Annalisa Boselli di Corriere Romagna San Marino: La banca d’affari di Hong Kong / «Bene i cinesi ma niente speculazioni» /
La Cdls: «E’ un investimento che se controllato è positivo ma San Marino non ha le regole». «Sotto gli occhi abbiamo l’esempio della malapolitica e della malagestione nel settore finanziario»
SAN MARINO. «Bene i cinesi, ma non
facciano speculazioni su San Marino,
altrimenti rischiamo di aggravare
un problema che abbiamo già in
pancia».
La pensa così Giorgio
Felici, segretario della Federindustria
della Cdls,
in merito all’i nte res se
manifestato dalla Maxdo
Group Limited di Hong
Kong di aprire una banca
d’affari. Sul Titano, però,
la holding vorrebbe creare
non solo l’istituto di
credito, ma anche la propria
base in Europa grazie
alla fiscalità agevolata.
«Si tratta di una tipologia
di investimento che,
se controllato, è positivo.
Ma il problema per San
Marino è alla radice. La
domanda che dobbiamo
farci è: ci sono le regole
necessarie per avere il
controllo degli investimenti
stranieri? Per me,
no. Abbiamo un assetto di
regole che non è sufficiente,
soprattutto in un settore
delicato come quello
finanziario. Abbiamo l’esempio
della malapolitica
e della malagestione del
settore bancario e finanziario
sotto gli occhi che
ha messo in crisi, tra l’altro,
un sistema mondiale.
Non so se San Marino sia
pronto per questa novità
».
Insomma, il Titano
non ha ancora messo su
gli anticorpi per le “storture”
che possono venire
fuori dalla sua stessa economia,
figuriamoci per
quelle esterne. «Non ho timori
particolari – prosegue
Felici – ma il punto è
che ancora le istituzioni
sammarinesi, dagli istituti
di credito alla politica,
non sono riusciti a risolvere
il problema che ancora
abbiamo in pancia,
gli effetti del sistema banche-
finanza-immobili». (…)
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