Per i politici della Repubblica di San Marino, le fiduciarie – oltre alla fondazioni – paiono essere ancora in cima ai loro interessi e alle loro preoccupazioni, visto il fronte che hanno organizzato per contrastare chi, come Marino Cecchetti, osa denunciare il perverso ruolo che esse continuano ad avere nei rapporti della Repubblica con gli altri Stati e, all’interno, in materia di equità fiscale.
Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino porta allo scoperto le ragioni vere della condanna – la sentenza è stata pronunciata ieri – di Cecchetti, reo di aver pubblicato, nel 2010, l’articolo: San Marino abolisce – di nuovo – l’anonimato societario.
(…) Un articolo sul sito libertas, scritto da Marino Cecchetti, che criticava il
fatto che, pur avendo approvato la legge di abolizione delle società anonime,
restava, come paravento per i furbi e in certi casi anche per i delinquenti,
l’interposizione fiduciaria. Una cosa che, francamente, non ha scoperto
Cecchetti. Certo, lui l’ha rilevata in modo indignato, da sammarinese che tiene
al suo Paese, ma la stessa anomalia l’ha indicata anche il Moneyval e ad ogni
piè sospinto lo dicono le procure e i ministeri di oltre confine.
Ma ciò che ha fatto così arrabbiare i consiglieri, però, cos’è?
E’ che la responsabilità di non avere avuto sufficiente coraggio per una
trasparenza totale interna ed esterna al Titano, Cecchetti l’abbia addebitata
alla politica.
E a chi la doveva addebitare? Mica le leggi si fanno fuori dal Palazzo! Non
solo. L’articolo diceva anche che questo anonimato ha favorito negli anni il
“sottobosco politico-affaristico” che è “per gli uomini della cupola essenziale
come l’acqua per i pesci”.
Ma non sono le stesse parole e deduzioni che ha fissato la relazione antimafia di questi giorni? Peraltro i commissari hanno usato proprio le
parole “sottobosco politico-affaristico”, almeno 4 volte. E pensare che tra i
denuncianti c’è anche chi quella relazione ha contribuito a scriverla, e pure
qualcuno che ci è finito dentro.
Come la giri questa faccenda non sta in piedi. (…)
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articolo di Antonio Fabbri per intero , pubblicato alle ore 15,20