San Marino. Consiglio Grande e Generale (20-22 marzo). Pomeriggio

San Marino. Consiglio Grande e Generale (20-22 marzo). Pomeriggio

COMUNICATO STAMPA

 

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 20-22 MARZO

 

Mercoledì 20 Marzo –
Pomeriggio

           

            I lavori del Consiglio grande e generale sono
ripartiti dal comma Comunicazioni. Durante il dibattito il consigliere Upr,
Marco Podeschi, ha presentato a nome della coalizione Intesa per il Paese un
odg sul tema dell’emergenza idrica. Il consigliere Rossano Fabbri del Partito
socialista ha fatto altrettanto con un secondo odg sugli ammortizzatori
sociali. La seduta è stata poi interrotta per i riti di elezione dei nuovi
Capitani reggenti. I consiglieri si sono recati nella Basilica del Santo per
ricevere l’ispirazione. Una volta rientrati in Aula si è passati alla votazione
che ha avuto esito positivo. Come annunciato sono stati nominati Capitani
reggenti per il semestre 1^ aprile-1^ ottobre Antonella Mularoni, di Ap e Denis
Amici del Pdcs. Il comma comunicazione riprenderà in seduta notturna.

 

Di seguito un riassunto della seduta pomeridiana.

 

Stefano Macina, Psd: “Sono in sintonia con i colleghi Valeria
Ciavatta, Berti e Zeppa. Sostengo la politica del fare e del dialogo. I loro
interventi hanno messo in evidenza che non ci sono pregiudizi a confrontarsi
sulle azioni da mettere in campo per fare chiarezza sulle vicende giudiziarie.
La maggioranza è stata chiara, non vuole nascondere le responsabilità
politiche: l’odg e il comunicato della commissione Affari di giustizia lo
dimostrano. E vogliamo trovare una soluzione anche sull’articolo 19 bis,
raccogliendo prima i rilievi tecnici per poi arrivare a una proposta. Insomma
non c’è nessuna volontà di sottrarsi al confronto, siamo per la trasparenza e
per il dialogo.

Al tavolo di confronto
sono emerse idee interessanti, c’è da ridisegnare un sistema economico e serve
la massima condivisione. Dobbiamo tenere a mente i diversi passaggi fatti sul
fronte della trasparenza e valorizzarli, non gettare sempre dubbi su chi opera,
sugli organi di controllo e sul corpo diplomatico”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Sull’articolo 19 bis, se non si può
applicare, aspetto che il governo lo dica. Se ci sono dei motivi tecnici
governo, maggioranza e opposizione devono trovare insieme una soluzione.
Capisco la minoranza, ma mi meraviglia la trovata dei 10 secondi di silenzio,
la protesta migliore è abbandonare l’Aula. Non è questo il caso in cui il
governo impone il silenzio al Consiglio, mi sembra più una ‘trovatina’.

Sulle indagini
giudiziarie condivido molti interventi dell’opposizione, ma non si tiene conto
che le vicende sono datate, la questione morale non riguarda gli ultimi tre o
quattro anni. Qualcosa è cambiato e le procure italiane danno atto della nostra
collaborazione. Su Fincapital, la commissione d’inchiesta ha evidenziato le
responsabilità politiche, ma ha ricevuto più critiche che lodi, ancora prima
che giungesse al termine dei lavori. E leggendo su Internet ho capito che i
primi a non gradire sono stati i cittadini. La commissione ha dimostrato che la
politica può indagare su se stessa, è stato uno spartiacque.

L’odg della maggioranza,
come il comunicato di Ap, è molto equilibrato. Noi siamo a favore della
commissione d’inchiesta quando i fatti sono eclatanti. Si tratta di uno
strumento importante per fare luce dove il tribunale non arriva. Ma va
adoperato nel modo opportuno, se non c’è sovrapposizione con il tribunale, altrimenti
c’è il rischio di impantanarsi nel segreto istruttorio. Ci vogliono elementi
più probanti di un articolo di giornale. Se aspettiamo qualche mese è la cosa
più opportuna.

L’odg di Su e C10 per la
commissione d’inchiesta, sul quale probabilmente mi esprimerò a favore, mi fa
rimanere perplesso perché l’indagine è molto ampia e le domande dei consiglieri
per sapere cosa non ha funzionato nel sistema San Marino. Non ha funzionato che
nel periodo di massimo splendore i partiti di opposizione come Ap non potevano
lanciare un richiamo sulla questione morale. I cittadini erano corresponsabili,
votavano in massa i partiti di governo e certi personaggi. Non ha funzionato
l’esagerato consenso dei protagonisti della San Marino da bere. I cittadini
potevano indignarsi prima. Dal 2003 al 2006 eravamo in 12 all’opposizione e le
commissioni d’inchiesta non passavano. Apprezzo che il consigliere Rossi
riconosca ad Ap una diversità rispetto altri partiti di maggioranza, ha
cambiato idea e mi conforta molto, non sosteneva le stesse cose durante la
scorsa legislatura”.

Antonella
Mularoni, Ap
: “Come classe
politica dobbiamo guardare in positivo al clima nuovo che si registra in questa
legislatura. E’ positivo che ci sia convergenza sul processo che intende
lasciare alla magistratura di svolgere il suo compito e poi alla politica di
fare le sue valutazione. Il gioco al massacro che facciamo in Aula, quello di
guardarci sempre dietro e rimpallarci le responsabilità, non porta a niente. I
cittadini hanno dato un segnale durante le ultime elezioni, se guardiamo in
positivo a un Consiglio grande e generale rinnovato, dovremmo approfittare di
questa sensibilità particolare. Noi dobbiamo vigilare affinché la classe
politica sia credibile e si preoccupi dei problemi del Paese. Sulle nomine dei
consoli, ritengo che non possiamo mandare il messaggio che chi fa parte del
corpo consolare è da allontanare. Rispetto alle persone in questione, coinvolte
nel caso Chalet, si era dimenticato di formalizzare la loro revoca, ma l’iter
della nomina non è mai stato completato. E loro non hanno mai fatto nulla per
San Marino. Non buttiamo sempre, sulle nostre istituzioni e su chi ci
rappresenta, il fango”.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per la Sanità
: “Ho chiesto di intervenire perché credo
che il comma si sia trasformato in un dibattito su moralità, onestà e
giustizia. Credo che l’etica sia un prerequisito per fare politica e che
nessuno si possa attribuire la presunzione di valutare chi è giusto e chi non
lo è. Noi su questo tema non dobbiamo giocare una partita in difesa, ma una
partita in avanti. La politica deve far emergere situazioni non lecite, non
oneste, lo deve fare però con l’aiuto del tribunale. Non dobbiamo cadere nel
rischio di diventare demagogici. Le elezioni legittimano una classe politica a
rappresentare il popolo. Chiunque di noi svolga pubblici uffici ha il dovere di
denunciare irregolarità, ma non si può fare denuncia al sistema e cadere
nell’errore di flagellare un intero sistema politico, un Paese, di accusare un
corpo diplomatico. Dobbiamo tenere alto il senso dello Stato e lavorare a testa
alta secondo le regole, per fare in modo che chi sbaglia debba pagare, c’è il
tribunale infatti per fare il suo lavoro. Qui non c’è maggioranza o
opposizione, ma il vincolo che ci lega alle istituzioni. Io non ci sto a chi
punta il dito e indica chi è buono e cattivo. Qui ci prendiamo tutti delle
responsabilità e facciamo sacrifici. Se ci sono situazioni circostanziate si
denunciano, se non ci sono, bisogna difendere il nostro Stato. Sono fermamente
convinto sul valore e sulla responsabilità della persone, non le critico sulla
base di una supposizione o di un giudizio superficiale. Credo che in Aula si
debba tenere questo atteggiamento. Non possiamo condannare la classe politica
dei prossimi 20 anni, 2 mesi o dei precedenti 10 anni, senza motivo. C’è stata
certamente una questione morale, portata avanti da delle persone. Io ci sono,
c’è il governo e la maggioranza, per un dibattito serio su questi temi, in
avanti, ma non un dibattito demagogico o pregiudiziale. Mi pare che l’odg
presentato dalla maggioranza vada in questa direzione”.

Marco
Podeschi, Upr
: “Vi
leggo un odg, sottoscritto dai gruppi Upr e Ps, poi dirò cosa penso sulla
moralità. ‘Il Consiglio grande e generale […] in occasione della Giornata
mondiale dell’acqua del 22 marzo 2013, quest’anno dedicata alla cooperazione
idrica, dà mandato al congresso di Stato di promuovere una campagna di
sensibilizzazione sul corretto utilizzo della risorsa idrica nella Repubblica
di San Marino e parimenti condurre le azioni più appropriate nei consessi
internazionali di cui il Paese fa parte, per promuovere iniziative e progetti
per aumentare la cooperazione nel settore idrico, soprattutto con i Paesi più
bisognosi; alle istituzioni pubbliche preposte di impegnarsi per sfruttare le
risorse idriche in modo responsabile, nella gestione dei diversi aspetti del
settore idrico, riducendo entro il 2017 il 
30% del consumo idrico. Il Consiglio grande e generale si impegna
altresì entro il 2013 a tenere un dibattito sul tema della gestione della
risorsa idrica nella Repubblica di San Marino, propedeutico all’adozione di un
progetto pluriennale per la gestione dell’acqua che abbia al centro la
diminuzione dei consumi, lo smaltimento delle acque reflue, l’aumento
dell’autonomia nel rifornimento, la definizione di un piano di emergenza in
caso di shock di fornitura esterna’
.

Farei poi un
piccolo inciso sulla questione morale: l’onestà e gli atti dei membri del
Consiglio credo debbano essere sempre al di sopra di ogni lecito sospetto. Non
mi sono piaciuti i discorsi tra buona e cattiva politica, per me esiste solo
una politica al servizio dei cittadini e nel rispetto delle istituzioni. Sono
dispiaciuto, da sammarinese, quando sull’indagine Chalet si parla di rappresentanti
diplomatici e si parla di un sedicente console a disposizione. Il suo nome era
presente sul sito della segreteria di Stato. Abbiamo un corpo diplomatico di
professionisti, ma anche un altro corpo diplomatico e consolare che si è
consolidato. Si è preceduta alla nomina e sono rimasti a disposizione,
viaggiando per il mondo con il passaporto di San Marino, senza giovare
all’immagine del nostro Paese. Credo sia compito della commissione Affari
esteri e del dipartimento Affari esteri vigilare su queste persone. In
quest’Aula ci sono singoli che hanno governato negli ultimi 30 anni, va quindi
fatta un’analisi morale a 360 gradi. Ma mentre continuiamo a parlare di
questione morale, il Paese è in crisi economica e come partito di opposizione
mi aspetterei delle soluzioni”.   

Rossano Fabbri, Ps: “In Aula parliamo tanto, ma di provvedimenti
per risolvere i problemi non se ne vedono. Sull’articolo 19 bis c’è una norma
approvata dal Consiglio e va applicata. Ma qui si ignorano le regole
fondamentali della gerarchia delle fonti, si confondono normative primarie e
secondarie. Ma che cosa ha fatto il Consiglio grande e generale perché le
situazioni che hanno portato San Marino in un limbo d’immagine discutibile non
si verifichino più? Si fanno esempi senza sapere di cosa si parla e non ci
chiediamo come sono andate avanti le procure italiane. Si accusa il tribunale,
le forze dell’ordine senza rendersi conto, non sono stati dati loro gli
strumenti necessari, come le intercettazioni telefoniche che risolvono il 90%
delle indagini.

Non è un atteggiamento
costruttivo questo, parliamo di provvedimenti e applichiamo le leggi. L’odg
della maggioranza, che non ho ancora deciso se votare, rappresenta anche la
sconfitta del Paese rispetto ai problemi da risolvere. La legge 93 del 2008
fissa dei paletti nei tempi per i reati penali e definisce le responsabilità
dei giudici.   

Leggo un odg sul tema
degli ammortizzatori sociali: ‘Il Consiglio grande e generale preso atto
dell’allarme, espresso in questi giorni da parte del segretario di Stato per il
Lavoro, in merito a un possibile rischio circa la tenuta degli ammortizzatori
sociali unito al persistere di una crisi economica e occupazionale senza
precedenti; della volontà del governo di dare corso a un confronto, anche in occasione
del tavolo per lo sviluppo, sulle priorità delle politiche occupazionali a
partire dalla revisione dell’attuale legge in materia  […]; tenuto conto delle dichiarazioni delle
organizzazioni sindacali […]”; sottolineando i dati statistici del gennaio 2013
[…] impegna il congresso di Stato a riferire entro il mese di aprile su quali
linee intende muoversi al fine di realizzare un confronto rispetto a una
priorità che, sempre più, va assumendo i contorni di una emergenza sociale’”.

Roberto Ciavatta, Rete: “La Reggenza ha più volte chiesto il
silenzio all’Aula e alcuni consiglieri hanno risposto con sbuffi. C’è uno
squilibrio nell’atteggiamento verso le regole e da questo punto di vista ben
venga un incontro tra i capigruppo per discutere del regolamento consigliare.
Manca rispetto, per esempio tardando 40 minuti prima di iniziare una seduta.
Condivido lo spirito di Su e C10 sull’articolo 19 bis. Anche in questo caso
emerge una carenza di rispetto verso le istituzioni. L’Aula deve occuparsi
delle cose elementari, delle necessità della popolazione. I motivi tecnici per
cui l’articolo non può essere applicato non li conoscono nemmeno i consiglieri
di maggioranza, la situazione è gravissima: il governo non rispetta le scadenze
e gli articoli di legge che approva.

Richiedere il rispetto
delle norme è alla base del nostro lavoro, ma a distanza di qualche mese è
emersa la mancanza di volontà di confronto.

I due maggiori nominati
dalla scorsa commissione d’inchiesta, Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi, non
sono più in Aula, ma sappiamo tutti dove sono andati i loro voti. Come si fa a
dire allora che il governo è immune? E’ stato un errore politico andare al
governo con qualsiasi coalizione. Questo contesto ad Ap e i cittadini li hanno
puniti alle ultime elezioni. I politici del conto Mazzini sono sempre gli
stessi più uno.

Non si può dire che
questo è il governo della svolta. Secondo i dati del 2011 il nostro Pil
procapite, circa 61 mila dollari, è il secondo in Europa dopo il Lussemburgo.
Allora recuperiamo i fondi dove ci sono, ci sono sacche di ricchezza che non
hanno mai pagato nulla. Mettiamo mano a questo, non ci sono altre strade. I
giochini di rilancio di un’economia fittizia serviranno al consenso ma
porteranno il Paese alla rovina”.

Marco
Gatti, Pdcs:

“Quello su cui dobbiamo puntare, oggi, per mostrare che siamo la nuova
politica, è dire quali sono gli interventi da fare. Stiamo portando avanti un
tavolo per lo sviluppo fortemente condiviso e ci stiamo lavorando in modo
efficace. Questo è il compito della politica, dobbiamo uscire dall’ambiguità e
dalla demagogia. Ho ascoltato l’odg presentato da Cittadinanza attiva e mi
domando se sanno perché abbiamo istituito la commissione Antimafia. Nella
passata legislatura è stato fatto l’errore di darle poteri di inchiesta e così
non ha svolto il suo ruolo. Forse c’è qualcuno che non vuole che svolga i suoi
compiti, quello di analizzare i macro dati, di vedere se l’impianto normativo è
adeguato, se le forze istituite al contrasto funzionano. Quando presentiamo un
odg dobbiamo tenere conto che gli organismi funzionino per quello che sono
stati creati. Cerchiamo di usare un senso di responsabilità. Mi auguro che
prestissimo in Consiglio arrivi un dibattito sullo sviluppo economico perché
siamo avanti con il confronto ed è ora di prendere delle decisioni. Su questo
mi voglio confrontare in Aula. Un altro aspetto emerso nel dibattito è il
rispetto. Se vogliamo il rispetto dalla gente come classe politica dobbiamo
darlo. Allora dobbiamo uscire da questo modo di fare, di generalizzare. Abbiamo
un corpo diplomatico che è all’avanguardia, pochi fenomeni non possono portare
fango su tutto. Se siamo i primi a denigrare chi lavora per San Marino, chi ci
metterà più la faccia? Il momento di responsabilità deve essere comune. Come in
commissione Affari di giustizia dove all’unanimità è stata presa una posizione
seria, senza creare sovrapposizione dei ruoli o mettere in difficoltà le
indagini. All’Aula chiedo una responsabilità per trovare un momento di
confronto sui due odg e trovare una posizione comune, come è successo in
commissione Affari di giustizia”.

Gian Nicola
Berti, Ns: 
“Ho ricevuto una segnalazione da un
collega su una sentenza del Collegio dei Garanti, la n.4 del 2013. Il massimo
organo della magistratura sammarinese non conosce le leggi sammarinesi. E’
colpa nostra, di consiglieri, perché nominiamo luminari di normative di altri
Paesi, ma che non conoscono la nostra. Nella sentenza leggo che il Commissario
della legge è giudice istruttore e giudicante. Ma poi si dice che sta al
commissario della legge, come giudice istruttore, avviare l’indagine,
contestare il reato e sta a lui proseguire l’indagine e il procedimento fino
alla sentenza. Evidentemente il giudice non conosce il nostro sistema penale.
Invoco il ritorno alle nostre istituzioni. Meglio un Consiglio dei XII di
sammarinesi che hanno a cuore San Marino piuttosto che affidare l’incarico a
chi non ha la dovuta attenzione per il nostro ordinamento. Credo che dovremo
modificare i requisiti di competenza per la nomina di questo organismo. Non
voterò più soggetti che vengono qualificati solo sulla base di titoli che non
hanno a che vedere con il nostro ordinamento.

Rispetto al
dibattito, ho un timore. Siamo passati da un’epoca di permissivismo a una fase
di giustizialismo. Giudicare non è il compito della politica, ma della
magistratura. E’ vero che in passato questa è stata forse assente o
inconcludente, ma se ci sostituiamo ad essa non l’agevoliamo”.

 

San Marino, 20 marzo
2013/02

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