San Marino, giochi. Tra ipocrisia ed ignoranza

San Marino, giochi. Tra ipocrisia ed ignoranza

Anche l’ultimo colpo inferto  alla economia e alla immagine della  Repubblica di San Marino, dall’indagine denominata Titan flags, pare che non stia insegnando nulla alla classe politica sammarinese a leggere l’intervista di Nadia Ottaviani (Arengo e libertà, coalizione Patto per San Marino, maggioranza in Consiglio Grande e Generale) rilasciata ad Antonella Zaghini di la Voce di Romagna San Marino.  Oggetto: i giochi. “Se facessi un ragionamento morale direi no ai giochi pure io, ma questo non è il modo giusto di accostarsi alla questione“.

Titolo: “E’ necessario trovare un punto d’incontro sulle richieste della Giochi del Titano” / “Discutiamo di giochi in maniera laica” / Ottaviani (AeL) favorevole a un polo del divertimento

Titan flags è frutto della mediocrità della classe dirigente  che ha retto  questo  Paese negli ultimi decenni.  Registro Navale e Registro Aeronautico sono stati attivati  senza una preventiva intesa politica con lo Stato italiano. Così che –  come si vede in queste ore –  potrebbe bastare la iniziativa di un qualche  periferico funzionario  dell’amministrazione pubblica italiana  a far saltare un intero comparto dell’economia sammarinese, edificato sulla sabbia.  

Per i giochi è la stessa cosa. A Rovereta, come prima al Kursaal, si pratica il gioco d’azzardo. Lo  hanno dimostrato fior di  personaggi  dell’attuale governo (quando si trovavano all’opposizione!). Il gioco praticato a Rovereta è in contrasto con un  accordo stipulato con lo Stato italiano a metà del Novecento. Accordo ancora in vigore perché nessun uomo politico sammarinese,  di nessuno dei governi che da allora si sono succeduti,  ha nemmeno avviato   una seria trattativa con Roma per tentare di recuperare il  pieno diritto  dello Stato sammarinese a  legiferare in materia  di  giochi senza vincoli. 

Lo yacht battente bandiera sammarinese –  a uso  dell’imprenditore romagnolo, magari non proprio in regola col fisco –   ormeggiato nel porto di Rimini è  una provocazione allo Stato italiano  in assenza di uno specifico accordo  fra Italia e San Marino  in materia.

Il casinò  attivato a  Rovereta, un promontorio sammarinese in territorio italiano, a ridosso di una Riviera preoccupata per le infiltrazioni malavitose, è pure  una provocazione. Come  sarebbe una provocazione, stanti gli attuali rapporti fra i due Stati in materia,  un casinò in qualsiasi altro punto del territorio sammarinese.

 


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