San Marino. Iro Belluzzi, Consiglio Giudiziario: le ragioni del no

San Marino. Iro Belluzzi, Consiglio Giudiziario: le ragioni del no

“Ritengo necessario svolgere alcune considerazioni e valutazioni relative ai lavori del Consiglio Giudiziario Plenario nell’ambito del quale ho assunto una posizione non in linea a quella presa dai colleghi di maggioranza presenti in detto organo.

Innanzi tutto mi preme riaffermare come ho sempre svolto il mio impegno nell’attività politica nel più alto rispetto delle istituzioni della Repubblica di San Marino e dei suoi cittadini, e nel rispetto del mandato che l’elettorato mi ha affidato mai anteponendo l’opportunità politica e l’interesse personale o di una parte a quello della collettività.

Con tale approccio ho affrontato anche la difficile giornata di lunedì scorso in cui si è tenuto il consiglio giudiziario plenario nell’ambito del quale, alla luce dell’ordine del giorno, si sarebbero discusse delle questioni cui sarebbero conseguite, verosimilmente, scelte in aperta contraddizione con il dibattito parlamentare sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, dibattito che si era concluso con un ordine del giorno il cui disposto dava mandato al segretario di stato alla giustizia di avviare celermente l’iter per una complessiva riforma dell’ordinamento giudiziario, in grado di porre rimedio alle criticità emerse nel corso del dibattito consiliare stesso.

Altro elemento su cui vorrei porre l’attenzione é costituito dalle scelte operate all’interno del consiglio grande e generale: durante la sessione consiliare di giugno scorso nel corso dell’approvazione della legge di assestamento di bilancio l’aula consiliare aveva fatto ritirare un emendamento, precisamente il 3 vicies che in maniera surrettizia avrebbe inciso sulle deliberazioni del consiglio giudiziario plenario da una certa data in poi. L’effetto di quell’emendamento sarebbe stato quello di travolgere le nomine di 2 giudici, un commissario della legge e del dirigente del tribunale. Nella sostanza però, e di fatto, seppur diverso nella forma, quell’emendamento ritirato è stato riproposto nel consiglio giudiziario plenario di ieri: questo mi ha fatto pensare che ci sono decisioni che vengono prese al di fuori del parlamento, al di fuori dei luoghi istituzionali e ciò l’ho trovato inaccettabile dovendo io rispondere alle istituzioni di cui faccio parte e solo ad esse.

Non rinnego nulla delle battaglie svolte nella scorsa legislatura quando le attuali forze di maggioranza rappresentavano le forze politiche di opposizione; mi trovo ancora strettamente collegato alla maggioranza parlamentare ed insieme a questa porterò il mio contributo perché l’attuale governo riesca a realizzare le importanti riforme e sfide che la delicata fase economica richiede per dare una possibilità di rinascita alla nostra terra.

Così come non rinnego la posizione che ho assunto quando l’ex magistrato dirigente venne esautorato dal suo ruolo di dirigente, con la stessa determinazione ho cercato di far comprendere quanto fosse sbagliato assumere deliberazioni ancora più impattanti sulla giustizia andando a rimuovere, lo ripeto, il dirigente del tribunale, 2 giudici di appello e un commissario della legge con una maggioranza prettamente politica, soprattutto alla luce del fatto che gli organismi sovrannazionali quali il consiglio d’europa ed il greco nelle loro raccomandazioni indicano come obiettivo da raggiungere la separazione netta fra i poteri dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario. Rammento poi che fra le varie raccomandazioni a cui l’ordinamento della repubblica si deve adeguare c’è proprio la riforma del consiglio giudiziario plenario dove la parte politica attiva deve essere sostituita con chi garantisce una maggiore indipendenza.

Per tutto quanto sopra ho detto e per il rispetto e per l’amore che nutro per il mio paese non ho potuto che ascoltare la mia coscienza e non avallare un percorso che sicuramente avrebbe arrecato un grave danno, anche reputazionale, alla nostra Repubblica mettendo il tribunale in una situazione ancora più difficile rispetto a quella che sta vivendo con grave danno per il paese e tutta la cittadinanza.

Sono comunque consapevole del prezzo politico che forse dovrò pagare, ma credo ne sarà valsa la pena se servirà a far comprendere ai più che è fondamentale ora concentrarsi su di una complessiva riforma dell’ordinamento giudiziario e del codice di procedura penale, maggiormente rispondente alle raccomandazioni degli organismi sovranazionali a cui la Repubblica di san marino ha aderito, abbandonando battaglie di retroguardia.

Faccio politica praticamente da sempre, da quando giovanissimo seguivo i partiti di area socialista. Da tantissimo milito nel Psd che è un partito che si batte per seguire dei percorsi di democrazia e riforma rispondenti a logiche democratiche e pluraliste. Credo quindi che certe battaglie per la democrazia e la legalità vadano condotte fino in fondo cosicché’ i principi non restino solo enunciati ma prendano vigore con gli atti.”

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