San Marino Oggi: Consulta Capitani di Castello: “nella riforma mancano punti determinanti” /
La rivolta silenziosa delle Giunte: “Il nostro ruolo é da valorizzare”
Non completamente soddisfatti i Capitani di Castello per l’esito della Prima Lettura della Riforma delle giunte di Castello. Lo hanno detto chiaramente ieri e lo hanno fatto senza eccessivi clamori. Toni fermi, ma non duri. Da battaglia soft insomma. Erano in cinque i Capitani che hanno messo nero su bianco sulle loro contestazioni al progetto di Riforma: Borgo, Domagnano, Faetano, Montegiardino e Città. Gli assenti, dicono, assenti consenzienti su tutto il fronte. Una battaglia che si preannuncia comunque serrata anche se i punti dolenti in sostanza sono una manciata. Questi: introduzione personalità giuridica, voto attivo-passivo per residenti da 10 anni, riferimento carta europea dell’autonomia locale, rapporto con la pubblica amministrazione, risorse, permessi speciali. Tutti punti realizzabili con un pizzico di buona volontà e che segnerebbe una vera e propria rivoluzione nel rapporto antico e vetusto tra giunte di Castello e potere centrale. Un rovesciamento di abitudini tanto radicate da vanificare spesso le buone volontà dei cittadini che entrano in giunta.
“Ora é tempo di avere i mezzi per poter incidere nella gestione delle vicende amministrative del territorio di competenza dei nove Castelli”, é il comune pensiero dei Capitani: da Sergio Nanni (Borgo) a Marino Bedetti (Faetano), da Daniele Gasperoni (Domagnano) a Maria Teresa Beccari (Città). Alla portavoce della Consulta dei Capitani, Marta Fabbri di Montegiardino, il compito di coordinare i proclami delle forze rivoluzionarie di giunta. (…)
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