San Marino. Credito Sammarinese, non si presentano i testimoni

San Marino. Credito Sammarinese, non si presentano i testimoni

L’Informazione di San Marino

Prossima udienza si procederà con l’esame degli imputati. Poi le conclusioni

Caso Credito Sammarinese. I testi non si presentano

Antonio Fabbri

Va avanti con qualche difficoltà, almeno per quanto riguarda l’audizione dei testimoni richiesti dalle difese, il dibattimento sul filone sammarinese del caso “Decollo Money”, caso che vide un milione e 300mila euro dello ‘ndranghetista Vincenzo Barbieri, ritenuti frutto del narcotraffico, depositati presso il Credito Sammarinese. Barbieri fu poi assassinato nel marzo 2011 a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Per la vicenda dei soldi di Barbieri depositati nel Credito Sammarinese, sono finiti rinviati a giudizio, con l’accusa di riciclaggio, praticamente tutti i membri degli organi sociali della banca, tra cui presidente e direttore generale, Lucio Amati e Valter Vendemini. 

Fu proprio quest’ultimo che si recò, secondo le ricostruzioni dell’inchiesta, a Bologna per ritirare da Barbieri, in soggiorno obbligato nel capoluogo emiliano-romagnolo, i contanti per versarli al Credito sammarinese. 

Ieri il processo, davanti al giudice Gilberto Felici, è proseguito. La mattinata, tuttavia, è stata infruttuosa, considerato che i testimoni convocati, indotti dalla difesa Lubiana, non si sono presentati, nonostante si trattasse della seconda convocazione. Solo uno di questi, che la difesa è riuscita a contattare, avrebbe manifestato la disponibilità a presentarsi. 

Il giudice ha comunque disposto che il processo proseguirà, alla convocazione della prossima udienza, con l’audizione degli imputati che intendano sottoporsi all’esame o rilasciare dichiarazioni. Di seguito si procederà con le conclusioni sulla base di un calendario di udienze.

Nei primi mesi del 2018, dunque, si dovrebbe giungere salvo intoppi, alla sentenza di primo grado. 

Intanto ieri, nel primo pomeriggio, è stato ascoltato il notaio bolognese Federico Rossi. Indotto dalla difesa di Valter Vendemini, il notaio ha parlato di un atto di cessione di una società, la Tiche Srl, rogato nel 2010. La cessione avvenne tra un’altra società, la Quadrifoglio sas, e Vincenzo Berbieri.

Una cessione per un valore ingente di circa due milioni di euro. A domanda dell’avvocato Pier Luigi Bacciocchi il notaio ha risposto: “Ritengo che la diligenza che applicammo nell’adeguata verifica sia stata sufficiente, e sarebbe tale anche con le normative di oggi. La società presentò bilanci allegati all’atto di grande precisione estetica. Non ho competenza né dovere di andare a verificare ulteriormente: i bilanci erano ordinatissimi e precisi”, ha detto il notaio Rossi.

Non vennero fatte, dunque, delle verifiche sulla persona del Barbieri. “Non mi occupai nell’occasione di verificare quale fosse la reale provenienza delle somme usate da Barbieri in funzione delle sue capacità patrimoniali e reddituali. Non dovevo farlo. Mi preoccupai semplicemente di verificare i mezzi bancari. Lui si presentò come imprenditore nel mondo dell’abbigliamento. I pagamenti avvennero tramite assegni e bonifici e a garanzia c’era una fidejussione presso Carisbo, istituto di consolidata serietà. Viste le rassicurazioni della banca, non ho quindi avuto modo di preoccuparmi ulteriormente”.

Dopo l’omicidio di Barbieri il notaio ha riferito che la Guardia di finanza in veste di polizia giudiziaria, acquisì la documentazione di quell’atto. “Non ebbi modo di preoccuparmi considerato che ero tranquillo dell’atto che avevo redatto e non ebbi alcun problema”, ha detto il testimone. Barbieri, dunque, per le norme italiane, per banche e notaio non era stato oggetto di verifica personale, dato importante per la difesa. Posto che, probabilmente, a San Marino gli adempimenti, per le norme in vigore all’epoca e le ulteriori in vigore oggi, l’adeguata verifica sarebbe dovuta essere più stringente. L’udienza è stata aggiornata, dunque, a data che sarà comunicata dal giudice con decreto.

 

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