San Marino. Festino di via Giacomini, dal Governo risposta risibile

San Marino. Festino di via Giacomini, dal Governo risposta risibile

Festino di via Giacomini, risposta risibile del Governo alle interpellanze

Per l’Esecutivo si è trattato di un “ritrovo estemporaneo e improvvisato di alcune persone di passaggio coinvolte sul momento”

Il governo ha risposto alle interpellanze sul festino abusivo di Via Gino Giacomini che erano state presentati sia da Repubblica Futura che da Libera. Una risposta risibile, se non adirittura offensiva a fronte dell’evidenza di fatti ormai assodati e attestati da tanto di testimonianze e fotografie. Intanto a firmare le risposte ci si è dovuto mettere il Segretario di Stato agli Esteri Luca Beccari. Se è evidente che non potesse rispondere il segretario alla sanità Roberto Ciavatta, visto il coinvolgimento diretto al brindisi, in tali casi, quando non può rispondere un segretario di Stato, per prassi dovrebbe essere il Segretari agli interni a sostituirlo. Ma così non è stato. Il merito della risposta, però – dopo una “lezioncina” sulla differenza tra interpellanza e interrogazione – appare più una mistificazione che una giustificazione di quanto accaduto il primo aprile, un po’ come avvenuto nelle affermazioni in consiglio durante il comma comunicazioni.

Intanto il governo insiste nel dire che non era una “festa”. “l’evento in argomento non appare qualificabile come “ festa” organizzata ma piuttosto come un ritrovo estemporaneo e improvvisato di alcune persone di passaggio coinvolte sul momento. In ragione di ciò nessuna autorizzazione preventiva era stata richiesta né quindi concessa. Tale rinfresco si è svolto in un locale adibito a magazzino sito in Via G. Giacomini, numero civico 62, dell’ampiezza di circa 20 mq”.

Allora, anche volendo e facendo finta di non aver visto le foto e raccolto le testimonianze, risulta difficile credere che persone di passaggio si siano organizzate con calici di champagne in maniera estemporanea con Fabione che serviva gli “squisiti prodotti”. La risposta, poi, se si hanno presenti le fotografie, proprio non sta in piedi, dato che si nota come di estemporaneo in quel “raduno” ci sia poco.

Il governo, poi, non risponde su quante persone ci fossero (dalle foto se ne contano almeno 12) e si limita a richiamare il fatto che era passata di lì la milizia e non aveva sollevato contestazioni. Poi conferma che le sei persone sanzionate sono state multate dalla Gendarmeria, intervenuta in serata: “Nel corso della serata, è intervenuta invece una pattuglia della Gendarmeria, la quale ha rilevato e identificato 6 persone alle quali sono state contestate le seguenti violazioni: – dell’articolo 3 del DecretoLegge n. 52 del 18 marzo 2021 (“sono vietati gli assembramenti in luoghi pubblici e privati ivi compresi aree di sosta e parcheggi”); – dell’art. 19, del DecretoLegge n. 46 del 27 febbraio 2021 (“obbligo di indossare correttamente la mascherina di protezione delle vie aeree sia all’aperto che nei luoghi chiusi tra persone non appartenenti allo stesso nucleo di conviventi”). Da rilevare che l’esito dei provvedimenti sanzionatori è ancora sub-judice, in quanto al momento il procedimento amministrativo risulta in corso di perfezionamento e pertanto non definitivo”, aggiunge.

Viene da chiedersi come mai la sera che c’erano sei persone sia astato contestato l’assembramento, mentre nel pomeriggio che ce n’erano almeno 12, nulla è stato opinato. Si dice che c’erano mascherine e distanziamento, ciò non toglie che ci fosse assembramento. E, si ricorda, in un periodo in cui non si poteva neppure andare al parco per evitare che le persone si incontrassero anche casual- mente e facessero, ancorché distanziate, assembramento. Perfetto esempio di equilibri- smo è la risposta alla domanda sulla presenza del Direttore sanitario: “Con riferimento alla domanda n.8, non risulta dai rilevi delle Forze dell’Or- dine (ma ciò ovviamente non significa che non sia avvenuto) che sia transitato il Direttore Sanitario dell’ISS”.

Insomma, per l’Esecutivo, ma lo si era ben capito anche nel dibattito consiliare, è chiusa lì: “Per quanto di competenza del Governo non si ritengono necessari ulteriori atti specifici constatato che le Forze dell’Ordine hanno provveduto in autonomia e nel pieno rispetto delle loro prerogative all’applicazione di sanzioni nei confronti dei soggetti che hanno commesso violazioni delle disposizioni per tempo vigenti

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