San Marino. Il debito non è la soluzione per affrontare i problemi del paese

San Marino. Il debito non è la soluzione per affrontare i problemi del paese

Non crediamo che il debito sia la soluzione migliore per affrontare i problemi del paese. Non crediamo che paventare scenari drammatici rappresenti una soluzione per affrontare i problemi di questo paese.

Dopo pochi mesi di esecutivo, non crediamo che l’arrendevolezza davanti al debito pubblico rappresenti una soluzione per affrontarlo. Il debito pubblico di questo paese è la risultanza di politiche economiche sbagliate, di errori di visione e di semplicistica gestione delle istituzioni pubbliche, attenti a non urtare l’ampio bacino elettorale che rappresenta la Pubblica Amministrazione. Il debito pubblico è un problema di questo paese che si è sedimentato da anni, favorito dalla scellerata scelta politica di puntare sulla piazza finanziaria, sul regime offshore e dalla conseguente corruzione e mediocrità che ha portato nel paese. Il settore bancario è l’attore principale del debito pubblico, ma non mancano gli attori non protagonisti rappresentati dagli sprechi nella Pubblica Amministrazione, rappresentati da indennità, Commissioni inutili, consulenze, in buona sostanza tutto quello che può essere inglobato nella soluzione spending review, ma che si è applicata facendo attenzione a non urtare le convenienze elettorali.

Il problema dei conti pubblici è un problema conosciuto, come sono conosciute le soluzioni per affrontarlo. Gli attori e i sostenitori di questa maggioranza e della precedente, si sono confrontati in altre occasioni su questo argomento, come durante i lavori consiliari del novembre 2014: 

Comma 14_“Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n. 30 “Norme Generali sull’Ordinamento contabile dello Stato: a) Relazione economico- Statistica e Relazione Tecnico Contabile, ai sensi dell’articolo 338 della Legge 18 Febbraio 1998; b) Rendiconto generale dello Stato e Relazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, nonché Bilanci Consuntivi degli enti pubblici per l’esercizio Finanziario 2013; c) Bilanci di previsione dello Stato e degli Enti pubblici per l’esercizio 2015 e Bilanci pluriennali 2015/2017, I lettura”. 

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze, relazione: “Nonostante il permanere di una situazione economico-finanziaria difficile l’economia sammarinese registra alcuni segnali di ripresa economica sia nel comparto produttivo che finanziario. Il totale delle imprese operanti in Repubblica al 30 settembre 2014 è pari a 5.194 (44 aziende in più rispetto al 2013). Il tasso di disoccupazione totale è all’ 8.84% (era all’8.02% nel 2013) mentre il tasso di disoccupazione in senso stretto è al 7.33% (era al 6.40% nel 2013). L’indice dei prezzi al consumo ha registrato una varia-zione percentuale annua dello 0.6%. Il rapporto con l’Italia si è normalizzato all’inizio del 2014: San Marino è stata rimossa dalla black list. Nel 2014 è proseguito il processo di consolidamento del comparto bancario e finanziario mediante operazioni di rafforzamento patrimoniale, segnando il deciso miglioramento del profilo della liquidità, il lento recupero dei margini reddituali nonché un leggero aumento della raccolta bancaria.”

Luca Santolini, C10: “Tutti conoscono le differenze tra un piccolo paese come San Marino e i grandi paesi europei. Abbiamo peculiarità che rendono il nostro paese ben più vulnerabile rispetto agli altri sul fronte dell’indebitamento. Per questo Civico 10 è convinto che il debito soprattutto se fatto per finanziare la spesa corrente deve essere evitato come la peste. Lo pensavano anche alcune forze di maggioranza, ma evidentemente il periodo pre-elettorale deve aver fatto cambiare idea a qualcuno. Ho già avuto modo di dirlo: in un paese come questo governi responsabili avrebbero distribuito gli oneri tra tutti i cittadini con l’obiettivo di un vero patto sociale e intergenerazionale. Tutte le politi-che messe in campo finora invece riversano il peso della crisi sulle future generazioni. E dire che ci sarebbero margini enormi per raccogliere risorse”.

Stefano Macina, Psd: “L’azione sulla spending review ha portato una serie di risultati. Bisogna cambiare mentalità nella gestione delle risorse pubbliche: vi sono spese che non possono essere modificate perché fondamentali per garantire il benessere del Paese ma altre che invece possono essere ridotte. Se la maggioranza ritiene che verso fine anno debba essere fatta una manovra devono esserci risorse a disposizione. Non dobbiamo imporre ulteriori balzelli.” 

Tony Margiotta, Su: “Mi terrorizza poi che al Congresso di Stato si dà mandato di redigere un piano pluriennale di sviluppo che possa prevede anche ristrutturazione e conversione dei fabbricati, temo un potenziale coinvolgimento dei soliti nomi. Mi auguro che da domani ci sia la possibilità di discuterne e chiedo al segretario se verrà presentato nuovamente il testo di legge in Commissione, come anticipato qualche settimana fa, dove si possa condividere appieno una nuova linea economica e nuova idea di sviluppo per il Paese. Concludo augurandomi che in seconda lettura non arrivino emendamenti ‘blitz’ come quello del condono fiscale dello scorso anno, è ora di ricorrere a un nuovo modo di fare politica”. 

Nicola Renzi, Ap: “E’ certamente una situazione di difficoltà per il Paese ma si coniuga con la speranza. Per affrontare questo passaggio, Ap lo ha ribadito, serve una spinta propulsiva maggiore di quella prodotta finora, significa prendere decisioni e portarle a termine. Abbiamo prodotto una riforma fiscale e ora siamo qua a scommettere sul gettito che ne può derivare.

Si va avanti con la spending review: ci sono tagli per 15 mln spalmati sulle segreterie che credo debbano essere rafforzati. Anche io condivido l’auspicio che in questo momento sia importante indicare momenti di confronti su proposte nuove tra minoranza e maggioranza. Con la consapevolezza che questo bilancio sia diverso da tutti gli altri: il piano pluriennale di sviluppo è una cosa importantissima, non dobbiamo temere di fare debito se serve per fare sviluppo.” 

Francesca Michelotti, Su: “Mi sembra opportuno riportare il tono del discorso dall’ottimismo al sano realismo e mi pare che qui ce ne sia poco. Sui frustoli e fabbricati per cui è prevista la vendita sia esclusa la possibilità che possano anche in futuro diventare di interesse pubblico ai fini di viabilità e infrastrutture e che non rientrino come scambiale elettorale.

Il governo infatti non ha riproposto tasse straordinarie, né tagli di stipendi per i dipendenti pubblici, misura che rientrava in un processo di riequilibrio stipendi tra pubblico e privato, questo fa pensare che la maggioranza pensi ad elezioni ad anticipate.

Si dice che San Marino entri nell’era del debito pubblico per finanziare lo sviluppo e questo fa tremare i polsi. Sono d’accordo che il piano di investimenti sia strategico in questo momento, però c’è un problema. Attenzione all’indebitamento e ai fenomeni corruttivi che incidono sull’indebitamento. C’è sfiducia nella politica e nell’amministrazione tra la cittadinanza, occorre un nuovo patto sociale che preveda controlli negli appalti e nelle spese pubbliche nelle scelte da prendere, non solo con minoranza, ma con associazioni, categorie, cittadini, occorre trasparenza totale degli atti per vedere come i soldi sono stati spesi, assemblee pubbliche per aggiornare l’opinione pubblica sulle spese e sullo stato dei lavori”. 

Maria Luisa Berti, Ns: “Il rammarico è grande perché molti interventi non sono stati fatti e oggi avremmo un disavanzo molto più contenuto. E allora la politica si deve interrogare su cosa non funziona nei comparti in cui la spesa non è diminuita, ma anzi è aumentata.” 

Ivan Foschi, Su: “Ci auguriamo che in seconda lettura il provvedimento non viri verso una legge omnibus, come siamo abituati. Si tratterà di fare scelte coraggiose di carattere di sistema, ci vuole coraggio per andare a sistemare quello che non ha funzionato negli anni passati per non vanificare le intenzioni che sono enunciate in Finanziaria. Ricordo che non possiamo poi barattare i diritti di chi lavora scambiandoli per opportunità per gli investitori: è solo una facile scorciatoia per regolare situazioni che non sono nell’interesse generale.

C’è un articolo su cui vorrei chiedere un chiarimento, il 52, quando si parla di operazioni straordinarie che riguardano gli istituti bancari. In un momento in cui c’è bisogno di mettere in sicurezza le casse dello Stato non capiamo la ragione di questo intervento che ha tutta l’aria di essere un grosso sconto, un regalo mirato ad alcuni soggetti che si sono impelagati nel settore immobiliare e ora bussano le porte a pantalone. Serve rispetto di tutti i sacrifici che si chiedono ai cittadini”. 

Andrea Zafferani, C10: “Questa Finanziaria inaugura l’era del debito per finanziare la spesa corrente, pagare stipendi e pensioni. Come ripagheremo un prestito da 30 milioni di euro? Faremo un debito più grande l’anno prossimo? Fare debito per la spesa corrente non è da fare. Lo dicevano tutti. Ma come sempre si fa il contrario di quello che si dice. Oggi l’importante diventa fare bella figura agli occhi degli elettori. È una vergogna. Stiamo entrando nella palude del debito pubblico. Trenta milioni di investimenti nel triennio? Meno dell’1% del Pil dunque con poche ricadute sull’economia. Vengono ancora riproposti i prepensionamenti: se si confermano i dati dell’anno scorso si ottiene un risparmio di 5 milioni di euro all’anno spostandoli pari pari al fondo pensione dei dipendenti. Che tiene i conti in equilibrio grazie al contributo dello Stato”.

Questi alcuni degli interventi di quel comma 14. E quali fossero le posizioni e le soluzioni espresse, non ha bisogno di commenti. 

Portare il paese verso debito per finanziare la spesa corrente è l’ennesimo errore di visione in questo paese. Si declama Sviluppo Sostenibile, dimenticando che uno dei principi fondamentali di questa teoria, è il rispetto intergenerazionale. Indebitare il paese non è una forma di rispetto per le generazioni future. Sottrargli la sovranità non è una forma di rispetto. Una forma di rispetto è affrontare i tanti, troppi sprechi, attraverso operazioni di vera trasparenza sui conti pubblici senza scadere in drammatizzazioni. Fondo Monetario e Cavaliere Bianco non rappresentano una soluzione sostenibile per le risorse economiche che questo paese può esprimere, anche a fronte dei degradanti meccanismi speculativi che ne stanno frenando lo sviluppo economico a difesa di interessi personali di pochi privilegiati. 

Che cosa sia il Fondo Monetario lo spiega Irving Friedman, che poco dopo fu cooptato al vertice della Citicorp. Alla fine del 1988 Friedman dichiarò in un’intervista: “Pensai che la cosa migliore fosse di agitare le risorse del Fondo di fronte ai paesi, come se fossero una carota. Prima si deve sottoporre ad un attento esame la situazione economica del paese. Si identifica la fonte delle difficoltà e si dice che cosa bisogna cambiare.”
La formula del FMI era sempre la stessa: il paese debitore era costretto a tagliare le importazioni, svalutare la moneta (in modo da garantire che il debito estero denominato in dollari ne risultasse abbondantemente moltiplicato), ed imporre tagli draconiani ai sussidi governativi ai generi di prima necessità. Contemporaneamente i settori più appetibili dell’economia nazionale venivano essere aperti agli investitori stranieri a prezzi stracciati, giustificando la svendita sotto la rubrica “riforme liberiste”.

Movimento Democratico San Marino Insieme

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