San Marino. Demos critica il Decreto Legge sul reintegro dei medici non vaccinati

San Marino. Demos critica il  Decreto Legge sul reintegro dei medici non vaccinati

“Sembrava una buona notizia, finalmente il personale sanitario non vaccinato, soggetto a pesanti discriminazioni da più di un anno è stato reintegrato, è questa la notizia rimbalzata sui media a seguito del Decreto Legge n. 111/2022”.

Così scrive in un comunicato stampa Demos, aggiungendo: “Purtroppo però, la buona notizia reale, ovvero quella di un ritrovato equilibrio ed un metodo condiviso nella soluzione dei problemi sanitari ed etici, non viene assolutamente confermata dalla lettura del Decreto, anzi emergono criticità e discriminazioni, se vogliamo ancora più pesanti, di quelle finora subite dal personale sanitario che ha fatto obiezione alla inoculazione di vaccini dai più ritenuti sperimentali.
Vaccini sui quali è stata provata la non piena capacità immunizzante, tale evidenza pertanto dovrebbe far decadere
la logica che ha portato a sospendere i sanitari, perché sanitari seppur vaccinati, al netto delle misure di prevenzione, potrebbero contagiare i loro pazienti”.
Evidenziamo, spiega Demos, “come non vengano reintegrati coloro che sono stati radiati o sospesi dagli Ordini professionale di riferimento italiani, prolungando la lunga sofferenza di chi da più di un anno non vede confermato il suo diritto al lavoro, solo per una libera e consapevole scelta. Sottolineiamo che appare quanto meno strano il riferimento agli Ordini Italiani, in quanto anche San Marino ha normati i propri Ordini professionali.
Per di più, continua Demos, “il personale sanitario non vaccinato viene reintegrato, ma solo fino al 30 di settembre senza ferie e permessi. Non vorremmo che questo reintegro temporaneo sia stato dettato solo per fare fronte alla emergenza di scarsità di personale sanitario in isolamento per covid e dal sacrosanto diritto a svolgere le proprie meritate ferie. Se così fosse, sarebbe ancora più umiliante per il personale sospeso essere riesumato solo come “tampone” di una gestione sanitaria in evidente difficoltà.
Nella sua analisi Demos precisa: “Ad appesantire l’atteggiamento del Decreto si legge al comma 1.4. “Il personale sanitario che non si sia sottoposto a vaccinazione volontaria o al relativo richiamo (dosi booster), deve garantire la sua presenza fino al 30 settembre senza utilizzare periodi di ferie, salvo assenze dettate da urgenza e inderogabilità”.
Come a dire vi ridiamo il vostro diritto al lavoro ma senza tutti i diritti a corredo, perché siete ancora in punizione.
La “dose” si rincara al comma successivo: “La non disponibilità del personale dell’ISS, precedentemente sospeso, a
rientrare in servizio dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, e fino al 30 settembre, sarà
considerata assenza ingiustificata dal posto di lavoro e darà avvio alle eventuali procedure disciplinari.”.
Come a dire non puoi rifiutare questa “offerta” altrimenti ti sottoponiamo a sanzioni disciplinari”.

E per finire, conclude Demos, al comma 3.1, viene dichiarata di fatto l’emergenza di assenza di personale sanitario, “Al fine di assicurare il reperimento, in tempi brevi, del personale sanitario necessario per garantire i livelli essenziali di assistenza, ad integrazione e parziale modifica di quanto previsto dall’articolo 26 della Legge 9 novembre 2020 n.196, …. può procedere al reclutamento di medici specializzandi, iscritti al terzo, quarto e quinto anno di corso delle scuole di specializzazione …con contratti di collaborazione a convenzione, di durata non superiore a nove mesi”.
Di fronte a questo stato di emergenza che porta l’ISS a contrattualizzare personale non completamente formato
per gestire la carenza di personale;
Di fronte a questa continua acredine verso chi ha con mille sacrifici e sofferenze personali e familiari deciso di non farsi inoculare un vaccino sperimentale, pur avendo le necessarie qualifiche professionali per porsi il dubbio di efficacia e di rischiosità rispetto ad una terapia preventiva;
Crediamo necessario stimolare la seguente riflessione:
E’ utile continuare ad approcciare la risoluzione dei problemi con tale dirigismo e violenza conseguente?
E’ utile continuare a trattare Il personale sanitario obiettore in questo modo?
Non sarebbe più utile un approccio di ricerca e comprensione delle ragioni altrui con l’obiettivo comune di garantire ai nostri cittadini la miglior risposta sanitaria possibile, pur nelle condizioni emergenziali ed economiche nelle quali ci ritroviamo.
Demos crede profondamente che acuire le divergenze fra le persone fino ad aizzarle l’una contro l’altra sia un
atteggiamento imperdonabile, che scava, di giorno in giorno, ferite profonde nel corpo sociale.
Riteniamo piuttosto sia giunto il momento per curare le ferite già inferte, di reintegrare dignitosamente il personale sanitario obiettore con gli strumenti migliori per garantire la massima sicurezza sanitaria ai cittadini.
Anche perché è sicuramente illogico, oltreché ulteriormente discriminatorio per i destinatari del decreto, reintegrarli temporaneamente in estate; o l’emergenza è finita o non lo è! il rischio eventuale per i cittadini di trovarsi di fronte a personale non vaccinato in estate o nel prossimo inverno non crediamo sia diverso, se si utilizzano gli adeguati strumenti di prevenzione.
Di certo per affermare una volontà politica di affrontare in maniera così dura una emergenza sanitaria si sono creati disservizi e tensioni che hanno inciso enormemente sulla qualità e tempestività dei servizi sanitari, peggiorandola.
Sarebbe opportuno riflettere su tutto questo, per dare risposte più efficaci ai nostri concittadini”.

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