Mentre i rapporti fra Italia e San Marino, nonostante le belle parole niente affatto concretamente impegnative dei ministri Fornero e Balduzzi, sono praticamente fermi davanti alla richiesta di trasparenza totale di Luigi Magistro a Pavia, la Svizzera sblocca la situazione: di fatto mantiene il segreto bancario e si accinge ad uscire dalla black list.
Il ghiaccio è stato rotto definitivamente ieri mattina da un incontro tra Michael Ambuhl, segretario di Stato per le finanze e Carlo Baldocci, consigliere diplomatico del ministero dell’Economia italiano. «Anche alla luce dei recenti sviluppi a livello di Unione Europea — dice il comunicato di via XX Settembre — si è discusso del modello di convenzione sulla regolarizzazione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzera da contribuenti non residenti e sull’introduzione di un’imposta alla fonte sui futuri redditi da capitale».
Da Berna fa eco la numero uno del governo Widmer-Schlumpf: «La porta è stata riaperta, anche Roma è molto interessata a un accordo». Un primo incontro tra gli «sherpa» delle diplomazie è stato fissato per il 24 maggio prossimo ma una road map è già scritta; la trattativa abbraccerà alcune questioni cardine: il prelievo sui capitali italiani rifugiatisi in Svizzera, l‘eliminazione della Svizzera dalla «black list» italiana dei paradisi fiscali, la revisione del trattato del ’74 tra i due stati che regola la tassazione dei 54 mila frontalieri, vale a dire i lavoratori residenti in Italia ma che lavorano in Canton Ticino. (Claudio Del Frate, Corriere della Sera)
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