San Marino. Consiglio Grande e Generale. 5 giugno 2014. Seduta notturna. Agenzia Dire

San Marino. Consiglio Grande e Generale. 5 giugno 2014. Seduta notturna. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 4-9 GIUGNO

GIOVEDI’ 5 GIUGNO-
notte

In seduta notturna si riparte dalle
repliche al dibattito sull’esito referendario. L’opposizione
presenta altri due odg, il primo per le dimissioni del comitato
amministratore di Fondiss, il secondo per censurare l’operato di
governo, maggioranza e segretario di Stato per la Sanità.

Rispetto alla
votazione degli odg , al termine delle repliche, il capogruppo del
Pdcs, Luigi Mazza, conferma “l’indicazione dell’odg della
maggioranza ad avviare un confronto senza indicare indirizzi”, e “a
metterlo in votazione questa sera stessa. Gli altri non hanno nulla a
che vedere con quello presentato. Si possono votare anch’essi
questa sera”.

Gli odg vengono
così posti in votazione con dichiarazione di voto comune. Quello
della maggioranza per avviare il confronto sul post referendum viene
approvato a maggioranza con votazione palese. Il primo
dell’opposizione per le dimissioni del direttore sanitario viene
respinto con 32 voti contrari e 22 favorevoli; il secondo per le
dimissioni del comitato amministratore di Fondiss viene bocciato con
la stessa votazione; il terzo è respinto con 31 voti contrari e 23
favorevoli.

Si passa così
alla ratifica dei decreti delegati e decreti legge. Quelli non
scorporati vengono approvati a maggioranza. Inizia poi il dibattito
sul
decreto delegato “Tariffe e criteri per il contributo
dello Stato ai Servizi Socio-Educativi privati accreditati”. Al
termine degli interventi iniziali la seduta viene sospesa. Nella
seduta di domani si riprenderà dall’esame dell’articolato e
degli emendamenti .

Di seguito un riassunto degli
interventi.

Referendum

Franco Santi, C10: “Leggo il
secondo odg: Il Consiglio grande e generale osservato che il comitato
amministratore di Fondiss non ha dimostrato la volontà di applicare
quanto deciso dal legislatore…invita i suoi componenti a
dimettersi…”.

Simone Celli, Ps: “Leggo un
odg sottoscritto da tutta l’opposizione. Il Consiglio grande e
generale preso atto degli esiti dei referendum….ritenuto
particolarmente significativo il messaggio lanciato dai
cittadini…..valutato come il segretario di Stato per la Sanità si
sia speso in maniera diretta nella campagna referendaria……considerato
che la presentazione delle dimissioni non reiterate è un atto di
mera facciata….considera necessario rispettare completamente la
volontà popolare…, esprime disapprovazione per l’operato del
governo…censura il comportamento del segretario di Stato…”.

Nicola Renzi, Ap: “A me non
piacciono i giochini o le astuzie del logos. Non posso accettare che
tutta la campagna referendaria sia stata gestita sul fatto che la
maggioranza voleva fare un piacere ai medici. E oggi si scopre che la
maggioranza ha in odio i medici. Torniamo alla realtà. Questa legge
poteva dare risorse e potenzialità, anche ai medici. Alla
cittadinanza interessa avere una sanità di qualità, cosa faremo di
Fondiss. Non conta chi ci mette la faccia o chi ‘fa i casini’.
L’odg e l’incontro con i capigruppo è l’esito del referendum.
C’è disponibilità al confronto per gestore la fase transitoria. A
maggioranza ha fatto provvedimenti anche impopolari. Il consigliere
Lazzari ha evidenziato il rischio di troppo tecnicismo e sollevato il
tema della democrazia, citando don Milani. Dibatteremo sui valori
della democrazia”.

Stefano Macina, Psd: “Rispetto
alle repliche e agli odg sono basito. La maggioranza è venuta in
Aula non per chiedere soccorso all’opposizione. Ritiene che
rispetto al’esito del referendum ci sono degli atti da compiere. Il
muro contro muro non va bene. Allora abbiamo dato la disponibilità
al confronto per come gestire la fase transitoria ne rispetto della
volontà popolare. Se altri sono disponibili, bene, altrimenti faremo
da soli. Ma l’obiettivo di una sanità di qualità interessa poco,
interessa la strumentalizzazione politica”.

Francesca Michelotti, Su: “Io
sono basita di fronte alla reazione scomposta di Macina. Cosa si
aspettava la maggioranza perché ci propone di aprire un tavolo sul
post referendum? Che la ringraziassimo in ginocchio? Noi abbiamo
aderito, ma lasciateci la libertà di muoverci come ci pare. Nessuno
vuole lo sfascio del sistema sammarinese. Accolgo la richiesta di
Mussoni di dare un abbraccio ai nostri medici, che si sono sentite
vittime di un risentimento. Mi sconcerta invece Renzi, che mi pare
abbia contraddetto l’invito. Credo nel valore dei medici, non mi
sono accorta di sentimenti malevoli. Capisco il turbamento emotivo
del segretario di Stato, ma non è accettabile il suo colpo di spugna
rispetto al referendum. E’ un autoassoluzione. Avrei dei dubbi
sulla fiducia dei cittadini. Non si è sentita autocritica né
riconoscimento del valore del voto. Cercare il dialogo con
l’opposizione è una manifestazione di buon senso che vi permette
di uscire da una situazione difficile. L’odg della maggioranza è
beffardamente laconico. La democrazia referendaria non piace alla
deriva oligarchica del Paese, ma i sammarinesi vogliono partecipare”.

Paride Andreoli, Ps: “Questa
sera gli interventi mi sembrano di natura diversa. Si vuole
convincere che siamo tutti fratelli. Non si può mozzare la parola a
chi ha vissuto il referendum in maniera diversa. Da parte della
maggioranza, che ha dato atto della sconfitta, c’è forte
preoccupazione per l’esito referendario. Il Ps, e credo tutta
l’opposizione, ha messo in campo un atteggiamento costruttivo per
i decreti da emanare. Il Ps condivide l’istituzione del tavolo. Il
senso di responsabilità è anche nella minoranza. È improprio che
si usino toni forti sugli odg dell’opposizione. Le diversità ci
sono. Apriamo insieme una finestra nuova e condividiamo quanto non è
stato fatto prima. Ci sono ruoli e mandati distinti, non si può
zittire nessun consigliere. Il Ps è pronto a condividere l’odg
della maggioranza e verificare se ci sono le condizioni per risolvere
la questione. Per il resto sono libero di esprimere le mie
considerazioni su governo e maggioranza”.

Marco Gatti, Pdcs: “Con le
repliche non ho capito più molto. Mi sembrava che ci fosse la
disponibilità sul nostro odg, con le opinioni che sono ovviamente
libere. Sono settori importanti pensioni e sanità. A nome della
maggioranza non mi rimangio quanto detto martedì. Se c’è
disponibilità procediamo come detto. Votiamo lunedì, ci vediamo per
trovare una sintesi, non è detto su tutto. Invito i capigruppo a
incontrasi per capire come andare avanti”.

Ivan Foschi, Su: “E’ molto
elementare la distinzione tra piano politico e ricerca di una
soluzione tecnica. C’è un confronto aperto, non si è detto che
non si vuole ragionare su come sanare eventuali lacune. Noi chiediamo
anche un’assunzione di responsabilità. C’è stato un referendum.
Serve sostanza politica. Le dimissioni possono essere reiterate. Si
può verificare in Aula se c’è ancora consenso. Non capisco lo
stupore della maggioranza. Abbiamo richiamato il ruolo del direttore
sanitario e del comitato di Fondiss. Qualche riflessione è propria
del nostro ruolo. Non c’è nessun assegno in bianco. Dovete
prendervi le vostre responsabilità. La batosta di domenica deve
essere salutare”.

Elena Tonnini, Rete: “Il
segretario di Stato Mussoni ritiene giusto non reiterare le sue
dimissioni. E’ un segnale: è più importante la fiducia di
maggioranza e governo del parere di 11mila cittadini. Evidentemente
contano poco. I risultati del referendum sembrano scivolare addosso a
maggioranza e governo. C’è un enorme distanza dalla cittadinanza.
Legge e decreto sono stati annullati dalla Reggenza, l’istituzione
più alta. Eppure quasi tutti in maggioranza continuano a ribadire la
bontà dei due provvedimenti. Si rispettano le istituzioni quando più
fa comodo. Siamo sempre stati disponibili al confronto e continuiamo
ad esserlo, indipendentemente dall’odg della maggioranza. Il
confronto non dovrebbe essere un modo straordinario di procedere, un
favore, una disponibilità da raccogliere. E’ un’opportunità. Ma
se le stesse persone rimangono al loro posto sarà difficile trovare
un punto d’incontro. Noi siamo pronti al confronto, senza atti di
forza, che invece Mussoni continua a fare. Vuole gestire da solo”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Sono
allibito. Si parla di sfumature di grigio. Ma 11mila cittadini ci
dicono di non andare avanti in maniera muscolare. Non è bagarre
politica. Se fosse un merito dell’opposizione l’abrogazione dei
due provvedimenti la maggioranza dovrebbe fare le valigie. Mussoni è
stato impallinato dalla maggioranza, i cittadini hanno bocciato il
vostro modo di fare politica. La disponibilità al confronto da parte
dell’opposizione c’è sempre stato, rimanendo ognuno al proprio
posto. Ma se si continua così il Paese va al declino estremo”.

Francesco Mussoni, segretario di
Stato per la Sanità
: “Abbiamo ammesso la sconfitta
referendaria. E c’è una visione comune della sanità in Aula:
pubblica, gratuita, di qualità, per i sammarinesi. Nelle repliche
tutto si è dilatato. Ci sono 4 odg, 3 rivolti al passato. Uno chiede
di aprire un tavolo per un dialogo su come risolvere i problemi. Non
possono esserci pregiudiziali. Se vogliamo discutere di sanità
occorre lavorare su quell’odg. Se vogliamo far cadere il governo la
maggioranza non ci sta. Smettiamo di polemizzare e chiudiamo il
dibattito”.

Dichiarazioni di voto

Roberto Ciavatta, Rete:
“Sull’odg della maggioranza: siamo disponibili al confronto al
tavolo, ma non garantiamo il voto favorevole, alla luce di alcuni
interventi offensivi e inconcepibili. Ci asteniamo”.

Giovanni Lonfernini, Upr:
“Lunedì abbiamo partecipato al’incontro e c’era un
atteggiamento diverso della maggioranza, di apertura al confronto
sulla sostenibilità dell’Iss. Pur criticando aspramente, siamo per
la salvaguardia di alcuni punti fermi, per non dare corso a
preoccupazioni. Non abbiamo preclusioni verso l’odg della
maggioranza, volgiamo cogliere la disponibilità nell’ottica di
quanto detto dai cittadini. Votiamo a favore”.

Paride Andreoli, Ps: “In linea
con l’incontro tra maggioranza e opposizione siamo favorevoli ad
aprire il tavolo di confronto. Ci aspettiamo dalla maggioranza buon
senso e senso di responsabilità”.

Andrea Zafferani, C10: “I
nostri tre odg danno una risposta chiara all’esito del voto. Se non
saranno accolti chiuderemo un dibattito con un odg che guarda solo al
futuro. Non è la conclusione in linea con il messaggio dei
cittadini. E’ una risposta insufficiente. Il confronto non è
qualcosa di eccezionale e doveva avvenire prima. La gestione della
transizione ci lascia perplessi, sul futuro della sanità non ci
tiriamo indietro. Però senza una presa d’atto politica è uno
schiaffo ai cittadini. Come Su ci asterremo”.

Decreti

Decreto Delegato 27 marzo 2014 n.39
– Tariffe e criteri per il contributo dello Stato ai Servizi
Socio-Educativi privati accreditati.

Roberto Ciavatta, Rete: “Si
prevede il contributo statale ad asili nido accreditati. In alcuni
casi è il 50% della quota di ogni bambino, anche se non occupa il
posto. C’è un’attenzione ampia verso gli istituti accreditati,
ma non c’è una programmazione di lungo periodo. Circa 60 bambini
non sono accolti nelle strutture pubbliche. Che imprinting vuole dare
la segreteria di Stato al servizio? Totalmente pubblico? O solo
finché ci sono posti e poi interviene il privato? Ci sono strutture
a costo limitato. Occorre ragionare sui numeri e creare i posti
necessari. Quali logiche sono alle basi del decreto? Capisco una fase
transitoria, all’interno di una progettualità, e di riconoscere a
chi mette disposizione degli spazi un contributo. Ma ci sono una
serie di contraddizioni. Presentiamo degli emendamenti”.

Mimma Zavoli, C10: “Gli
istituti privati sono una parte consistente dell’apparato. Mi
rammarica che queste strutture sono contenute a un livello di
possibilità operativa, mentre per gli stessi servizi di natura
pubblica il trattamento è diverso. Lo Stato non è stato in grado di
strutturare e gestire l’esistente, preferendo ampliare il settore
privato, facendolo ricadere in un ambito ristretto. Presentiamo dei
ritocchi importanti, spero vengano considerati. Le cifre sono
importanti e lasciamo i contributi anche se i posti non sono coperti.
Ragioniamo”.

Elena Tonnini, Rete: “Occorre
fare chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto verso il privato.
C’è un comunicato stampa del congresso di Stato del 2009
sull’accreditamento degli asili nido privati da dove emerge
l’esigenza: dare una risposta più incisiva alle richieste delle
famiglie. Si potevano valutare nuove strutture, ma è risaputo che le
esigenze non sono più le stesse. C’è una crisi occupazionale e
non c’è più mancanza di posti. Piuttosto un esubero. Occorre
domandarsi se è la direzione giusta contribuire con cifre
importanti, dal 2010 300mila euro, nel 2013 400mila e 390mila nel
2014. E lo Stato non deve accollarsi il rischio d’impresa. I dati
si sanno. Inoltre nel decreto, ma non è una sua particolarità, è
discrezionale. Il congresso di Stato può rivedere tutto. Sono
importanti anche i controlli. L’accreditamento è provvisorio, per
cui devono essere efficaci”.

Manuel Ciavatta, Pdcs:
“Condivido l’importanza dei controlli, non il rimettere in
discussione il contributo. Il privato ha sostenuto le famiglie, si è
impegnato, è difficile tornare indietro anche se ci sono meno
bambini. Sono d’accordo sulla razionalizzazione dei contributi, che
sono stati ridotti. Queste strutture hanno un valore. Anche nella
possibilità di scelta”.

Gian Matteo Zeppa, Rete:
“Entriamo nella solita sciagurata politica. Si pone una pezza,
invece di fare progettualità. Lo Stato deve assolvere fin
dall’infanzia il percorso scolastico dei bambini. Serve un’analisi
delle nascite e concedere di avere una struttura statale in ogni
Castello. Esistono strutture a norma a basso costo, i bambini si
devono radicare nei loro Castelli di appartenenza. Servono soluzioni
nuove”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario
di Stato per la Pubblica istruzione
: “Abbiamo strutture
splendide. Abbiamo una popolazione sfuggente, anche se abbiamo le
statistiche. E’ difficile governare il fenomeno nel breve periodo.
Abbiamo investito in una struttura pubblica. Non abbiamo aumentato
nessuno stanziamento dal 2010, non abbiamo aumentato il numero dei
posti. E non abbiamo infatti bambini a sufficienza. Comunque vanno
prima nelle strutture private. La nostra legge è fatta molto bene.
Certo il privato fa più fatica. Le 25 insegnati nei privati chiedono
di migliorare l’intervento. Manteniamo il contributo perché
l’equilibrio è precario. Per il Consiglio d’Europa è ottimale
la disponibilità del 65%, noi siamo tra l’80% e il 100%”.

San Marino, 5 giugno/02

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