Patrizia Busignani, L’Informazione di San Marino: Perché un altro referendum
[…]
Dopo l’ennesimo rifiuto da parte
del Governo di avviare la procedura
per l’adesione, le alternative
erano due: o dare partita vinta al
Governo e al Consiglio oppure riprendere
la strada del referendum
da capo.
Questo è ciò che abbiamo fatto.
Abbiamo depositato una nuova
istanza di referendum propositivo
con un quesito più articolato, ma
identico nella sostanza: la richiesta
di adesione all’Unione Europea.
Si tratta di capire se questa volta
vi sarà la lealtà e la correttezza che
un anno fa sono mancate e non si
tenterà ancora di piegare la legge
alla convenienza politica.
Si tratta di capire se i sammarinesi, a prescindere dal loro schieramento
politico, preferiranno la
strada maestra dell’adesione, con
tutte le garanzie di negoziazione e
di valutazione che questo percorso
offre.
Una strada che, come ben si sa,
prevede l’avvio di un negoziato
con le autorità dell’Unione, al termine
del quale si potrà e si dovrà
valutare se le condizioni negoziate
siano sufficienti e compatibili con
lo sviluppo della Repubblica in
campo economico-finanziario, sociale,
culturale e con una collocazione
internazionale coerente con
le scelte di allineamento del nostro
Paese alle regole di corretta convivenza
tra gli Stati, che sempre più
vengono affermandosi a livello
mondiale, come è giusto che sia.
L’alternativa è, dunque, tra avviarci
sulla strada dell’adesione
per essere integrati nell’Unione
Europea, condividendo la nostra
sovranità con quella di altri 27
Paesi, 28 se consideriamo la Croazia,
che sarà Stato dell’Unione a
partire dal 1° luglio 2013, oppure
percorrere un sentiero tortuoso,
di cui non conosciamo il tracciato,
né dove ci conduca, in compagnia
del Principato di Monaco e del
Principato di Andorra, micro-Stati
a sovranità limitata, diversamente
dalla nostra Repubblica, che, fino
a prova del contrario, gode di una
sovranità piena.
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