San Marino. Consiglio Grande e Generale, report venerdì 21 luglio (mattina)

San Marino. Consiglio Grande e Generale, report venerdì 21 luglio (mattina)

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, 17-21 LUGLIO

-VENERDI’ 21 LUGLIO-

In mattinata termina la sessione consiliare, ma resta incompiuto l’esame in seconda lettura dell’Assestamento di Bilancio 2022 che dovrà necessariamente essere ripreso con una nuova convocazione del Consiglio Grande Generale. Per la programmazione dei lavori parlamentari si riunirà l’Ufficio di presidenza già nella prossima settimana, martedì 25 luglio.
Nella seduta odierna sono esaminati e
respinti tre emendamenti proposti da Libera su cui si sono sviluppati ampi confronti su temi bancari-finanziari: dalla risoluzione bancaria dell’ex Banca Cis a proposte per incentivare l’inserimento nel mercato immobiliare di appartamenti e strutture sfitti “in pancia” agli istituti.

Si comincia dall’emendamento di Libera aggiuntivo articolo 16- terdecies: “Ccr allargato per soluzione a problematiche correntisti ex Banca Cis”. L’articolo punta alla convocazione straordinaria di un Comitato per il Credito e il Risparmio, “allargato” alla presenza degli amministratori delle banche cessionarie dell’ex Banca Cis e dell’amministratore unico Bns, “per individuare soluzioni che possano conciliare le ragioni di tenuta delle finanze pubbliche con le normali e pratiche esigenze dei correntisti dell’ex Banca Cis”, a cui sono state convertite le obbligazioni previste dal programma di risoluzione. Il segretario di Stato Marco Gatti è categorico nel respingere la proposta, etichettandola come “un modo populista e non serio di gestire le obbligazioni”. Dall’opposizione c’è chi interviene a sostegno della proposta di Libera e chi invece si allinea al giudizio del Segretario. Alessandro Rossi, Gruppo misto, approva che il Ccr venga convocato in forma più estesa su tematiche che richiedono un impegno trasversale, ma “l’emendamento in sé non mi piace- sottolinea- non mi piace creare aspettative per gruppi specifici di interesse in quest’Aula”. Da Rete, Emanuele Santi condivide le parole del Segretario Gatti: “Credo in questo articolo si faccia molta demagogia, capisco le problematiche che investono i correntisti Ex Cis- chiosa- ma non possiamo raccontare favole”. Ovvero, “non possiamo dire che si devono ridare tutti i soldi ai correntisti- prosegue- Si può fare un commissione su una relazione che spieghi lo stato dell’arte dei recuperi Bns, ma come ridare i soldi è molto chiaro, bisogna recuperali e servono tempi consoni”. “Lì- conclude- c’è stato un buco da 300 mln di euro e lo Stato non li ha, bisogna recuperare il più possibile”.

Guerrino Zanotti, Libera, ricorda al Segretario Gatti che la proposta di risoluzione – che ha portato a trasformare parte dei depositi dell’ex banca Cis in obbligazioni- non è una mera decisione del precedente governo: “Quella decisione ci ha visti tutti quanti allo stesso tavolo e tutti quanti coinvolti a condividerla”. “Ma quale demagogia e false aspettative?, replica Matteo Ciacci, Libera. “Bando a strumentalizzazioni, mettiamo nella giusta carreggiata un intervento che non prevede un Ccr con i correntisti- manda a dire- noi non promettiamo rimborsi, noi diciamo che gli organismi deputati devono cercare il più possibile di rispettare il piano di risoluzione, che merita di essere rivisto alla luce dei conti pubblici, ma d’altra parte non si possono lasciare nell’incertezza famiglie che chiedono di poter riavere i propri risparmi gradualmente e con un con percorso chiaro”. Roberto Ciavatta, Rete, dà ragione ai consiglieri nel richiamare il Segretario Gatti alla responsabilità sulla legge di risoluzione bancaria: “L’abbiamo scritta tutti per evitare il bail in e rimborsare tutti- chiarisce- ma con il senno di poi abbiamo capito che quella banca era una scatola vuota e ci sono crediti dove non si recupererà mai nulla”. Per cui “dobbiamo porci seriamente l’interrogativo se siamo nelle condizioni di garantire, a chi aveva somme superiore al milione di euro, di restituirle come Stato”. Ciavatta concorda poi sulla richiesta di un’audizione sui recuperi che si stanno portando avanti come Sga e su quali possano essere le aspettative di rientro. Eva Guidi di Libera raccoglie la proposta: “Obiettivo dell’emendamento non è il rimborso delle quote- puntualizza- di sicuro però sarebbe importante cominciare ad aprire questo ragionamento e sarebbe bello che se ne potesse parlare in Commissione consiliare II”. Anche dalla maggioranza, Stefano Giulianelli, Pdcs, apre all’ipotesi si un’audizione in commissione: “Più che un Ccr allargato sarebbe opportuno convocare in commissione Finanze gli amministratori ex Bns per un aggiornamento sull’azione di recupero dei crediti, azione per cui sappiamo che ci vuole tempo”. L’emendamento infine viene respinto con 29 voti contrari e 11 a favore.

A seguire, l’esame dell’emendamento di Libera aggiuntivo di un nuovo articolo 16- quaterdecies

Locazione immobili banche” per impegnare congresso di Stato e Banca centrale “ a porre in essere tutte le iniziative utili o necessarie per la messa a disposizione di immobili di proprietà

degli istituti di credito, anche attraverso modifiche normative e regolamentari che consentano la

locazione degli stessi per brevi periodi e/o lo sviluppo di progetti di edilizia sociale”.

Vorremmo lavorare per capire quanti immobili a uso abitativo hanno le banche- spiega Ciacci di Libera- Riusciamo a metterli a disposizione e a fare un progetto di edilizia sociale? È poi possibile avviare politiche di riqualificazione degli immobili sfitti? Su questo vorremmo stimolare governo e Aula”. Dall’opposizione, Matteo Zeppa. Rete, lo ritiene un emendamento “di buon senso”. Il problema degli affitti e del mercato immobiliare è “reale- spiega- perché le banche hanno fatto ‘cartello’ su questo sistema”, per cui annuncia il suo voto favorevole.

Diversamente, dalla maggioranza Michela Pelliccioni, Dml, ritiene che nella proposta di Libera manchi visione di insieme: “Credo non sia corretto accavallare i piani legati agli Npl delle banche e cercare una risoluzione al problema dell’edilizia sociale”, motiva. “Le banche si sono trovate a fare attività immobiliare che non è attività ordinaria per loro, a dover impiegare liquidità in accantonamenti che pesano sui bilanci – prosegue- e senza liquidità non possono sostenere l’economia”. La soluzione ai problemi del mercato immobiliare “non è un affitto transitorio- conclude Pelliccioni- piuttosto lo Stato deve impegnarsi a trovare soluzioni efficienti, facendo politiche di sostegno per l’edilizia sociale”.

Fernando Bindi, Rf, condivide sulla necessità di arrivare a un “censimento metodologicamente corretto dell’esistente” di immobili non occupati, “per andare a vedere come si possono trasformare e riutilizzare”. Di fronte a una mole enorme di edificato inutilizzato “non si può non intervenire”, stigmatizza. Paolo Rondelli, Rete, spiega che il suo movimento ha depositato una interpellanza proprio per conoscere lo status quo del mercato immobiliare sul territorio. Per il consigliere si deve ormai considerare infatti un problema sociale l’impossibilità delle giovani generazioni ad avere autonomia abitativa: nell’interpellanza dunque “chiediamo di sapere il numero degli immobili sfitti in territorio, le tariffe di locazione- prosegue- e se si è a conoscenza del fenomeno Airnb a San Marino, che in molti centri storici, anche in grandi città, sta creando distorsioni al mercato immobiliare”. Rondelli richiama infine alla necessità per l’università di realizzare uno studentato per chi intende venire a studiare sul Titano. Eva Guidi, Libera, sottolinea come l’emendamento abbia una formulazione aperta e possano ‘lavorare’ per integrarlo gruppi e governo. E ancora, per Daniela Giannoni, Rete, l’articolo può essere sostenuto “quanto meno per riuscire a trovare un accordo con le banche- sottolinea- perché siano messi a disposizione immobili anche a fronte del sostengo ricevuto dallo Stato in passato”.

Diversamente, per il Segretario Gatti questo emendamento “richiede quello che c’è già”, ovvero “Bcsm ha già previsto la possibilità alla banche di dare in affitto i propri immobili”. Il problema, rileva, è legato al fatto che “le banche di immobili finiti e pronti da dare in affitto ne hanno pochissimi”. In questa direzione, la cartolarizzazione dovrebbe aiutare nella gestione del patrimonio delle banche. chiosa. L’emendamento viene infine respinto con 25 voti contrari e 18 a favore.

Sempre sullo stesso tema, l’ultimo emendamento di Libera esaminato è l’Articolo 16-septiesdecies “Tassazione degli immobili non utilizzati”. Con esso “prevediamo che gli immobili inutilizzati possano essere soggetti a una sorta di tassazione – spiega Ciacci- i proprietari di immobili sfitti e non messi sul mercato possono iscriverli su un registro apposito che prevede un equo-canone di affitto, se però non lo fanno, allora hanno un disincentivo, questa sorta di tassazione”. Il registro è doppio: uno relativo allo’ sviluppo economico’, il secondo riguarda invece gli immobili per le famiglie. Alessandro Cardelli, Pdcs, riconosce che il tema sia da affrontare a tutto tondo ma non con un emendamento che non può essere accolto. “Piuttosto che ragionare su imposte specifiche- propone- un eventuale ragionamento può essere aperto su disincentivi in termini catastali”. Santi di Rete anticipa il voto a favore, ma ritiene opportuno aprire un dibattito più articolato sul tema. Manuel Ciavatta, Pdcs, invita i consiglieri di Libera a una maggiore coerenza e ricorda come il precedente governo in Finanziaria abbia approvato articoli che hanno consentito la vendita di immobili a non residenti “sol pagando mille euro di imposta e non passando per il Consiglio dei XII”. “Bisognerebbe capire quali numeri ed effetti siano derivati da quel provvedimento- chiosa- e quanto questo abbia limitato la vendita di immobili ai sammarinesi”. Matteo Zeppa, Rete, invece condivide la proposta di una “tassa per grandi latifondisti immobiliari”. Andrea Zafferani, Rf, ricorda la proposta simile del suo gruppo relativa alla tassazione di immobili non utilizzati e all’istituzione di un registro di disponibilità di immobili a canoni calmierati.

Per il Segretario Gatti il problema del discorso abitativo è concreto, ma “occorre un approfondimento – suggerisce- per introdurre forme di incentivazione anche fiscale però senza che si istituisca una nuova imposta”. Meglio per il Segretario di Stato quanto proposto da Cardelli, ovvero intervenire sull’aumento della rendita catastale di un immobile non messo in locazione o in vendita dopo un certo arco temporale. Infine, con la votazione che determina la bocciatura dell’emendamento- 27 i voti contrari e 21 a favore- si concludono seduta e sessione consiliare.

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