San Marino. Ecco le nuove restrizioni. Stop a pranzi e cene in casa tra non conviventi.

San Marino. Ecco le nuove restrizioni. Stop a pranzi e cene in casa tra non conviventi.

È stato emanato questa mattina il Decreto n. 46 che introduce nuove restrizioni nella Repubblica di San Marino per limitare il contagio da Coronavirus.

Le nuove disposizioni partono lunedì 1 marzo a mezzanotte e saranno valide fino alle 5.00 del 22 marzo.

STOP A CENE IN CASA

La novità principale riguarda le restrizioni per le attività nelle abitazioni private. Vengono espressamente “vietati pranzi, cene e comunque ogni altra situazione similare che comporti il togliersi la mascherina all’interno dei domicili privati, tra persone non appartenenti allo stesso nucleo di conviventi, salvo esigenze di sostegno familiare o di ricongiungimento col coniuge/partner”.

Inoltre “le forze dell’ordine sono autorizzate a verificare, anche su segnalazione, il rispetto di tale misura di contenimento”.

Pesanti le sanzioni per chi sgarra: dai 1.000 ai 2.000 euro.

 

MASCHERINE SEMPRE 

L’obbligo di indossare “correttamente” la mascherina viene esteso anche all’aperto “ad esclusione dei casi in cui si sia da soli o insieme al proprio nucleo di conviventi”. Sono esenti dall’obbligo “i bambini al di sotto dei sei anni, i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ed i soggetti che interagiscono con i predetti”. Espressamente vietato l’uso delle visiere-parafiato in plexiglass e delle mascherine in tessuto.

 

SPOSTAMENTI LIMITATI 

Sul fronte interno le regole sugli spostamenti non cambiano: resta in vigore il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00. 

Vengono invece previste restrizioni per la mobilità da e verso la Repubblica nei territori limitrofi in zona rossa o arancione, come è in questo momento la Romagna e come saranno da lunedì le Marche. In questo caso gli spostamenti sono vietati “salvo che per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute ovvero situazioni di necessità tramite autocertificazione”.

Ci si potrà spostare anche per: motivi di studio per lo svolgimento della didattica in presenza; per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé; per lo svolgimento di attività sportiva agonistica autorizzata (allenamenti e competizioni); per la visita alle seconde case di proprietà; per il ricongiungimento del coniuge/partner; per l’acquisto di beni di prima necessità e/o per quelli non disponibili nel proprio luogo di residenza”.

 

SCUOLA, TORNA LA DAD 

Sul fronte scuola, come annunciato, si torna alla didattica a distanza, visto l’aumento dell’incidenza della variante inglese del Coronavirus nei più piccoli. A fare lezione da casa da lunedì 1 marzo 2021 e fino a sabato 20 marzo 2021 incluso saranno il 50% delle classi seconde e terze della Scuola Media e per tutte le classi della Scuola Secondaria e del Centro di Formazione Professionale (CFP).

Resta l’obbligo di tenere “sempre ben indossata la mascherina nelle scuole per studenti al di sopra dei sei anni di età salvo per il tempo necessario al consumo dei pasti, nello svolgimento di attività motoria e durante le interrogazioni che devono essere effettuate dal banco”.

Per quanto riguarda i bimbi più piccoli resta la chiusura anticipata alle 16.30 delle Scuole dell’Infanzia.

Viene reintrodotto il divieto di praticare sport ai minori di 14 anni “in strutture sportive pubbliche e private”. 

 

LOCALI PUBBLICI

Bar e ristoranti potranno continuare a lavorare in presenza ma solo a pranzo. Resta infatti l’obbligo di chiusura alle 18.00 e successivamente la possibilità di asporto o consegna a domicilio. I tavoli devono essere distanti almeno un metro e mezzo gli uni dagli altri e non possono ospitare più di quattro persone distanziate tra loro almeno un metro. Le limitazioni non valgono per i conviventi.

Il decreto specifica che “è obbligatorio indossare la mascherina all’entrata, all’uscita e durante ogni spostamento interno. È fortemente raccomandato limitare la permanenza al tavolo al tempo strettamente necessario alla consumazione. Sono inibite le consumazioni in piedi, sia all’interno che all’esterno del locale, salvo quelle al banco, purché prevedano un tempo limitato di permanenza e sia possibile garantire il distanziamento tra gli avventori di almeno un metro”.

Inoltre resta “severamente vietato l’assembramento nelle adiacenze di tutti i locali aperti al pubblico“.

 

SMARTWORKING

Nel privato i datori di lavoro “devono riorganizzare la propria attività prevedendo, in ogni caso possibile e compatibile con l’attività aziendale, modalità di lavoro dal domicilio o altre misure ovvero la fruizione di ferie, congedi retribuiti o altri strumenti previsti dai Contratti Collettivi nelle modalità indicati dagli stessi, utili a ridurre il numero di dipendenti contemporaneamente presenti nelle strutture aziendali, dando priorità alle lavoratrici in gravidanza, ai lavoratori invalidi o disabili, ai lavoratori genitori o affidatari di figli minori, di figli in condizioni di disabilità o membri di nuclei familiari aventi nello stato di famiglia persone disabili, non autosufficienti, anziane o maggiormente esposte alle conseguenze da contagio”.

Nel pubblico “è consentita l’attivazione di lavoro agile” anche “a prescindere dalla volontaria adesione del dipendente”. Anche se vengono privilegiati i dipendenti che “volontariamente manifestino la propria disponibilità all’attivazione di tale modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, compatibilmente con le esigenze organizzative dell’Amministrazione”.

 

CONTROLLI SERRATI

Le autorità puntano molto sull’aumento dei controlli da parte delle forze dell’ordine ma anche dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Ufficio Attività di Controllo, del Dipartimento Prevenzione del’ISS, della Protezione Civile, della Medicina e Igiene del Lavoro “nonché ogni altro ufficio pubblico con poteri di controllo”.

In particolare i Corpi di Polizia si occuperanno di:
monitorare l’accesso a supermercati, discount di alimentari e punti vendita di generi alimentari attraverso controlli a campione, “anche al fine di evitare forme di aggregazione fuori dai punti vendita”;
rafforzare il monitoraggio a campione nei locali aperti al pubblico e nei mercati;
verificare il rispetto delle disposizioni in materia di mobilità interna e transfrontaliera. 

 

MULTE SALATE

Oltre alle sanzioni già accennate di 1.000 euro per chi viene beccato a casa di altri, resta la multa di 500 euro per chi non indossa correttamente la mascherina. Stessa cifra anche per chi viola il coprifuoco e le regole sugli spostamenti tra Italia e San Marino.

Tutte le altre sanzioni variano invece da 1.000 a 2.000 euro. E in caso di reiterazione delle infrazioni inerenti gli operatori economici scatta la sospensione temporanea ed immediata della licenza d’esercizio per 15 giorni.

Nel caso in cui i trasgressori non siano residenti a San Marino, dovranno pagare immediatamente l’importo “o produrre idonea fidejussione di terzi che garantisca tale pagamento”. In mancanza di questo scatta il “ritiro cautelare della patente di guida che verrà restituita contestualmente al versamento della somma dovuta”.

 

Clicca qui per leggere il Decreto

 

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