San Marino. Denunciato da nove consiglieri, condannato in primo grado, assolto in appello. L’Informazione di San Marino

San Marino. Denunciato da nove consiglieri, condannato in primo grado, assolto in appello. L’Informazione di San Marino

Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: Libertà di informazione / Denunciato da 10 politici, assoluzione piena per Cecchetti e Libertas.sm

Cecchetti era stato denunciato da dieci Consiglieri.

In primo grado aveva ottenuto l’assoluzione  per la denuncia fatta da Ivan Foschi, di Sinistra unita, che aveva querelato Libertas e il suo direttore Marino Cecchetti per un articolo relativo alla vicenda della Banca del Titano.
In questo caso in primo grado il commissario della legge Roberto Battaglino aveva assolto Cecchetti. Una assoluzione confermata in via definitiva dal giudice delle appellazioni, David Brunelli, del quale ieri è stata letta la sentenza.

L’altro procedimento, che era stato riunito al primo, era per offesa a persone investite di pubblici poteri, scaturito da un esposto presentato addirittura in
seguito ad una raccolta di firme in Consiglio. I firmatari dell’esposto erano stati Mario Lazzaro Venturini, Nadia Ottaviani, Denis Amici, Angela Venturini, Gian Nicola Berti, Massimo Cenci, Assunta Meloni, Maria Luisa Berti e Marco Gatti.

Il titolo dell’articolo era “San Marino abolisce – di nuovo – l’anonimato societario”. Un articolo nel quale, peraltro, non veniva nominato alcuno dei politici in questione, ma il discorso era focalizzato  sulla approvazione di una norma che non garantiva piena trasparenza. L’articolo diceva che l’anonimato ha favorito negli anni il “sottobosco politico-affaristico” che è “per gli uomini della cupola essenziale come l’acqua per i pesci”.

In questo caso in primo grado il commissario della legge Roberto Battaglino aveva condannato Cecchetti a 4 mesi per il reato contestato. Il giudice
delle appellazioni Brunelli ha invece cassato totalmente questa decisione assolvendo Marino Cecchetti in via definitiva e perché “il fatto non sussiste”.
Una sentenza che, al di là del caso specifico, è un precedente fondamentale per la libertà di informazione, di opinione e di critica.


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