare il verde e la piantumazione degli alberi. Infine
le illuminazioni e i giochi. I servizi sono completati, manca
l’allacciamento. Provvederemo, siamo per accogliere l’istanza”.

Grazia Zafferani, Rete: “Occorre
risolvere il problema”.

Alessandro Mancini, Ps: “Non è
la prima volta che si parla del parco di Falciano. La spesa è stata
notevole e i lavori non sono ancora finiti. C’è un problema di
sicurezza. E’ ora di porre fine. Chiedo l’impegno del segretario
di Stato perché sia completato al più presto”.

Vladimiro Selva, Psd: “Siamo a
favore”.

Stefano Canti, Pdcs: “Anche
noi siamo favorevoli all’istanza. Sono diverse quelle presentate su
Falciano”.

Istanza n. 20. Per l’installazione
di rilevatori di velocità e/o rallentatori del traffico nella zona
del centro di Chiesanuova. Approvata a maggioranza.

Matteo Fiorini, segretario di Stato
per il Territorio: “
Il mio parere ricalca quello dato per
Falciano, ma ci sono delle differenze. Questa istanza prima chiede un
più marcato controllo, poi l’installazione di rallentatori e poi
ancora iniziative in questa direzione. Questa istanza è quindi
accoglibile con il proposito di sottoporla al gruppo per la sicurezza
stradale che prenderà la decisione opportuna. Gli istanti dicono che
per loro servono gli autovelox, mi piacerebbe avere dal Consiglio un
indirizzo su questa tematica”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Credo
che qui si chieda un intervento diverso rispetto l’istanza di
Falciano, Nulla in contrario ai rilevatori di velocità, sia per
sanzionare, sia come deterrente”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Questa
istanza lascia un margine, non chiede un intervento specifico quindi
è scritta meglio della precedente. Sosteniamo l’istanza. Sono
d’accordo con quanto detto da Belluzzi per una revisione della
viabilità e anche per una verifica dell’installazione di autovelox.
Sono convinto il gruppo istituito dal segretario saprà valutare i
modi migliori”.

Augusto Michelotti, Su:
“L’istanza non chiede espressamente dossi, ma parla di
rallentatori, credo sia accoglibile, ma ritengo che queste istanze
siano da mandare a giunte e uffici competenti”.

Stefano Canti, Pdcs: “Qualche
anno fa nel centro di Chiesanuova per raggiungere il confine era
necessario passarvi ed esistevano già dei dossi per rallentare il
traffico. Oggi Chiesanuova ha una nuova piazza e il traffico è stato
spostata su via Corrado Forti su cui gli istanti chiedono un
intervento per rallentare il traffico e su questo non siamo contrari.
Siamo favorevoli all’accoglimento dell’istanza, rimandando al gruppo
sulla sicurezza stradale la decisione sul modo più adeguato per far
rallentare il traffico”.

Istanza d’Arengo n.26 – Perché
prima dell’abbattimento di alberature secolari sia dato alla
popolazione un preavviso scritto di ameno una settimana da porsi
nelle immediate vicinanze della pianta da abbattere. Approvata a
maggioranza.

Matteo Fiorini, segretario di Stato
per il Territorio
: “Per la legge sulla tutela dell’ambiente
c’è un censimento degli alberi di particolare pregio. Come norma
generale l’Ugra considera le piante censite quelle con almeno 50
anni e pregio ambientale. L’ufficio deve elabora un programma di
tutela e valorizzazione. In casi estremi, se la pianta è secca o
deperita, autorizza l’abbattimento. La quercia citata nell’istanza
è stata abbattuta per la presenza di un insetto. Il ciliegio non era
invece censito ed è stata abbattuto per avere creato danni a una
scuola. Si propone di accogliere l’istanza, limitatamente alle
piante censite. L’Ugra proporrà un metodo informativo”.

Augusto Michelotti, Su: “Quando
vengono demolite certe piante la gente subisce un piccolo trauma. Le
persone hanno il diritto di sapere. Aggiungerei un trafiletto sui
giornali per informare degli abbattimenti per tempo”.

Gian Matteo Zeppa, Rete:
“Accolgo l’invito del consigliere Michelotti di avvisare degli
abbattimenti tramite la stampa. Sull’Ugra e come fanno gli
abbattimenti non mi esprimo. Chiedo che il suo operato sia
controllato”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Mi fa
piacere che ci siano certe sensibilità e che l’istanza sarà
accolta”.

Alessandro Cardelli, Pdcs:
“Diamo voto favorevole all’istanza”.

Istanza n. 27. Perchè sia rivisto
l’articolo 3 del Decreto Legge 13 maggio 2013 n.53 “Interventi
urgenti in materia di ammortizzatori sociali e di trattamento
previdenziale temporaneo”, modificando il requisito di cui
all’articolo 2, comma 2, lettera d) ai fini dell’accesso al
trattamento pensionistico anticipato. Istanza respinta.
Iro
Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “
Si pone
all’attenzione istanti progetto messo in campo per incentivi per il
reinserimento nel mondo del lavoro, si ricorda l’intervento previsto
in Finanziaria all’articolo 51, poi il decreto legge n.91 del 2013,
che rientra tra interventi ritenuti da consolidare quale strumento di
tutela sociale per chi non ha altre forme di sostegno al reddito.
Quindi una complessiva riforma del mercato del lavoro. L’intervento
in oggetto termina gli effetti nel giugno 2014, per chi ha usufruito
di tutti gli ammortizzatori sociali previsiti. Sarà necessario
prorogare effetti decreto n.91, scelte diverse trasferirebbero costi
cassa ammortizzatori sociali e fondo pensioni, perciò, oltre a
respingere istanza, si rende necessario impegno entro il 30 giugno, a
seguito delle verifiche dei dati e del confronto in maggioranza, di
procedere al rinnovo del decreto”.

Tony Margiotta, Su: “Leggo
questa istanza come richiesta di aiuto. Bisogna dare dignità a chi
ha perso il lavoro, anche per noi l’istanza va accolta, è una
soluzione che non va ad aggravare una situazione e un fondo che non
può essere appesantito, ma deve essere stimolo per poter lavorare
seriamente e trovare soluzioni tempestivo per dare lavoro e dignità
a questi lavoratori”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Queste
istanze sono come un grido di aiuto. So per certo che il segretario
si confronterà sulla materia prima di portare il testo in Aula, noi
siano disponibili al confronto. Siamo comunque per l’accoglimento
dell’istanza”.

San Marino, 13 marzo 2014/01

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