San Marino: il Psd non convince Su e Upr

San Marino: il Psd non convince Su e Upr

Nuovo quotidiano di Rimini Cronaca San Marino: Critiche feroci al Psd da parte degli altri partiti di opposizione: “Atteggiamento ballerino” e non coerente / E i socialisti votano col Patto / Sull’Europa passa l’ordine del giorno della maggioranza. Bocciata invece l’istanza d’arengo che chiedeva subito una richiesta formale d’adesione

 “Siamo un partito riformista e abbiamo voluto raccogliere un risultato, piuttosto che chiuderci nel tutto o niente”. Così il capogruppo consiliare del partito dei socialisti e democratici Claudio Felici spiega la presa di posizione del proprio partito, che ha teso la mano alla maggioranza e ha votato sì all’ordine del giorno presentato al termine del dibattito sull’Europa. La cronaca dei fatti: dopo i numerosi interventi nella giornata di martedì, in tarda serata sono arrivate le votazioni. Schieramenti compatti per l’istanza d’Arengo che chiedeva l’adesione all’Unione europea, respinta con 29 voti contrari e 26 a favore.

Sono saliti a 33 i contrari per l’ordine del giorno presentato dal Partito socialista riformista, che chiedeva di rimandare la decisione a settembre, dopo un’ulteriore fase di confronto politico. Infine, accolto con 37 sì e 17 no l’odg presentato dal Patto per San Marino e votato, appunto, anche dal Psd. Un ordine del giorno che, nella sua prima stesura, non era accettabile, spiega ancora Felici, perché era “orientato al percorso con i piccoli stati”.

Ma c’è stata un’apertura da parte della maggioranza, che ha accolto i suggerimenti del partito d’opposizione: tolto il riferimento al percorso comune con gli altri micro stati e sottolineato che, se la trattativa non soddisferà certi requisiti, partirà in automatico la lettera con formale richiesta d’adesione. La trattativa per essere soddisfacente, specifica il documento, dovrà comprendere “i temi del ruolo politico e della cittadinanza europea, della possibilità di aderire ai programmi di formazione e finanziamento europei, dell’accettazione delle quattro libertà”. Ma non si tratta di un “appoggio al governo”, ci tiene a precisare il presidente Denise Bronzetti, che ricorda come la legge elettorale renda “impossibili i ribaltoni”.  

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