Il punto di Massimo Quindici sul rinnovamento della politica. Molto si dice ultimamente sulla ‘necessità di non ridurre le proposte di rinnovamento della politica a meri calcoli
anagrafici ma di considerare anche la qualità delle idee portate avanti
dai vari esponenti politici sammarinesi’.
L’analisi è corretta ma trascura di esaminare il progressivo irrigidimento di una politica che teme il vero cambiamento. Il fenomeno che si registra è quello della “cristallizzazione” del ceto politico che appare spesso interessato ad autotramandarsi. Per fare un esempio, in Italia, il Partito Democratico ha regolato l’eleggibilità dei propri candidati in Parlamento a tre legislature nel proprio statuto, eppure in Parlamento siede Massimo D’Alema che ne ha fatte ben sette… che idea dovrebbe farsi il cittadino?
Massimo Quindici è consapevole che un ceto politico sia necessario e che debba farsi promotore del cambiamento non solo a suon di carte d’identità ma anche nel modo di fare politica; per far questo, però, deve necessariamente prendere le distanze dai protagonisti di un passato che non deve ripetersi. Non chiamate Massimo Quindici “rottamatore”, ma (r)innovatore, perché il suo focus non è su quel che è stato ma su quel che sarà e che deve essere costruito con urgenza, ma anche con pazienza, passando per l’unico canale suscettibile di produrre un’evoluzione reale e duratura: quello culturale. Da questa convinzione nasce la volontà di avviare un percorso rivolto ai cittadini, per invitare tutti a riflettere sulla necessità e sulle modalità di un voto consapevole e coraggioso. L’appuntamento è dunque a prestissimo.
[c. s. Massimo Quindici]