San Marino e la ‘beffa di Tremonti’. Pier Roberto De Biagi

San Marino e la ‘beffa di Tremonti’. Pier Roberto De Biagi

Caro Professore, con la ‘beffa di Tremonti‘ hai colpito nel segno e hai detto, dal mio punto di vista, una verità che molti, troppi, dai politici a qualche collega giornalista, non hanno avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di denunciare.

A leggere le dichiarazioni di questi giorni: accordo che porta all’Europa, soddisfazione diffusa, nuovo corso, amicizia, normalizzazione – da una parte -; caute adesioni, timide distinzioni, qualche contenuta disapprovazione – dall’altra -, tanto per non mettere a repentaglio uno strapuntino al banchetto dell’imminente (?) nuovo Governo, un pizzico di sconcerto lo si prova.

E’ vero, qualcuno ha stroncato senza mezzi termini ‘la capitolazione’, ma quanto ha inciso o inciderà la sua voce? Eppure, vivaddio, in quell’accordo c’è scritto che San Marino e Italia ‘garantiranno le condizioni che rendano possibile alle competenti autorità di vigilanza dei due Stati di svolgere un’efficace vigilanza su base transfrontaliera, al fine di tutelare la stabilità, l’integrità e la trasparenza dei sistemi finanziari, cooperando tra loro anche mediante lo scambio di informazioni riservate e lo svolgimento di accertamenti ispettivi congiunti o diretti (diretti!)’.

Chi si avvarrà, o potrà avvalersi, secondo te, di questa prerogativa? E inoltre: ‘agli enti creditizi e finanziari che hanno sede nella Repubblica di San Marino può (può!) essere concesso l’accesso ai sistemi di pagamento dell’area dell’euro sulla base di termini e condizioni appositamente determinati dalla Banca d’Italia con il consenso della Banca Centrale Europea’. Alla faccia della pari dignità e di un’opportunità che ci dovrebbe introdurre all’Europa!
Altra perla: i due Stati, cioè San e Marino, ‘trasmetteranno, anche in deroga al segreto bancario, le informazioni necessarie all’identificazione dei beneficiari finali delle transazioni sui mercati finanziari’.

Chi lo ha fatto e chi lo ha autorizzato si sono resi conto di ciò che hanno sottoscritto? E l’imbroglio, con tanti furbi che stanno al governo o in maggioranza o dietro le quinte, alla regia, nessuno l’aveva intuito? Un accordo finanziario che, misteriosamente, ottiene l’ok per la firma letteralmente dalla sera alla mattina, mentre il protocollo sulle doppie imposizioni resta nel cassetto.

Era necessaria la sapienza di Socrate per comprendere che non tutto era così chiaro e colmo di generosità? Ma forse serviva una medaglia per stemperare il malcontento che lievitava – e che pare non essersi attenuato granché – o per corrispondere ad impegni troppo frequentemente differiti. Ma, se la medaglia è di metallo vile, quanto fa onore alla divisa o a colui (o a colei) che la porta addosso?

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