San Marino. Fanno a botte per una ragazza, due giovani si denunciano poi ritirano la querela

San Marino. Fanno a botte per una ragazza, due giovani si denunciano poi ritirano la querela

Fanno a botte per una ragazza, due giovani si denunciano poi ritirano la querela. Caso chiuso. Il giudice dichiara non doversi procedere. Sia i legali che la Procura fiscale hanno auspicato che il processo sia di insegnamento. Se fosse proseguito, gli amici avrebbero rischiato la falsa testimonianza

ANTONIO FABBRI – La lite si era scatenata tra due giovanissimi, appena maggiorenni, durante una festa. I due si erano picchiati e denunciati reciprocamente e il caso è finito ieri in Tribunale. Fortunatamente, alla fine, è prevalso il buon senso anche grazie ai buoni uffici degli avvocati dei due ragazzi, i legali Rossano Fabbri, da un lato, e Luca Della Balda e Mario Vadalà dall’altro, che hanno messo d’accordo le parti per il ritiro della reciproca denuncia. Così il caso si è concluso con la pronuncia, da parte del giudice Simon Luca Morsiani, di non doversi procedere per estinzione del reato, visto il ritiro delle denunce.

Il processo di ieri, che si è chiuso con la dichiarazione di non doversi procedere, ha tuttavia una valenza sociale, sottolineata sia dagli avvocati sia dal Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, i quali hanno auspicato che quanto accaduto serva da insegnamento, sia per i due ragazzi coinvolti nel processo come imputati, sia per gli amici delle due parti, comparsi in aula come testimoni, ma che hanno dato versioni talmente discordanti da rischiare l’imputazione per falsa testimonianza.

Il fatto I fatti risalgono alla notte tra il 28 e 29 agosto 2021, quando al Parco Ausa di Dogana era in corso un festa alla quale partecipavano molti giovani. Per questioni legate, pare, ad una rivalità per una ragazza, due giovani si erano azzuffati e reciprocamente colpiti con pugni al volto. Entrambi avevano riportato lesioni, seppure uno dei due più gravi dell’altro. Era quindi scattata la denuncia reciproca, poi gli adempimenti del caso da parte delle forze dell’ordine e la vicenda finita all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Risultato: rinvio a giudizio per lesioni personali per uno e percosse per l’altro. Quindi il processo nel quale, già nella precedente udienza, erano stati sentiti diversi testimoni, per l’una e per l’altra parte, amici dell’una e dell’altra parte. Le versioni però erano risultate caotiche e discordanti.

L’udienza di ieri Nell’udienza di ieri davanti al Giudice Morsiani era in programma l’audizione di altri testimoni. In apertura di seduta, tuttavia, ha preso la parola l’avvocato Vadalà, comunicando, anche per il collega di controparte: “Le parti hanno raggiunto un accordo in base al quale ciascuna di loro intende rimettere querela. Dopo la vicenda antipatica come emerso nell’udienza precedente, più volte è stata manifestata la volontà di evitare un processo spigoloso per tanti motivi. Se non c’è quindi parere contrario del Procuratore del fisco, chiederemmo congiuntamente di archiviare il procedimento”. Ha confermato la richiesta l’avvocato Rossano Fabbri: “Mi auguro – ha aggiunto – che sia al mio assistito sia all’assistito di controparte, ma anche ai ragazzi che hanno gravitato attorno a questo processo, possa servire di lezione perché in futuro una esperienza e comportamenti del genere possano essere scongiurati”

“La volontà delle parti trova concorde la Procura fiscale – ha detto il Pf, Roberto Cesarini – ancora di più perché la Procura fiscale, a fronte delle dichiarazioni di questi ragazzi, non solo gli imputati ma anche i testimoni, aveva chiesto di sentire le forze dell’ordine presenti, perché questi ragazzi hanno fornito dichiarazioni discordanti e questo stato di cose avrebbe comportato per il Pf la richiesta di contestare il reato di falsa testimonianza; avrei fatto presente che il nostro codice prevede la ritrattazione dicendo la verità fino all’ultima udienza del primo grado, ma il rischio di vedersi contestato il reato di falsa testimonianza c’è stato. E speriamo – ha detto il Pf – che il processo che si è svolto serva non solo ai due imputati, per capire le conseguenze di un determinato comportamento, ma anche a chi, non direttamente coinvolto, dà versioni contrastanti e non veritiere”, rischiando grosso. “Quindi la Procura fiscale crede di poter aderire alla richiesta delle parti”.

Alla fine il giudice ha dichiarato non doversi procedere per remissione di querela e rispettiva accettazione della stessa.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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