San Marino ed il processo Mose

San Marino ed il processo Mose

San Marino torna all’attenzione dei media nazionali italiani anche per la vicenda Mose, per la quale si sta procedendo anche presso il tribunale sammarinese.

Alberto Zorzi di Corriere del Veneto: Dalla Turchia alla Svizzera Otto piste a caccia del tesoro / Le rogatorie dei pm, tra soldi in nero e prestanome

Turchia, Croazia, Austria, San Marino e tanta, tanta Svizzera. Ankara e Lugano, Berna e Vienna, Zagabria e Losanna, senza dimenticare Zurigo. Tra i 72 faldoni dell’inchiesta Mose, c’è uno «scrigno» che apre uno spaccato interessante sui principali arrestati e indagati. Agli atti del processo ci sono i testi di 8 rogatorie internazionali chieste dalla procura in vari Stati, una vera e propria «caccia al tesoro» per trovare i proventi delle mazzette.

Si parte da quelle a Zurigo e a San Marino, già nel 2013, dopo l’arresto di Piergiorgio Baita, Claudia Minutillo, Nicolò Buson e William Colombelli. Il pm Stefano Ancilotto scrive per sapere se nei due paesi ci sono dei conti a loro attribuibili: in Svizzera il punto di partenza è un conto alla Bank Julius Baer, i cui riferimenti spuntano da testimonianze e perquisizioni (il nome viene ritrovato su un «pizzino» con i codici), mentre per San Marino ecco spuntare i nomi dell’ex governatore Giancarlo Galan e della moglie Sandra Persegato, del commercialista Paolo Venuti e della mora glie Alessandra Farina, e infine pure quello di Mauro Mainardi, ex consigliere regionale e fedelissimo di Galan. Anche per lui, come per gli altri, il pm chiede ai colleghi sanmarinesi – dove peraltro tra il 2012 e i primi mesi del 2013 erano già state fatte altre 4 rogatorie – di verificare se abbia conti correnti all’ombra del Monte Titano. (…)

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