San Marino. Csdl: “Investimento dal Fondo pensioni in titoli sammarinesi decisione estemporanea e fuori contesto”

San Marino. Csdl: “Investimento dal Fondo pensioni in titoli sammarinesi decisione estemporanea e fuori contesto”

“La CSdL è stata l’unica organizzazione a votare no in occasione della decisione del Consiglio per la Previdenza di investire di 20 milioni di euro in titoli di debito pubblico interni”.

Lo evidenzia la stessa organizzazione sindacale, che aggiunge: “Nella puntata di mercoledì 4 maggio di “CSdL Informa” lo ha rimarcato Giuliano Tamagnini, il quale è il rappresentante della Confederazione del Lavoro nello stesso organismo. Peraltro, la decisione è stata assunta senza il rispetto di alcune regole formali; in primo luogo la questione non era all’ordine del giorno. Si tratta di un investimento con un rendimento dello 0,80% annuo; 20 milioni di titoli corrispondono al 40% dell’intero ammontare dell’emissione, pari a 50 milioni.

Ha commentato Enzo Merlini, Segretario Generale CSdL. “In premessa va precisato che abbiamo dichiarato al Segretario Ciavatta (auspicando che il tema diventi argomento di discussione anche con il Segretario per le Finanze), la nostra assoluta contrarietà a prelievi dai fondi pensione accantonati, tali da esaurirli nell’arco di dieci anni o anche meno, stando a come è congegnata l’ipotesi di riforma pensionistica. Da parte nostra riteniamo necessario un accordo politico e di sostanza, al fine di garantire che i fondi pensione, specialmente nei momenti di maggiore bisogno, ovvero quando il disavanzo tra uscite ed entrate aumenterà ancora, siano a disposizione.”

CSdL spiega come “Occorre quindi aver chiaro e pianificare fin da ora il loro utilizzo; su questo, a parole è d’accordo anche la controparte, ma allora come si fa, intanto, ad investire 20 milioni nei titoli del debito pubblico? In futuro, se si trova la quadra giusta sulla riforma delle pensioni nella sua interezza, ivi compresa la prospettiva dei fondi pensione, non escludiamo che si possono fare investimenti simili. Ma ora non è accettabile una decisione in maniera così estemporanea: peraltro, il Governo ha dichiarato di non saperne niente. Per questi motivi, la CSdL ha votato contro.

Sempre a proposito di riforma previdenziale, c’è stato un cambio di metodo significativo nel confronto sulla proposta della Segreteria di Stato per la Sanità. Come richiesto dalla CSdL, è stata superata la modalità, assai improduttiva, di sviluppare la discussione articolo per articolo, per concentrarsi sui tre nodi principali: cosa si intende per quota 103, il contributo economico dello Stato, l’aumento delle aliquote contributive (la proposta prevede un incremento solo per i lavoratori, cosa inaccettabile per la CSdL).

Dalla Segreteria Sanità è arrivata una formulazione più articolata della quota 103: finalmente, come richiesto con insistenza dalla CSdL, è stata confermata la possibilità di andare in pensione con 60 anni di età, senza disincentivi, incrementando però a 43 gli anni di contributi necessari; ciò a tutela delle carriere lunghe. Allo stesso modo, si potrà andare in pensione a 63 anni con 40 di contributi, senza disincentivi. Il passaggio da quota 100 a 103, così riformulata, sarà soggetto ad una gradualità distribuita nell’arco di 6 anni. Ovviamente questo è il tema principale, ma non l’unico, in merito alla revisione dell’età pensionabile e dei relativi requisiti. Sugli altri due nodi centrali, invece, il confronto non si è ancora sviluppato. In assenza di un quadro completo, non sarà possibile nessuna ipotesi di condivisione sulla riforma.

Al Segretario CSdL Enzo Merlini è stato chiesto di commentare i dati positivi sull’occupazione sammarinese. Il settore privato, arrivato a oltre 17mila addetti al 31 marzo 2022, ha quasi mille occupati in più rispetto all’anno scorso, con un incremento percentuale del 6,2%. Va tenuto conto che nel frattempo c’è stata l’apertura del polo della moda, che a ottobre 2021 occupava 200 lavoratori (ora non sappiamo se i numeri sono cambiati). In cinque anni l’aumento occupazionale è stato di oltre 2mila unità, pari al 14%.

Altro dato interessante riguarda la disoccupazione. Tra il 2017 ed il 2020 l’incremento occupazionale era composto per oltre l’80% da lavoratori frontalieri; un dato comunque positivo, ma abbiamo sempre chiesto un’attenzione prioritaria per i sammarinesi e residenti. Negli ultimi due anni, questi ultimi hanno rappresentato quasi il 50% del totale dei nuovi occupati, tanto che i disoccupati sono praticamente dimezzati.

Il superamento delle politiche di liberalizzazione assoluta, avvenuto nel 2020, sta dando i suoi frutti. Sono positivi i dati anche per le donne: ci sono ancora 340 disoccupate in senso stretto, ma il numero è ridotto della metà rispetto a pochi anni fa. Nell’ultimo anno, la maggior parte ha trovato lavoro nel settore del commercio, alberghi e ristoranti, e questo dimostra ulteriormente che sono disponibili ad adattarsi a ciò che viene offerto, compatibilmente con le esigenze familiari.

Il dato in assoluto più significativo è quello che riguarda il settore manifatturiero. Negli ultimi 5 anni ha incrementato il numero degli addetti di oltre 1.300 unità, pari al 65% del totale dei nuovi occupati. Nello stesso periodo, oltre l’80% dei sammarinesi che hanno trovato lavoro sono andati nel manifatturiero.

Rispetto allo scorso anno, l’incremento degli occupati è stato significativo in quasi tutti i settori, ad eccezione di quelli legati alla promozione turistica e del settore finanziario. Questa situazione favorevole deve rappresentare un buon auspicio per i rinnovi dei diversi contratti scaduti, dopo la sigla di quello dell’industria, per il quale è iniziato il complesso iter di approvazione e legittimazione del Comitato Garante, che durerà alcuni mesi. Ci sono tutte le condizioni perché anche gli altri rinnovi contrattuali giungano ad una positiva conclusione.

Proprio sul versante contratti, c’è una novità che riguarda i salariati AASLP. È partito il confronto con la Segreteria competente sulla parte normativa (fabbisogno dell’Azienda, riorganizzazione delle squadre operative, piano di assunzioni, ecc.), con l’impegno della stessa Segreteria a portare una proposta anche sugli aumenti economici.

Per quanto riguarda il settore edile, dopo la bocciatura dell’accordo da parte dei dipendenti, si sta vagliando una nuova proposta di rinnovo contrattuale. Ci siamo impegnati a portare all’attenzione dei lavoratori il risultato del confronto entro la fine del mese di maggio. Per quanto riguarda gli altri contratti, se gli incontri informali continueranno a non produrre risultati, occorrerà avviare le trattative a norma di legge”.

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