San Marino. Giulio Tremonti: ‘furbate e prese in giro’

San Marino. Giulio Tremonti: ‘furbate e prese in giro’

L’Informazione di San Marino 

Giulio Tremonti: “Vecchio sistema: troppe furbate, troppe prese in giro 

Nell’intervista di Sergio Barducci per Close Up, programma di Rtv, l’ex ministro parla fuori dai denti

Antonio Fabbri

Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’economia protagonista di un periodo nel quale i rapporti tra San Marino e l’Italia erano ai minimi storici, parla fuori dai denti nell’intervista di Sergio Barducci per la trasmissione di approfondimento della San Marino Rtv, Close up. L’occasione è quella della presentazione del libro scritto da Tremonti con Vittorio Sgarbi e la presentazione che i due hanno fatto a Macerata, nelle Marche, sia del nuovo libro, sia del movimento al quale in vista delle elezioni italiane Tremonti e Sgarbi stanno dando vita. Ma per il Titano, più che la preparazione ad una campagna elettorale italiana che si preannuncia aspra oltre confine, interessano certo di più le considerazioni su San Marino di chi definì la Repubblica come “la caverna di Alì Babà”. Così sono le considerazioni del Tremonti degli scudi fiscali e della stretta del 2010 a suscitare interesse. Così, in risposta alla domanda di Sergio Barducci – “C’è chi ritiene che quanto accaduto a San Marino anche dalla sua rigidità, lei cosa risponde?” – si apre un ventaglio di considerazioni sulle quali ancora oggi è opportuno riflettere. “In tante sedi, in tanti modi, a tante persone ho cercato di spiegare che il vecchio sistema non poteva continuare. Non poteva continuare perché cambiava il mondo – ha detto Tremonti – Non ho mai avuto idea che questo messaggio fosse accolto. Troppe furbate, troppe prese in giro.

Ti dicevano: introduciamo un criterio e poi lo aggiravano; dicevano introduciamo la nominatività delle società sotto, ma poi al portatore le azioni della società sopra. Qualche volta ho cerato di prevedere il futuro, nel 1992 ho scritto un libro ‘Nazioni senza ricchezza ricchezza senza nazioni’, le dice niente? Non ho mai avuto idea che da parte dei governanti di San Marino ci fosse la volontà, la capacità di capire il cambiamento. Poi mi dicono che qualche cambiamento ci sia stato. Penso e spero che questo sia. Ma è stato troppo tardi. Questo ha danneggiato fortemente la reputazione enorme della Repubblica, l’ha identificata come luogo che resisteva al cambiamento. Niente hanno voluto fare, se non spesso prendere in giro. Perché non c’era una volontà negativa a priori, ma era proprio il tentativo di conservare l’impossibile. Quindi se ci sono delle colpe non sono di chi ha dato dei buoni consigli a suo tempo, ma di chi ha pensato fossero meglio i cattivi consigli di altri”.

Tremonti pone l’attenzione anche sulle infiltrazioni malavitose. “E, poi, devo dire troppe infiltrazioni. Ovviamente, viene da dire. Se ci fosse stato un criterio più rigido, più moderno, avresti evitato le infiltrazioni, e invece sono venute proprio perché c’era gente che voleva conservare quel sistema”. Quindi il riferimento alla fase attuale.

“Credo che ci sia una nuova classe dirigente e governante, e anche l’opposizione. Credo che ci sia un miglioramento. Però sarebbe interessante se qualcuno facesse anche un mea culpa, ma non per me, per i cittadini di San Marino. Non per punire, per capire dove e come si deve cambiare. E poi mi dicono che delle cose sono state fatte, però non basta. Non è possibile che fai venire un egiziano del Fondo monetario e poi lo mandi via… Non è possibile sentir dire che va tutto bene e poi devi intervenire con soldi pubblici nel capitale di una banca. Vuol dire che non andava tutto bene”. E sulla linea di questo ragionamento è anche il consiglio che Tremonti dà al Titano. “Mettersi insieme a un tavolo, tutti, maggioranza e opposizione, e non fare l’accusa dell’uno all’altro, ma cercare di capire, nell’interesse della Repubblica, che cosa fare. Il cambiamento sta avvenendo è in atto, ma non credo sia sufficiente”, ha concluso. 

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