Il sottobosco politico affaristico che impregna da oltre una decina d’anni la Repubblica di San Marino, supera a piè pari le elezioni di domenica 11 novembre, nonostante che la Commissione antimafia abbia dimostrato che in esso in questi ultimi anni si è annidata addirittura la malavita organizzata italiana.
Per quattro volte nella relazione antimafia si parla appunto di sottobosco politico affaristico.
Detto sottobosco deriva dall’humus costituito a suo tempo da 548 società anonime, oltre 300 immobiliari, 120 fondazioni circa, migliaia di società per azioni e società
a responsabilità limitata con azioni e quote intestate a fiduciarie anche di
paesi offshore. Sottobosco fatto sopravvivere con l’escamotage
di abolire le società anonime ma non l’anonimato societario, grazie al
mantenimento delle fiduciarie.
Nella campagna elettorale c’è stata una, una sola delle 11 formazioni politiche, che ha caratterizzato la sua iniziativa su tale punto, mobilitando l’opinione pubblica attraverso proposte atte a scardinare detto sistema?
Mario Venturini e Ivan Foschi, commissari della commissione Antimafia, ancora prima della conclusione dei lavori, avevano fatto intendere che i risultati avrebbero finito per segnare profondamente la campagna elettorale.
Illusi.
I poteri forti hanno preso ancora una volta il sopravvento e si è assistito a una campagna elettorale “anomala, sbiadita e narcotizzata” anche su questa tematica.