Credito Sammarinese: o i soci tirano fuori 40milioni entro sette giorni per ricapitalizzare la banca o sarà insolvenza, secondo Stefano Elli di IlSole24Ore, che ieri, fra l’altro, ha pubblicato la lettera dei commissari.
Insolvenza. Un precedente che si riverbererebbe – sostengono in molti (e tra loro numerosi uomini politici locali) – sull’intero sistema, sia con riguardo a quello che i tecnici chiamano ‘rischio reputazionale’, sia con potenziali effetti di fuga disordinata di capitali depositati nei conti delle altre banche già provate nel fisico e nella tenuta dei conti dai disastrosi esiti dello scudo fiscale. Un rischio, quello dell’effetto ‘domino’ tra l’altro, che in altri tempi non si era ritenuto di correre. Fresco nella memoria è il ricordo della situazione di ‘default’ in cui era sdrucciolata la Banca del Titano, monosportello a Dogana, già commissariata nel 2007 e bersaglio di un’improbabile operazione di ‘buy out’ studiata da un’altrettanto improbabile compagnia di giro capitanata da Gianpiero Fiorani, e supportata da Lele Mora e altri.
In quella circostanza la locale Banca Centrale contribuì al suo salvataggio in modo energico. Da notare come l’allora commissario della Banca del Titano era Maurizio De Marchis, lo stesso che ora è presidente del consiglio di sorveglianza del Credito Sammarinese.
A dir il vero lo stesso Maurizio De Marchis è commissario anche per la SM
International Bank, vale a dire la ex Banca del Titano, che costò ai sammarinesi 500
euro a testa, neonati compresi. I responsabili del crac Bdt furono graziati con la concessione di una immunità giudiziaria, consenziente Banca Centrale.