San Marino: funzionari Fmi ripresi da Bossone

San Marino: funzionari Fmi ripresi  da Bossone

Il prof. Biagio Bossone, già presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino e  con incarichi di prestigio  nel Fondo Monetario Internazionale, riprende i ‘giovanotti’  dello stesso Fmi che venerdì scorso hanno espresso alcune considerazioni – di dottrina – sul rapporto, in uno Stato,   fra istituto centrale ed enti finanziari vigilati.

Lo si evince da una intervista che il prof. Bossone ha rilasciato ad Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino. 

Domanda: Il Fondo ha sostenuto che tutto sommato il sistema bancario ha adottato le misure giuste, ma ne va sostenuta l’attuazione mettendo in grado gli organismi di vigilanza – Bcsm e Aif – di operare a pieno regime. Il FMI ha accolto con favore l’attenuazione del segreto bancario, ma ha detto anche che si può fare di più. Che cosa secondo lei? Dove deve puntare il nuovo modello di business di cui parla lo stesso Fondo? 

Risposta: “Intanto, non condivido affatto la considerazione del team del Fondo secondo cui i bilanci delle banche non dovrebbero crescere viste le capacità limitate della Banca centrale come prestatore di ultima istanza. A mio avviso vale proprio il contrario: le banche devono poter crescere sul mercato relativamente alle opportunità di business che sono in grado di sviluppare secondo una gestione sana e prudente. E’ la capacità della Banca centrale che deve adeguarsi per essere in condizione di assistere il sistema in caso di necessità e assecondarne le esigenze di crescita. Le istituzioni devono adeguarsi alla realtà, non viceversa. Riguardo al modello di business, sebbene non veda una ricetta unica per San Marino, ritengo in generale, anche alla luce dei recenti grandi fallimenti della finanza moderna – sempre più spersonalizzata, lontana dall’uomo e nascosta dietro computer – che vi sia spazio per una finanza che punti a costruire relazioni stabili e di fiducia con la clientela, capace di fornire a imprese e risparmiatori servizi, informazioni e competenze che li aiutino a creare valore e a gestire oculatamente i rischi”

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