San Marino. Giulio Lolli latitante da 7 anni, arrestato in Libia

San Marino. Giulio Lolli latitante da 7 anni, arrestato in Libia

L’Informazione di San Marino

L’imprenditore bolognese è stato fermato dalle forze speciali in Libia 

Arrestato Giulio Lolli latitante da 7 anni

Nel 2015 è stato condannato dal tribunale di San Marino a 5 anni e 6 mesi per truffa nell’inchiesta Rimini Yacht. Per lui l’Italia ha chiesto l’estradizione

Sul Titano già condannato a cinque anni e mezzo. Sul suo capo, spiccati dalla procura italiana, pendono due mandati di cattura

E’ accusato di raggiri per milioni di euro. Finora in Libia aveva trovato “asilo”, lo scorso 29 ottobre l’arresto

Giulio Lolli, imprenditore bolognese da 7 anni latitante in Libia, ricercato dalla giustizia italiana per le truffe della Rimini Yacht, con due mandati di cattura internazionale, emessi dalla Procura di Rimini, è stato arrestato dalle forze speciali di deterrenza ‘Rada’, militari che dipendono dal Ministero dell’Interno libico. L’ex imprenditore nautico, soprannominato “il pirata” era già finito, nel gennaio 2011, nelle carceri di Gheddafi per essere poi liberato dalle milizie ribelli alle quali si era unito per qualche tempo mettendo al loro servizio la sua conoscenza nel settore navale fino a svolgere il compito di consulente per la gestione della flotta di motovedette libiche e di addestratore degli equipaggi. L’arresto è avvenuto lo scorso 29 ottobre ma la notizia si è appresa solo ieri ed è stata confermata dall’autorità giudiziaria libica. Lolli si trova nel carcere di Tripoli. 

A Rimini Lolli è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e estorsione. E nel febbraio del 2015 venne condannato, in contumacia, dal tribunale di San Marino a cinque anni e sei mesi di prigionia e quattro anni e sei mesi di interdizione dai pubblici uffici. Condanna inflittagli dal Commissario della Legge Roberto Battaglino nel processo Rimini Yacht (il filone sammarinese dell’inchiesta) arrivato al primo grado di giudizio. Lolli fu giudicato colpevole di truffa e falsità ideologica in atto pubblico. E a suo carico fu disposta anche la confisca di 623.471 euro che erano stati sequestrati durante la fase istruttoria e il pagamento delle spese di giustizia. Lolli è stato uno dei più grandi commercianti italiani di yacht con clienti anche famosi e un fatturato vicino ai 30milioni di euro. Poi però, nel 2010, la sua società, la Rimini Yacht, appunto, fallì e lui, accusato di bancarotta fraudolenta e corruzione, fuggì, a bordo del suo yacht Bertram che era ancorato a Rimini, all’estero, in Libia.

Intervistato da un giornale italiano raccontò di aver ridipinto il nome: Bukha Al Arabi, “in onore del più famoso eroe della rivolta di Bengasi”, per poi riempirlo di cibo e farmaci, ossigeno e medici, e andare a recuperare gli sfollati di Bengasi, i feriti di Derna, i perseguitati di Sirte, oltre che salvare, sempre secondo il suo racconto, tanta gente dall’Isis e decine di famiglie da barconi semiaffondati. Chissà cosa racconterà alla magistratura italiana che ne ha chiesto l’estradizione.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy