San Marino. Francesca Busignani (Ucs): “La guerra è un abominio e lo è in qualsiasi parte del mondo”

San Marino. Francesca Busignani (Ucs): “La guerra è un abominio e lo è in qualsiasi parte del mondo”

“La guerra è un abominio e lo è in qualsiasi parte del mondo, indipendentemente dall’etnia, credo religioso, colore della pelle, risorse del sottosuolo, produzioni di materie prime o ricchezze interne”.

Lo afferma il presidente dell’Unione consumatori sammarinesi, Francesca Busignani, che in una nota afferma di condividere la volontà della segreteria di Stato per gli Affari Esteri di “fungere da collettore di tutte le iniziative in atto o da promuoversi, per sostenere concretamente la popolazione ucraina” e di voler essere “parte attiva nel convogliare, sostenere e pubblicizzare tali iniziative”.

La crisi tra Russia e Ucraina “non è scoppiata all’improvviso, il contrasto dura apertamente da otto anni, ovvero dal 6 aprile 2014, quando i separatisti ucraini chiesero un referendum per l’indipendenza che fu negato dall’Ucraina”. Il referendum “si tenne comunque l’11 maggio 2014 per cui dal 6 aprile la Repubblica popolare di Doneck e la Repubblica popolare di Lugansk proclamarono la loro indipendenza iniziando di fatto un conflitto interno”.

Pochi giorni fa, “con l’ingresso delle forze armate russe e dei bombardamenti sull’Ucraina, la guerra ha assunto connotazioni ancora più drammatiche destinate ad avere ancor più terribili ripercussioni, sul lato umanitario in primis, ma anche su quello energetico e geo-politico”.

Tutti, compresa l’Unione sammarinese consumatori, “ci auspichiamo che si arrivi al più presto ad un cessate il fuoco, ma purtroppo in aggiunta all’enorme tragedia che è la guerra in tutte le parti del mondo, soprattutto in questo casi probabilmente, si avranno anche forti ripercussioni sulle tasche dei consumatori sammarinesi e non solo”.

La Russia “fornisce all’Europa circa il 40% del fabbisogno di gas attraverso i gasdotti e nel 2021 il 22% del gas russo fornito all’Europa è passato proprio attraverso l’Ucraina”.

Con la guerra in Ucraina e le sanzioni applicate alla Russia, “purtroppo, i mercati energetici registrano un aumento dei prezzi, che salgono sia perché il quadro sulle sanzioni appare molto incerto, sia per la corsa a comprare il gas per stoccarlo nel caso in cui la situazione subisca dei rallentamenti o il blocco delle forniture da parte della Russia”.

“Gli aumenti sulle utenze, non derivanti dalla guerra per i consumatori a San Marino, sono già stati introdotti e arriveranno a breve le prime fatture; purtroppo, questa guerra rischia di innalzarli ulteriormente”, sottolinea la Busignani, che poi aggiunge: “Il 28 febbraio l’indice di riferimento del gas ad Amsterdam fa registrare un rialzo di oltre il 35% a 126 euro al Mwh, e le quotazioni del petrolio Brent schizzate oltre i 100 dollari al barile”.

Mosca “è il principale fornitore di petrolio dell’Europa, anche se in questo caso il transito da Kiev è limitato”. Con dei dati del genere, “è purtroppo chiaro che si rischia un ulteriore salasso energetico per le tasche dei consumatori soprattutto sul gas e l’aumento delle utenze da ‘troppo importante’ potrebbe diventare completamente insostenibile per tanti consumatori sammarinesi”.

Le conseguenze della tragedia in Ucraina “pesano anche su altri settori; oltre all’impennata dei prezzi dei combustibili fossili, c’è anche quella delle materie prime alimentari”.

Ucraina e Russia sono “grandi produttori ed esportatori di grano, mais e soia che ad inizio settimana sono aumentati nel costo rispettivamente di quasi il 9%, 5% e 4%; quindi lo stop dell’export, cioè lo stop delle spedizioni commerciali dai porti sul Mar Nero dell’Ucraina che, insieme alla Russia, rappresenta quasi un terzo del commercio mondiale di grano, unitamente agli autotrasportatori che hanno incrociato le braccia a causa del caro carburante e ad alcuni pastifici che hanno annunciato lo stop della produzione, farà scattare rincari di pane e pasta e affini”. Tutto ciò, “inevitabilmente, si riverbera sui prezzi finali al consumo anche a San Marino”.

Inoltre, “tutto il mercato del chip, per intenderci quel componente che serve per far funzionare computer, cellulari, elettrodomestici apparecchiature di rete, ma anche auto, impianti, per non parlare di trasporti e logistica, ecc. rischia di avere un ulteriore crisi”.

A Taiwan “viene fabbricato dal 60% al 90% dei chip”, ma la Russia e l’Ucraina “giocano un ruolo primario, essendo importanti esportatori di materiali per le fasi di produzione”. L’Ucraina è, infatti, “uno dei principali esportatori di un metallo prezioso utilizzato in molti chip” e la Russia è “una delle principali esportatrici di scandio e di erbio, materiali legati alle tecnologie 5G/6G, le leghe metalliche per laser, amplificatori e per le fibre ottiche”.

Inoltre, la guerra in Ucraina “anche sui mercati finanziari può portare a condizioni finanziarie più rigide a livello globale; le Borse hanno avuto una forte flessione, innescando un terremoto nei listini di tutto il mondo con indici in forte ribasso che si ripercuotono anche sui risparmi dei consumatori”.

“Potremmo andare avanti con molteplici esempi inerenti le ripercussioni sui consumatori per cui il conflitto debba essere fermato al più presto, ma chiaramente è la guerra che uccide persone innocenti il vero dramma, che non dovrebbe mai essere contemplata né attuata in nessun parte del mondo a prescindere. Speriamo quindi che su questo abominio, la diplomazia prevalga”, chiosa il presidente dell’Unione consumatori sammarinesi, Francesca Busignani.

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