L’Informazione
La patrimoniale è ingiusta di per sé
Marino Cecchetti
Patrimoniale. “Pagheremo tutti in maniera equa” si leggeva nel 2013 in una vignetta di Ranfo, accanto a un Segretario di Stato alle Finanze col naso alla Pinocchio. Nel 2018, altro governo ed altro segretario di Stato. Pinocchio va ancora bene: i diversamente onesti sono esentati anche questa volta.
La patrimoniale è odiosa di per sé. Ovunque. Qui ancor di più. Essere sammarinesi sino all’altro ieri voleva dire – come nel comune medioevale – avere qualcosa, cioè essere in possesso di un pezzo concreto del Paese (il che ormai fa sorridere in un’epoca in cui non si è considerati pazzi a riporre la propria ricchezza in una nuvola informatica, cloud).
La patrimoniale è ingiusta di per sé. Quella sammarinese molto di più. Qui colpisce in pratica solo coloro che i beni non li hanno occultati nelle società. Ci sono tante società a disposizione dei furbi, non solo le – 300? – immobiliari. Conclusione: “Grandi speculatori che hanno ‘schermato’ i propri patrimoni immobiliari facendoli confluire tra le proprietà di una persona giuridica, avranno la possibilità di non pagare per gli stessi alcuna imposta patrimoniale” (comunicato del neonato partito Domani-Domus Liberi). La patrimoniale sammarinese è scandalosamente, mefistofelicamente truffaldina. Sì, perché fatta per dar modo al sistema politico di continuare a non disturbare gli evasori della monofase ed i filibustieri delle banche.
A non essere d’accordo solo il partito sopra citato, che, però, si è fermato ad emettere un comunicato. Non resta che tirare fuori – si fa per dire – i forconi. Di movimenti e partiti politici, con tanto di sigla e simbolo, ne abbiamo ormai da far girare la testa. Ce ne sarà uno – dicasi uno – che avrà l’ardire di dare il segnale?