I debitori della monofase (ne dovrebbero dare per 170 milioni) della Repubblica di San Marino possono stare tranquilli.
Il Fondo Monetario ha chiesto che detta somma venga tolta dal bilancio dello Stato visto che viene riportata anno dopo anno senza che, di fatto, si faccia nulla per recuperarla.
Il Governo obbedirà e toglierà la voce.
Come si può non ascoltare il Fmi?
Chi ha dato ha dato, chi ha avuto – non lo Stato -, ha avuto. E buona notte ai sonatori.
Insomma un colpo di spugna.
Insomma lo Stato rinuncia a 170 milioni, mentre si accinge a varare una patrimoniale da 10 milioni.
Il non recupero della monofase è così spiegato in un comunicato della Segreteria delle Finanze: L’ammontare del credito pregresso derivante dal mancato pagamento della monofase
si è prodotto nel corso degli anni passati ed è frutto di mancato pagamento da
parte di aziende cessate a seguito di fallimento, liquidazione coatta o
volontaria, in una situazione di mancanza di beni mobili o immobili su cui
potere fare rivalsa. Di fatto trattasi di crediti inesigibili.
I segretari di Stato all’Industria, Marco Arzilli, e alle Finanze, Claudio Felici, vanno sostenendo che non c’è stato alcun condono né ci sarà alcun condono. Il che cozza contro la frase sopra riportata. Specie se il Governo continua a non rendere pubblico l’elenco delle società e delle persone fisiche coinvolte, con i relativi impegni e le conseguenti azioni intraprese, dallo Stato, anche presso il Tribunale.
La pubblicazione dei dati anche delle persone fisiche coinvolte è importante se non altro per sfatare la diceria sul giochino delle società chiuse (magari con liquidazione volontaria) e riaperte con un nuovo nome.
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